100cosecosi- (rispondo alla prima lettera tratta da Dagospia)
E vero,sappiamo per vero quanto descrive Curzio Malaparte mà mi pare la rievocazione di quei tempi inappropriata,innanzi tutto perchè riesce difficile oggi immaginare cosa fosse la fame della guerra e quella soppragiunta nell'immediato dopoguerra (...) e in secondo luogo e soppratutto perchè ben altri episodi connotarono l'epoca e significativamente,ad esempio le 4 giornate della liberazione di Napoli,la resistenza all'occupante,la sollevazione popolare...dunque non solo le decine di migliaia di puttane di Napoli o come a Livorno a disposizione del liberatore con tanto di Toupée pelvico biondo per attrarre la clientela di colore !
Insomma una realtà ampiamente descritta da De Sica o da Nanni Loy di cui allego il video (...) oggi invece che abbiamo ? Solo un decadimento del costume,una consumazione strenua ostinata del consumabile per eccellenza:il corpo !
E non mi pare che si esca da una atroce guerra,anzi le fabbriche di slogan dicono che abbiamo infilato uno dietro l'altro ogni genere di successi in economia,in politica,nel costume,nella cultura etc, salvo poi non riscontrare nel quotidiano i frutti di questi mirabili successi,presumibilmente siamo vittime di un appannamento sensibile della vista !
FAMIGLIA INFETTA, NAZIONE CORROTTA - "Vendute dalle madri, dai padri, dai fratelli e dai fidanzati le lupe di Arcore sono l´avanguardia di un degrado familiare che non esiste in nessuna parte del mondo civilizzato ed è addirittura inaudito in Italia" - ALLA VISIONE SILVIO-CENTRICA DI MERLO, UN LETTORE RICORDA "le mamme napoletane del dopoguerra, che vendevano, come raccontato bene da Curzio Malaparte, i loro figli ai soldati marocchini"...
1- LETTERA 
Caro direttore in riferimento all'articolo di oggi di Merlo su Repubblica "L'avvento delle mamme-maîtresse, le chiedo gentilmente di ricordare a nostro intellettuale, Lei che ha la sua cultura e parità di titoli, che ha dimenticato di citare le mamme napoletane dell'immediato dopoguerra, che vendevano, come raccontato bene da Curzio Malaparte i loro figli di cinque, sei anni ai soldati marocchini di stanza a Napoli con le truppe alleate.
 Caro direttore in riferimento all'articolo di oggi di Merlo su Repubblica "L'avvento delle mamme-maîtresse, le chiedo gentilmente di ricordare a nostro intellettuale, Lei che ha la sua cultura e parità di titoli, che ha dimenticato di citare le mamme napoletane dell'immediato dopoguerra, che vendevano, come raccontato bene da Curzio Malaparte i loro figli di cinque, sei anni ai soldati marocchini di stanza a Napoli con le truppe alleate.
Soldati che abusavano per tutta la notte di quei poveri bimbi per poi  a mattina riconsegnarli alle loro mamme in cambio di pochi  dollari.Quindi se dobbiamo analizzare il costume delle nostre mamme è  giusto  farlo in modo completo e non parziale , soltanto  per   avvalorare  la tesi   che questo accade solo per le mamme della amiche  di Berlusconi. La ringrazio e le rinnovo la mia profonda stima.
Un elettore del PD stanco della deriva neo moralista da stato etico del suo partito
2- LE MAMME-MAITRESSE DELLE LUPE DI ARCORE
Francesco Merlo per "la Repubblica"
La  grande novità storica sono le mamme istigatrici e complici. Non le lupe  di Arcore, ma queste mamme-maitresse che investono e lucrano sul sesso  delle figlie, mamme che rompono la gabbia, all´apparenza inespugnabile,  dell´identità italiana, della mamma chioccia, del "son tutte belle le  mamme del mondo", della sacra famiglia, vetrina dei valori della  tradizione: il matrimonio possibilmente d´amore, la maternità, la  dignità.
Mi faceva sorridere mia madre quando a mia sorella che si truccava gli occhi diceva: «Che cosa sono tutti questi buttanesimi?».
 Mi faceva sorridere mia madre quando a mia sorella che si truccava gli occhi diceva: «Che cosa sono tutti questi buttanesimi?».
Ma chissà come avremmo reagito noi fratelli, padri e fidanzati  dinanzi alla madre di Elisa che contabilizza con ingordigia: «Seimila  euro, hai capito, sono dodici milioni delle vecchie lire!». È una mamma  che predispone strategie quando la figlia le racconta che «lui mi  vedrebbe bene a lavorare in Pubblitalia». È una mamma realista e  pratica: «Se poi va male, pazienza, tanto va bene anche cosi». E forse  Elisa un poco lo subisce, ma certamente alla sua mamma Berlusconi non  basta mai: «Vi ha detto quando vi potrà rivedere?».
