1- O PAPI SILVIO SI è COMPRATO PURE L’ANAGRAFE DEL MAROCCO OPPURE SCAMBIA RUBY PER UNO DI QUEI CALCIATORI AFRICANI O BRASILIANI A CUI SI PUÒ CAMBIARE LA DATA DI NASCITA, E C’È ANCHE CHI LO PRENDE SUL SERIO. “HO LE PROVE, NON ERA MINORENNE. REGISTRATA DUE ANNI DOPO LA NASCITA, SARÒ ASSOLTO CON FORMULA PIENA!" - 2- LE INDAGINI DI GHEDINI E LONGO SI SONO SPINTE SINO AD UN VERIFICA NEL LUOGO DI NASCITA DI RUBY, IN MAROCCO, UN PAESE DOVE STORICAMENTE NON ESISTE UN TRADIZIONE DI DENUNCIA DELLE NASCITE EFFICIENTE, O ALMENO PUNTUALE, COME IN OCCIDENTE - 3- NON è FINITA LA NOSTRA TELEPIPPA QUOTIDIANA: "RUBY LAVORÒ IN MEDIASET A 17 ANNI" - 4- L´ASSISTENTE SOCIALE P. G. RICORDA CHE RUBY LE CHIESE DI ESSERE INSERITA IN UNA COMUNITÀ DI MILANO, PERCHÉ LAVORA IN CITTÀ IN UN BAR E PER IL "CHIAMBRETTI NIGHT" TRE VOLTE ALLA SETTIMANA" (NON È CHE CI LAVORA DAVVERO, STA NEL PUBBLICO) -
1- "ABBIAMO LE PROVE CHE NON ERA MINORENNE!"
Marco Galluzzo per il "Corriere della Sera"
Marco Galluzzo per il "Corriere della Sera"
«Abbiamo le prove che non era minorenne!» . Berlusconi ormai parla di Ruby con molte persone. Lo fa con toni confidenziali, in appuntamenti privati. Lo fa in pubblico, come ieri pomeriggio alla Camera, con i suoi deputati, per sfogarsi o per scherzare, certamente per ribadire che la ragazza «ha detto di non avere mai avuto rapporti sessuali con me e dunque non si capisce proprio dove stia il reato» .
Ma nella mole di confidenze, argomentazioni e commenti del presidente del Consiglio negli ultimi giorni è emersa anche una novità: secondo il premier esisterebbero le prove che la ragazza soprannominata Ruby Rubacuori, che secondo i magistrati ha avuto con lui almeno un rapporto sessuale a pagamento mentre era minorenne, era invece all'epoca dei fatti più che maggiorenne.
«È stata registrata all'anagrafe due anni dopo essere nata» , rivela in queste ore Berlusconi. Se così fosse e se fosse dimostrabile ovviamente la novità sarebbe di rilievo e avrebbe conseguenze sul processo.
Il capo del governo mentre la racconta la aggiunge a tutti gli altri motivi per cui ritiene che in ogni caso verrà «assolto con formula piena» , sempre che a sentenza si arrivi. La prova verrebbe opposta ai magistrati soltanto dopo l'inizio del processo e sarebbe insomma il fatto che taglia la testa al toro: «Sostiene il premier che lui non ha mai fatto sesso con la ragazza, sosterrà la difesa che in ogni caso non si trattava di una prostituta, ma se veramente fosse dimostrabile che Ruby ha conosciuto Berlusconi quand'era maggiorenne non ci sarebbe nemmeno bisogno di dover dimostrare le prime due cose, il processo finirebbe in quel momento» , argomenta nel Pdl chi le confidenze di Berlusconi ha ricevuto.
Sembra che alla prova di cui parla in privato il Cavaliere si sia arrivati anche con un sopralluogo nel paese di origine della ragazza, che le indagini difensive si siano spinte sino ad un verifica nel luogo di nascita, in Marocco, un Paese dove storicamente non esiste un tradizione di denuncia delle nascite efficiente, o quantomeno puntuale, come in Occidente.
