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mercoledì 22 giugno 2011

DALLE STELLE ALLE SBARRE - LELE MORA COME AL CAPONE: “È ABITUATO A DELINQUERE”

Chissà se nel carcere di opera gli hanno fatto togliere il famoso orologio con la suoneria fascistosa.E pensare che un pensierino sulla carriera politica l'aveva fatta mà si sà com'è Lele,ha fretta ed ecco che ha anticipato alla velocità della luce una carriera concludendola nelle patrie galere ! Ad uno ad uno i guitti,i camerieri,le macchiette e i masanielli del boss s-bruffone finiscono al fresco !

DALLE STELLE ALLE SBARRE - LELE MORA COME AL CAPONE: “È ABITUATO A DELINQUERE” - IL VIA LIBERA ALL’ARRESTO MOTIVATO DALLA POSSIBILE FUGA IN SVIZZERA - I GIUDICI TRA LE DISPONIBILITÀ DEL “NULLATENENTE” AGENTE DELLE STARLETTE METTONO ANCHE I 2.5 MLN GENTILMENTE OFFERTI DA BERLUSCONI - L’EX AMANTE DI CORONA TRADITO DAL SUO FIDATO “BANCOMAT”, AL SECOLO MARCELLO SILVESTRI: “ME LO PRESENTÒ WALTER, DIPENDENTE PUBLITALIA DICENDO: “È DISPONIBILE A FARE PER TE DELLE FATTURE GONFIATE”…

Paolo Colonnello per "la Stampa"
E poi arriva il giorno che ti presentano il conto. Magari giusto un attimo prima della grande fuga. Svaniscono i ricordi degli amici potenti, le foto sulle terrazze bianche con valletti seminudi che ti massaggiano i piedi, le serate nei locali alla moda abbracciati alle star, le interviste in tivù. Puff!
Tutto finito nello spazio di pochi minuti in una bella serata di giugno, quando gli uomini della guardia di Finanza si presentano negli uffici-abitazione di viale Monza con un ordine di cattura in mano firmato dal gip Fabio Antezza e la disposizione precisa di trasferire in carcere Mora Dario, detto Lele, perché, specifica il gip «la misura degli arresti domiciliari non appare idonea a salvaguardare le esigenze cautelari».
Al posto delle agiografie interessate compaiono così le descrizioni impietose dei giudici che parlano di una «spiccata propensione a delinquere», di capacità «di mentire», di reiterazione del reato, di inquinamento probatorio e di «concreto ed elevato» pericolo di fuga: «Altre circostanze concrete fortemente sintomatiche sono: un pregresso comportamento dell'indagato; le abitudini o le situazioni di vita del soggetto ovvero la variazione dello stile di vita sopravvenuta a seguito dell'inizio delle indagini; le frequentazioni, l'eventuale disponibilità di fondi...le "simpatie", i "contatti" e più in generale gli aiuti dei quali potrebbe godere nel luogo di destinazione ed in ipotesi in ambienti affini a quelli di provenienza; il possesso ovvero la possibilità o la capacità di procurarsi documenti falsi o false banconote».

E non è un caso, forse, che nell'ordinanza, tra le disponibilità di fondi ottenuti recentemente e negoziati all'estero nel 2010, nonostante già pendesse la spada di Damocle di una dichiarazione fallimentare personale di almeno 16 milioni di euro, spicchino proprio due milioni e 550mila euro in assegni circolari «provenienti dal conto corrente numero 2472/80 intestato a Spinelli Giuseppe ed acceso presso la banca popolare di Sondrio»: uno dei conti del Premier emerso durante le indagini sul Rubygate, dove anche Mora è stato indagato.
Nelle carte, del «Lele glamour» e un po' fascista, prudentemente residente in Svizzera, anzichè le prodezze gossipare e le discutibili benemerenze televisive, si ricorda un passato che non passa, né - soprattutto nei casellari giudiziari - si cancella: «..rilevano la descritta personalità dell'indagato e la già evidenziata tendenza dello stesso a delinquere e, soprattutto, a sottrarsi ai rigori della legge, non solo tributaria ma anche penale, come evidenziato dai già valutati plurimi precedenti penali anche per reati contro la pubblica amministrazione e contro la fede pubblica (emissione di assegni a vuoto, ndr) oltre che in materia di sostanze stupefacenti (una vecchia condanna per spaccio quando ancora faceva il parrucchiere a Verona, ndr)».
Il manager delle dive, ma anche delle starlette e da ultimo, come risulta dall'inchiesta Ruby, perfino delle prostitute d'alto bordo da consegnare in tubino nero nella residenza del Premier ad Arcore, l'amico di Silvio ma anche di Emilio inteso come Fede, l'uomo che ha sostenuto a verbale di avere speso una quantità immane di quattrini per fare regali a Fabrizio Corona (almeno due milioni di euro) e mantenere nelle sue ville in Sardegna una quantità di stelline televisive, che ha comprato case da Luisa Corna e Umberto Smaila come risulta dagli atti, finisce in carcere con un provvedimento di cento pagine che lo inchioda: bancarotta fraudolenta pluriaggravata.
Come si sa, l'impresario di Bagnolo Po, Rovigo, era stato dichiarato fallito giusto un anno fa. Ciò nonostante, secondo le accuse, non solo avrebbe continuato a movimentare denaro ma lo avrebbe sottratto, o meglio «distratto», come risulta da un'ampia relazione del curatore fallimentare, dalle risorse finanziarie da destinare ai creditori, il fisco prima di tutto. Nella misura di almeno 8 milioni di euro. In un crescendo di mezze ammissioni (Mora venne interrogato nell'ottobre scorso), bugie, contraddizioni.
In particolare sulla reale disponibilità di quattrini, visto che dichiarò di essere «nullatenente». E invece, gli uomini della Guardia di Finanza, coordinati dal pm Eugenio Fusco, analizzando le movimentazioni bancarie di Lele e quelle della società «Diana Immobiliare», considerata la «cassaforte di famiglia» dell'impresario e dei suoi figli, nonchè della «Feva Investiments», la società lussemburghese sempre dei Mora, hanno trovato un giro di denaro sorprendente.
Il tutto corroborato da un numero incredibile di fatture per operazioni inesistenti messe a disposizione da un ex collaboratore oggi «pentito» dell'inchiesta, Marcello Silvestri, che già era stato arrestato nel corso delle indagini su «Vallettopoli».
Chi è Silvestri, lo racconta lo stesso Mora a verbale: «Lo conobbi tramite un certo Walter che era all'epoca un dipendente di Publitalia. Mi raccomandò Silvestri dicendo: "È uno bravo che può curare i tuoi eventi dalla A alla Z, una persona fidata, capace di risolverti anche altri problemi. È disponibile a fare per te delle fatture gonfiate"...Quando Silvestri arrivava nei miei uffici io dicevo: "Signori è arrivato il bancomat..."». Ma il bancomat questa volta lo ha tradito. E Lele, nonostante la salute inferma, rischia di trascorrere adesso le ferie a San Vittore.

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