Già nel 1975 ebbi casuali contatti con militanti antisionisti,antisemiti con diffuse simpatie filonaziste e opportunisticamente schierati con l'OLP di allora (...) a tutta evidenza certi giochetti dei servizi nella guerra segreta sono un segreto di pulcinella,basta muovere il classico a "cui prodest" mà...nella giusta direzione,vero Borghezio... ?
Suggerimento non fate leggere questo articollo a Porchezio e Speroni,potrebbero restarci male !
Qui il video di Utoya, il giorno prima della strage
fonte-I nostri media mainstream non ne parlano e forse non lo faranno mai, e dopo un'altra pagina di vergognoso giornalismo italico, hanno persino smesso di usare il termine "terrorismo", quando, con loro grande stupore, hanno appreso che il massacratore norvegese era cristiano, biondo e con gli occhi azzurri, e non l'onnipresente minaccia islamica, bruna e con gli occhi neri, pericolo per la nostra Civiltà.
Ora il biondo terrorista, macellatore di innocenti cittadini e di ragazzini, è spacciato per "folle", per drogato o altro ancora. Nessun cenno alle sue simpatie politiche per leader sionisti, per esempio, o ad altre ipotesi dietro all'orrendo crimine. Solo la follia e la sua, non celabile, islamofobia. Una islamofobia che, peraltro, ha anche dei fan.
E neanche un riferimento al fatto che 48 ore prima del massacro, adolescenti norvegesi, presenti al campeggio organizzato dal movimento giovanile del partito Laburista, avevano partecipato a un incontro in cui chiedevano il boicottaggio di Israele: lo scrive persino Ynet...
O che la Norvegia è uno dei Paesi che appoggia lo Stato palestinese, o che la popolazione è favorevole al boicottaggio dei prodotti israeliani, e molto altro ancora.
Focalizzare l'attenzione sulla ipotetica "malattia mentale" di Breivik, sulla sua islamofobia, non aiuta affatto a capire. Perché non ci si chiede come mai non abbia compiuto una strage in una moschea, allora? O a un meeting di giovani musulmani?
Il "folle", i cui scritti sono invece molto lucidi, inequivocabili, ha puntato le armi contro giovani laburisti anti-sionisti... Ma questa ipotesi, ovviamente, non s'ha da citare.
Riportiamo qui di seguito un interessante articolo di Pino Cabras, di Megachip, e un'intervista al leader dell'AUF, pubblicata su Dagbladet, uno dei principali quotidiani norvegesi.
Di Pino Cabras – Megachip.
Quali erano i valori dei ragazzi e delle ragazze norvegesi dell’isola di Utøya, teatro della strage del 22 luglio 2011? I nostri media non ne hanno fatto cenno. Nel pieno del seminario estivo del movimento giovanile laburista Arbeidernes Ungdomsfylking (AUF), il suo leader Eskil Pedersen, il 19 luglio, aveva rilasciato un’intervista all’importante quotidiano «Dagbladet». E cosa leggiamo di così clamoroso in questa intervista? Proprio alla vigilia dell’incontro con il ministro degli esteri di Oslo, il laburista Jonas Gahr Store, quali temi di politica internazionale va a proporre Pedersen? Il giovanissimo politico della sinistra di governo norvegese, in modo inequivocabile, punta tutto su un solo tema: no al dialogo con Israele, sì all’embargo. Vi proponiamo qui di seguito la traduzione dell’intervista.
I lettori potranno così vedere sotto un’ulteriore luce il massacro perpetrato da Anders Behring Breivik, alias ABB, con i suoi complici. Si potranno porre domande fin qui sopite soprattutto se si accenderà poi un’altra luce, quella sul lungo documento di Breivik, che proclama in molti punti una viscerale fedeltà alla causa sionista, e quando si riveleranno i contatti organici di ABB con l'estrema destra sionista europea. L’«anti-islamico» ABB non ha consumato il suo piombo in una moschea. Ha invece sterminato le giovani leve di un'intera nuova classe dirigente sgradita. Lui sarà pazzo. Ma i pazzi come lui spesso sono in mano a manovratori e agenti d’influenza con una visione precisa. Qualunque cosa per adesso si possa pensare, intanto buona lettura.
«Il Dialogo non serve, Jonas!»
Il leader dell’AUF, Eskil Pedersen, ritiene che sia l’ora di misure più forti contro Israele.
Intervista a cura di Alexander Stenerud - dagbladet.no.
Questa settimana circa un migliaio di membri dell’organizzazione dei Giovani Laburisti (AUF) si sono radunati all’isola di Utøya per discutere di temi politici. Giovedì a Utøya verrà Jonas Gahr Store per dibattere di Medio Oriente.
Il ministro degli esteri crede nel dialogo in merito al conflitto tra Israele e Palestina, ma il leader dell’AUF Eskil Pedersen ha un chiaro messaggio per il ministro.
«Ci piace che si parli ma, da come abbiamo visto, Israele non è interessata, e non ha ascoltato nessuna delle rimostranze che le sono state fatte. Il processo di pace è un vicolo cieco, e sebbene il mondo intero strepiti affinché gli israeliani vi si conformino, loro non lo fanno. Noi della Gioventù Laburista vogliamo un embargo economico unilaterale contro Israele da parte norvegese», dichiara Pedersen.
Il leader dei giovani laburisti sostiene che il dialogo non ha più nulla da offrire di fronte a Israele, e ritiene che sia l’ora che si adottino nuovi tipi di misure. Pedersen considera che le autorità israeliane si sono spostate così tanto a destra che risulta impossibile avere alcun colloquio con loro.
«La Norvegia ha poche opportunità di esercitare in qualche modo un’influenza, e non siamo vicini ad alcuna pace in questo conflitto. Semmai il contrario. Israele si è spostata estremamente a destra, il che fa sì che scarseggino i partner dialoganti. Oserei dire che perfino i responsabili della politica estera del Partito del progresso (la formazione conservatrice liberale norvegese, NdT) faticheranno assai per trovare interlocutori in Israele. Non c’è più alcun filo diretto. Quel che intendo dire è che dovremmo parlare con chiunque, ma non possiamo sacrificare i nostri principi e le nostre politiche tanto per parlare».
La Gioventù Laburista è stata a lungo in favore del boicottaggio di Israele, ma la decisione all’ultimo congresso, che richiedeva che la Norvegia imponesse un embargo economico unilaterale del paese, era più netta che in precedenza.
«Riconosco che questa sia una misura drastica, ma ritengo che essa dia una chiara indicazione del fatto che siamo stanchi del comportamento di Israele. Larghe parti del mondo reagiscono in ogni momento, ma Israele non ascolta. Penso che la decisione sia un segno che noi dell’AUF diffidiamo di Israele, semplicemente».
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"Rifiutare di avere opinioni è un modo per non averle. Non è vero?" Luigi Pirandello (1867-1936)