Se la novità costituisce veramente uno degli assi nella manica della difesa del Cavaliere lo vedremo nelle prossime settimane, intanto la strategia difensiva continua a passare per un ventaglio di misure che coinvolgono in primo luogo il conflitto di attribuzione fra toghe e Parlamento. Anche qualcuno nel Pd ieri si è spinto a condividere la tesi del Pdl, ovvero che la richiesta di sollevare un conflitto debba essere votata quanto prima dall'Aula di Montecitorio e questo vuol dire che verosimilmente, nel giro di poche settimane, lo scontro sulla competenza con i magistrati di Milano potrebbe trasferirsi di fronte ai giudici della Corte costituzionale.
«In un Paese civile un processo così durerebbe mezz'ora mentre lo portano per le lunghe trasformandolo in un processo mediatico. Io nella mia vita non ho mai fatto male a nessuno e non c'è una sola persona che può dimostrare il contrario» , ha detto ieri il Cavaliere parlando con i suoi deputati, durante le votazioni sul federalismo.
«Trovo assurdo questo processo- ha proseguito- perché mi si accusa di un qualcosa che non esiste. La concussione è un'accusa che non sta in piedi, perché il diretto interessato ha smentito di avere subito pressioni di qualsiasi tipo. Così come Ruby ha smentito di aver avuto rapporti sessuali con me. Si tratta di una cosa assurda, semplicemente assurda» .
2 - "RUBY LAVORÒ IN MEDIASET A 17 ANNI"...
Piero Colaprico ed Emilio Randacio per "la Repubblica"
Esiste un rapporto tra un programma Mediaset, il Chiambretti night, e Ruby-Karima. Al format del Biscione, la marocchina sarebbe stata ospite, più volte, e anche pagata. Ma c´è un problema che dimostra come alla ragazza scappata dalle comunità e dalla famiglia, sembra essere stato garantita una corsia preferenziale dalle emittenti di proprietà del presidente del Consiglio. Quando si entra negli studi televisivi, infatti, si lascia un documento. O, comunque, si viene identificati. E che cosa racconta Ruby, oltre quello che già sappiamo?
L´assistente sociale P. G. ricorda che il 7 giugno la diciassettenne le chiede di essere «inserita in una comunità di Milano, perché lavora in città». P. G. aggiunge che «la ragazza mi chiese di essere collocata della città perché lavorava in un bar e inoltre per il "Chiambretti night" tre volte alla settimana». Ad E. G. altra assistente sociale, dice: «Ci parlò in particolare delle sue frequentazioni a Villa San Martino di Arcore, della sua conoscenza con Lele Mora ed Emilio Fede, dei suoi contatti con Mediaset».
E ai pm racconta: «Quando ho ripreso i contatti con Mora, questi mi ha fatto lavorare sia al Chiambretti night, sia in sfilate di moda». Ruby, dunque, entra in un programma Mediaset. E a differenza di quanto dice, non è che ci lavora davvero, ma viene fatta accomodare tra il pubblico. Sembra che nelle settimane scorse, alcuni dirigenti televisivi abbiano controllato: Ruby c´era, eccome. Almeno quattro volte. È stata pagata? L´ha portata Mora, l´ha aiutata Emilio Fede ad entrare?
Ruby spiega che a spingerla a Milano è stato proprio il direttore del Tg4: «Ci disse che abitava in Sicilia - prosegue nel ricordo l´assistente sociale - che aveva partecipato a un concorso di bellezza dove aveva raccontato la sua storia... Emilio Fede rimase così colpito da dirle :"Se vuoi far televisione io ti posso aiutare"». I detective troveranno il filmato della manifestazione (era il 3 settembre 2009), con Fede che sottolinea la storia della minorenne Karima, nata nel novembre 1992.
Il direttore è spesso al centro dell´inchiesta. Come si sa è lui che viene accusato di aver portato Ruby la prima volta ad Arcore e, qualche settimana fa, in diretta, se la prese con il suo ex caposcorta, Luigi Sorrentino, minacciandolo di querela perché aveva parlato di ragazze in babydoll rosso durante la festa di San Valentino del 2010 ad Arcore. Ma c´è di più.
