È una sorta di ritorno a casa, alle origini più remote, recuperando la storia: le sculture monumentali di Igor Mitoraj, allestite en plein air nel Parco archeologico della Valle dei templi di Agrigento, intrecciano rimandi e suggeriscono percorsi antichissimi, da rinnovare in un presente vivo e attuale di grande forza. L'allestimento si potrà visitare sia oggi che domani dalle 8,30 alle 19, ingresso 1 euro. Figurativo, legato alla classicità spesso restituita per immagini emblematiche, Igor Mitoraj si dichiara consapevole del fatto che questa sia una occasione "unica e irripetibile" per esporre le proprie opere: qui, tra i templi greci, busti e frammenti di volti, icone di un Mediterraneo che è paesaggio e pensiero, si ricompongono in uno scenario naturale unico al mondo, di cui Mitoraj ha da molti anni scelto di esserne cantore tra i più fedeli e attenti. L'esposizione propone una serie di opere in pietra e bronzo che l'artista di origine polacca ha realizzato dal 1980 ad oggi, che rimarranno allestite nella Valle fino a novembre. La bellezza proposta da Mitoraj nelle sue opere è classica, quantomeno formalmente: ma a ben vedere ciò che l'artista, allievo di Tadzeus Kantor, vuole sottolineare, è proprio la mancanza, l'elemento di cesura che conduce la forma ad un passo dalla perfezione del canone classico, ma che si ferma ad un passo da essa. Quasi a sottolineare l'impossibilità della bellezza assoluta, del suo possesso pieno. Così i grandi volti dalle labbra spezzate rimandano ad un canto interrotto, i corpi di bronzo riversi su un fianco mostrano le estremità mancanti, i busti esibiscono solo una parte di sé, magari rivestiti di una armatura che appare adesso inutile peso di Paola Nicita
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