Non c´è nulla di speciale nelle lupe di Arcore, nelle escort, nelle  professioniste del sesso e meno che mai nelle loro baruffe, negli  insulti e nelle rivalità con le gote accese - «si ammazzerebbero tra  loro» confessa Iris Berardi - che sono un classico della farsa  scollacciata, un topos dei teatri di periferia dove picchiandosi,  tirandosi per i capelli e contendendosi i danari del caprone, le  Filumena Marturano hanno sempre fatto sghignazzare i Lele Mora e gli  Emilio Fede di turno.
 Ma sono al contrario specialissime le madri di Elisa, di Sara, di  Noemi e di molte altre, sono mamme-mezzane che dinanzi alla prostrazione  psico-fisica, che sempre accompagna i più rozzi e pesanti sapori della  vita («sono in condizione pietose») , senza pudore minimizzano («e che  sarà mai») ed esaltano solo il valore del compenso «seimila euro, hai  detto niente». Qui ci sono mamme che somigliano alle "parrine", quelle  che lenivano i corpi abusati nel cambio della quindicina, le acide ma  benevole streghe che preparavano gli impacchi e dosavano e alternavano  le tisane e il riposo allo snervamento, e intanto legavano i rotoloni di  soldi con lo spago.
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| Noemi con la madre | 
E i padri, che una volta erano il braccio armato dell´educazione,  ora, come i fratelli, sembrano assistenti ruffiani. E c´è il signor  Faggioli che istruisce la sua Barbara nell´arte d´amare: «Tu in questo  momento devi fargli vedere che gli sei vicino». Ed è papà che invita  Barbara Guerra a dire a Berlusconi che «mio padre, per il grande  rispetto che ha nei suoi confronti» è pronto a mettere una cimice nella  sede dei finiani: «digli che io ci ho le chiavi».
 Anche i fidanzati, che un tempo erano gelosi, oggi sono azionisti di  minoranza degli amplessi altrui, come Ale che pretende che la sua Imma  si guadagni ‘i vestiti´, cioè i soldi: «...io penso che non mi dà  niente». «No? Perché no, scusa? Mi incazzo! Oh!». «Eh amore, ma che ne  so. Io non faccio niente con lui...». «Eh, ma sei scema?».
 Vendute dalle madri, dai padri, dai fratelli e dai fidanzati le lupe  di Arcore non sono le vittime ma l´avanguardia di un degrado familiare  che non esiste in nessuna parte del mondo civilizzato ed è addirittura  inaudito in Italia, che è la terra della mamma Madonna, della natalità,  la patria del presepe.
Non c´erano mai state, nel pur vasto catalogo nazionale, queste  povere mamme sfiorite che cercano un riscatto nel corpo delle figlie  offrendolo al cliente ricco e vecchio e, allo stesso tempo, al bisturi  del chirurgo estetico. Non c´era ancora, nel mito mediterraneo e  matriarcale della mamma italiana, la signora Anna Palumbo che incassa  ventimila euro dal ragioniere di Berlusconi: «La mia Noemi - ha  dichiarato ai giornali - è una bambina che ho allevato nella luce del  Vangelo e del Signore».
Sul  viso di Noemi «ci sono almeno 17 mila euro solo di lifting», ha scritto  Famiglia Cristiana: ritocchi, contraffazioni, un accanimento  sull´adolescenza della figlia, sulla sua apparenza, un´educazione  familiare che cerca il riscatto nella creazione di un´antropologia  chirurgica, un´idea del successo fondata sui trucchi estetici e sulle  foto con Berlusconi pubblicate dal manipolatore Signorini, tutti a  brindare con sugar daddy, con papi, che è al tempo stesso Gozzano e  Freud, la tenerezza e la pedofilia. «Mio marito frequenta minorenni»  disse la signora Veronica Lario e sul settimanale "Chi?" i Letizia  divennero una famiglia-escort, finto fidanzato tronista, mamma allena e  papà benedice: «Mia figlia lo chiama papi perché la abbiamo educata nel  culto di Silvio».
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| Anna Magnani | 
Certo, ci sono nella storia d´Italia le mamme di Bellissima, con la  popolana Anna Magnani che si illude che la bellezza possa riscattare  proprio tutto e prima di tutto la povertà, e ci sono i concorsi e le  selezioni per miss Italia con quell´immagine odiosa della mamma che  sbottona la camicetta della figlia adolescente per attirare sul seno gli  sguardi lubrici della giuria. E c´è il caso, unico e terribile, e  proprio per questo ricordato dalla storia, di una tredicenne ceduta a  Vittorio Emaunele II «da una bruttissima mamma» che notò Carlo Dossi  «prese a circolare in carrozza». E c´è l´Italia in quella madre  felliniana che trascina la figlia davanti al divo inglese, «le presento  la mia bambina, sa cantare, ballare, recitare ed è stata pure a Londra.  Dai, di´ qualcosa...» . E la ragazza: «Salve».