Che cosa ha detto Sorrentino nel verbale? «Io sino all´aprile 2010 ero inserito nell´apparato fisso di sicurezza del direttore», dice. Per circa tre anni. Con lui c´erano i colleghi P. e B., i quali non parlano. Strana storia, la loro. Scortavano Fede a Milano Marittima, è scoppiato l´airbag della macchina ed entrambi sono «in cura da uno psicologo» e ora non ricordano nulla delle serate ad Arcore.
E come mai Sorrentino non è stato più la scorta di Fede? «La mia rimozione dal servizio si è verificata a seguito di una discussione avuta una sera dopo averlo accompagnato in un ristorante. Poiché pioveva e faceva anche freddo, io e i miei colleghi ci siamo tutti e tre messi in macchina. A un certo punto, Fede è uscito, io immediatamente mi sono portato presso di lui, però ho subito capito che si era contrariato del fatto che noi non eravamo rimasti fuori in piedi ad aspettare che uscisse. Lo abbiamo accompagnato poi a casa sino all´ascensore, in quel frangente il signor Fede era in compagnia di due sue amiche e mentre eravamo in attesa dell´ascensore lui fece la battuta: "Vedi come mi scortano bene queste persone". Lui aggiunse che avrebbe immediatamente chiamato il generale per comunicare che l´apparato di sicurezza non aveva funzionato. Il giorno dopo venni rimosso».
Un altro pilastro accertato dall´inchiesta è che le parentele di Ruby con Hosni Mubarak (a differenza di quanto dichiara ancora oggi il presidente del Consiglio), erano false. E la questura se ne è accorta subito. La verità emerge da un verbale sinora in parte segreto, quello di Ivo Morelli, e cioè il superiore della poliziotta (Giorgia Iafrate) che affidò la minorenne marocchina a Nicole Minetti. «La minore - ricorda Morelli - sin dai primi accertamenti non risultava imparentata a Mubarak, ma si trattava di una cittadina marocchina scappata da una comunità di Messina».
Ieri sera, intanto, è scattata una bonifica nella sede Fli di Milano per vedere se, come prospettava il padre della starlette Barbara Guerra in una telefonata intercettata, vi erano state collocate microspie
3- LA REPLICA DI FEDE: SONO FALSITA' LE DICHIARAZIONI MIO EX CAPOSCORTA
ANSA - Il quotidiano ha pubblicato un verbale in cui l'ex caposcorta del giornalista ha raccontato che la sua 'rimozione dal servizio si e' verificata a seguito di una discussione avuta una sera dopo averlo accompagnato in un ristorante'. Discussione che, a detta di Sorrentino, sarebbe sorta perche' lui e gli altri uomini della scorta sono rimasti 'fuori' dal locale, 'in piedi, ad aspettare che uscisse'.
Fede, oltre a bollare queste parole come 'falsita', nella lettera ha tenuto a precisare: 'la sera, quando io sono al ristorante, la scorta e' sempre-sempre-sempre invitata a mangiare nello stesso ristorante oppure nella piu' vicina pizzeria. Ed io pago il conto. Sempre. Ho proibito - sempre - di stare fuori quando piove o fa freddo' 'Non intendo assolutamente che queste dichiarazioni non siano all'attenzione del vertice dell'Arma - continua Fede nella lettera. Sono una vergogna, offendono la mia morale di uomo e giornalista.
Ripeto: ho sempre disposto che non restassero fuori, specie quando c'era cattivo tempo. Ho sempre, sempre, sempre pagato ristorante e pizzeria'. 'Adesso - chiude la missiva - chiedo all'Arma che si esprima dopo aver ascoltato quelli che sono assegnati alla mia scorta. Se quello che appare oggi sul quotidiano 'Repubblica' risulta realmente nell'interrogatorio, Sorrentino non e' degno di appartenere all'Arma dei carabinieri. Per falsita' '.
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