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mercoledì 20 aprile 2011

Morto il piccolo sinti rimasto senza ossigeno nel campo nomadi "anima pietosa" e razzista taglia la corrente elettrica che lo teneva in vita

" I sinti tendono la mano al sindaco, Adriano Paroli, perché la morte di Tommy serva a sancire una tregua." ho chiesto a mia moglie insegnante in pensione:" com'è possibile che la prendano cosi i Sinti,senza rancore? " Ebbene mi ha replicato decisa:" sono cristiani,loro credono che è stata la volontà di Dio a determinare la morte del piccolo e forse muovono l' indulgenza un po più in là del consentito,inteerpretano la cosa come un segno..." lei li conosce per averne avuti molti come alunni,io per quanto mi riguarda sono attonito,profondamente indignato e provo una profonda vergogna,per Brescia,innanzi tutto che vorrei tanto capire che cazzo d'immagine vuole salvare preseguitando cosi le comunità nomadi (...) i Sinti in questo caso.E in secondo luogo per quanto ancora tollereranno di apparire nella cronaca infame sempre per atti di razzismo e xenofobia ? E quando non è cosi...ecco qual'è la luce che irradia questa città !
Concludo:a tutta evidenza il piccolo Sinti non si chiamava Eluana !
 Non ce l'ha fatta Tommaso, 17 mesi: era diventato un simbolo. Soffriva di una rarissima malattia genetica 
la foto di Tommaso nella roulotte (Cavicchi)
la foto di Tommaso nella roulotte (Cavicchi)

FONTE

la foto di Tommaso nella roulotte (Cavicchi)
BRESCIA - Tommaso non ce l'ha fatta. Piccolo e malato, il bambino di 17 mesi, diventato suo malgrado il simbolo della lotta tra sinti e Comune di Brescia, è morto ieri pomeriggio agli Spedali Civili dove era ricoverato da due mesi. Il 14 febbraio scorso, dopo il blitz della polizia locale e la sospensione della corrente alle roulotte del campo, Tommaso era stato ricoverato d'urgenza. Dimesso dopo due giorni, il piccolo si era poi di nuovo aggravato tanto da dover tornare in ospedale. Tommaso soffriva di una malattia genetica rarissima (solo 14 casi al mondo) che si chiama H-ABC: un sondino fissato a una narice e a una macchina per l'ossigeno gli permettevano di sopravvivere, con mamma Fenni ad accudirlo e papà Samuel sempre pronto a qualsiasi emergenza.
Come la notte di San Valentino, quando dopo gli scontri con la polizia, mancata l'elettricità, ha dovuto procurarsi con le buone o con le cattive un generatore portatile per tenere in vita il suo bambino. «È nato così - spiega lo zio, Giovanni Tonsi, allargando le braccia -. Per malattie come la sua non c'è guarigione. Certo, quel giorno che il Comune ha staccato la corrente è stato tutto più difficile...». Al campo di via Orzinuovi, dove l'amministrazione di Palazzo Loggia non ha ancora riattivato i bagni perché aspetta di sgomberare gli ultimi abusivi, non accusano nessuno. Anzi, i sinti tendono la mano al sindaco, Adriano Paroli, perché la morte di Tommy serva a sancire una tregua.
Giuseppe Spatola

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