Ci sono insomma, nella nostra storia, le mamme disposte a tutto e  magari anche ad umiliarsi ma mai a vendere le figlie e i figli, e  proprio perché mamme italiane, proprio perché mamme-mammelle, perché la  mamma italiana ha il fascino della fragilità e della determinazione  semplice e chiara e mi vengono in mente la mamma della piccola Yara e la  mamma di Sarah che, pur così diverse tra loro, trattano i giornalisti  con il medesimo rigore della maternità straziata.
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| Sofia Loren | 
Ci sono mamme e mogli come Marella Agnelli e come Sofia Loren e Mina e  come era la stessa mamma di Berlusconi che fu l´unica cosa dolce della  sua vita forsennata, o ancora - cito alla rinfusa - Luciana Castellina e  Anna Craxi, Eleonora Moro, Ilary Blasi, Franca Ciampi, la Seredova  Buffon, Gemma Calabresi..., signore d´Italia, padrone di casa, voci e  volti antichi e moderni della tradizione della nostra civiltà femminile,  donne italiane di oggi, energiche belle e nervose come Isabella  Rossellini e Monica Bellucci, o riservate ed eleganti come la vedova di  Enrico Berlinguer e Carla Fracci, e penso a come furono  meravigliosamente mamme toste Marcella Ferrara, storica collaboratrice  di Togliatti, e Palma Bucarelli, la signora dell´arte contemporanea.
Non abbiamo avuto solo Filumena Marturano, la Ciociara e Anna  Magnani. Le mamme italiane sono personaggi del romanzo nazionale dei  sentimenti. E c´è "la mamma ignota", la mamma che ancora una volta è  stata cantata a Sanremo, la mamma che sogna la laurea, un genero, i  nipoti e diffida delle scuole di recitazione perché pensa, all´antica,  che «femmina che muove l´anca / o è puttana o poco ci manca» che è certo  un proverbio reazionario ma era una difesa contro questa smania di  vendersi, contro i concorsi per "miss maglietta bagnata", contro le  selezioni per diventare veline che - va detto chiaro - non è un  mestiere.
Non  ci vuole il metodo Stanislavskij per trasformarsi in eccellenze del  tacere agitando i fianchi, campionesse di velocità nel cambio degli  stivali e dei pantaloncini corti, non è necessario frequentare l´Actor´s  Studio per formare corpi senza erotismo, fantasmi televisivi, lolite  smaterializzate e desessualizzate, il sesso senza eros, il ballo senza  sapori. Eppure la professione di velina eccita queste nuove mamme  italiane, perché appunto basta la "bella presenza" e nient´altro, come  ha dimostrato a Sanremo Elisabetta Canalis.
Ma forse per capire il degrado e la corruzione della famiglia  italiana bisogna per contrasto aver visto in tv quell´intervista rubata  al papà di Ruby, al venditore ambulante marocchino e musulmano.  Sdentato, malvestito, povero ma non corrotto come i padri e le madri  delle lupe italiane, ha tentato di cacciare i giornalisti urlando in  dialetto sicilian-marocchino: «Itivinni, itivinni». E quando gli hanno  detto che Ruby lo accusava di averla picchiata perché era diventata  cattolica: «Ma quali botte. Ma quale cattolica. Quella di televisione si  era ammalata».
 
 
 


 
 
 
 


 
 


ormai sappiamo che un luridone senza precedenti, ma le donne che devono ribellarsi + di noi uomini...alzate la voce, fate cortei etc...e quelle luride, schifosissime e strazoccole delle ministre e le altre, che schifezza di donne sono? io mi vergognerei e se un DIO esistesse li fulminerebbe tutte in 1 secondo...rimmate letamai, lo fanno solo per soldi!!!
RispondiEliminaCom'è possibile che ci siano famiglie che danno in pasto ai lupi le proprie figlie per quattro soldi schifosi senza pensare al danno che creano nella coscienza più profonda di queste giovani trattate come pezzi di carne in un banco frigo del supermercato?
RispondiEliminaCom'è possibile che nel nostro paese, che si considera "sviluppato" il presidente del consiglio continui a stare al suo posto quando ormai è chiaro per tutti che non esiste più nessuna scusante contro i suoi svariati atti palesemente illegali?
Se questo è il nostro sviluppo preferisco essere trattata come una donna dell'Islam perché, visto che la parola delle donne conta esattamente come ormai conta da noi, sarei sicura che, per lo meno, davanti ad atti del genere mio padre, mio fratello o mio marito difenderebbero la mia dignità.