GAZA – La morte di Vittorio Arrigoni apre un interrogativo: perché ucciderlo? A chi poteva interessare la sua eliminazione? Forse a tanti. E forse prima di rispondere alla domanda nel modo più semplice (“una rissa tra componenti islamiche”) basta dare una semplice scrollata al blog di Arrigoni perché si apra una lunga lista di sospettati.
Nel blog ‘Guerrilla radio’ Arrigoni se la prendeva ad esempio con la corruzione di Fatah. L’11 aprile scriveva: “Il leader di Fatah, collaborazionista d’Israele e mafioso, Muhammad Dahlan, è un malato mentale che si è fatto curare anche Tel Aviv”. Ancora, il giorno dopo scriveva: “A farsi carico della consegna delle armi da Tel Aviv al dittatore libico ci pensava Mohamed Dahlan, il più filosionista e filostatunitense dei leader di Fatah venduti alla causa d’Israele”.
Molti post poi sono ovviamente contro Israele, essendo Arrigoni un pacifista pro-palestinese. L’11 aprile ad esempio Arrigoni scriveva sullo stato sionista: “Più di 50 palestinesi ammazzati qui a Gaza dall’inizio dell’anno. Nessuna vittima israeliana. Armi vietate dai trattati internazionali. Coloni e pulizia etnica. Omicidi extragiudiziali. Uno dei peggiori regimi di apartheid del mondo. Un governo che instancabilmente emana leggi razziste. Tribunali e giudici che fanno distinzioni fra “ebrei” e “non ebrei”, Università e istituzioni accademiche che sostengono l’occupazione e la pulizia etnica della Palestina”. Poi tanti altri post sulle “escalation di violenza israeliana annunciata e invocata” e sul fatto che “Israele fornisce le armi a Gheddafi”.
L’analisi del blog di Arrigoni fa emergere che il pacifista aveva interazione anche con l’Italia. Aveva così a cuore il destino dei palestinesi e la situazione a Gaza, da essere portato quasi naturalmente a replicare a chiunque parlasse, a suo modo di vedere impropriamente, del problema.
L’11 aprile, ad esempio, volle rispondere a Roberto Saviano che aveva esaltato “il riconoscimento della democrazia israeliana”. Arrigoni rispose con un videomessaggio in cui metteva in risalto l’anti-democraticità di Israele.
L’11 aprile, ad esempio, volle rispondere a Roberto Saviano che aveva esaltato “il riconoscimento della democrazia israeliana”. Arrigoni rispose con un videomessaggio in cui metteva in risalto l’anti-democraticità di Israele.
In un altro post, il penultimo pubblicato da Arrigoni prima di essere rapito il 13 aprile, il pacifista se la prese anche con Silvio Berlusconi scrivendo: “Silvio Berlusconi oggi: ‘faremo in modo di impedire la partenza della Freedom Flotilla per Gaza’. Secondo quanto riferisce la radio israeliana secondo Berlusconi la missione della Flotilla non lavorerebbe in supporto alla pace nella regione. Proponendo dei negoziati da tenersi in Sicilia (nelle tenute di Vittorio Mangano?), il premier “bunga bunga” ha ricordato per l’ennesima volta che Israele è l’unico paese mediorientale amico dell’Occidente, e che dovrebbe entrare a far parte dell’Unione Europea. Berlusconi spinge per l’adesione d’Israele alla Comunità Europea, e contemporaneamente farà cacciare l’Italia al più presto. Vi prego, ditemi che è la solita barzelletta…”.
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