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venerdì 18 febbraio 2011

DARSI FUOCO IN UN INVERNO BOLLENTE ROBA DA PAESE "NORMALE !"

Immagine spaventosa,orribile,offende l'umanità che è in noi,la stupra,gli fà violenza e l'abbandona nello sconforto e nella desolazione più nera... 
Nulla di cui sorprenderci in fondo il " nazismo civico " ha  fatto proseliti da qualche anno a questa parte !
Quanto si puo interpretare dall'immagine la dinamica dei fatti,non solo attinendosi all'articolo ? 
Tanto credetemi,date una occhiata alle scarpe,chiedetevi con quale "tempismo" ha agito il fotografo,roba da Pulitzer,quanto basta ad adombrare il sospetto che c'era la troupe al seguito dei vigili..."tolleranza zero" incominciamo dai morti di fame che gli altri (...) quantunque sia stata pubblicata dai media e affatto giunta sulla soglia del più mediocre TG dell'italietta;ha destato una profonda indignazione e molta rimozione tanto è potenzialmente destabilizante,i media l'hanno pubblicata (un dovere in parte riparatore) perchè in Tunisia il gesto disperato,autolesionista di un commerciante ambulante visto il suo carretto di frutta e verdura sequestrato dalla polizia, Mohamed con il suo gesto ha dato l'avvio alla ribellione della popolazione contro Ben Ali e il suo corrotto regime poliziesco (...) oggi la più grande piazza della capitale viene dedicata all'uomo che ha dato l'avvio alla rivoluzione dei Gelsomini (...)
Mi chiedo come si senta oggi il vigile urbano che con rigore e zelo scriveva il verbale di contravenzione...nella capitale,città forse seconda nel paese quanto a fatti di esecrabile criminalità (la prima mi pare...Milano!)
Ci resta dopo averla vista solo un profondo sentimento di vergogna,quando non è cosi non state a scavare tanto c'è una rimozione palese che si ammanta di interpretazioni gioiose intorno alla patologia (...)
 Palermo, morto ambulante che si era dato fuoco

PALERMO, AMBULANTE MORTO IL COMUNE APRE UN'INCHESTA


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"Se questo è un uomo!"


Noureddine Adnane ha 27 anni ed è nato in Marocco. Vive in Italia dal 2002 e si guadagna da vivere facendo l’ambulante. Lo conoscono tutti nel quartiere, e tutti gli vogliono bene, al punto che i palermitani lo chiamano “Franco”. Noureddine riesce a portare a casa una ventina di euro al giorno. Mette i soldi da parte, con ostinazione e speranza, perché vuol far venire in Italia sua moglie e la loro bambina di due anni.

Ma a Palermo i venditori ambulanti, specialmente immigrati, devono fare i conti con la polizia municipale: retate nei mercatini, ispezioni, multe, sequestri della merce, intimidazioni. Noureddine non è un abusivo, ma riceve la visita dei vigili urbani per cinque volte in una settimana: davvero troppo per chi deve sbarcare il lunario tra mille difficoltà.

Di fronte all’ennesimo controllo, alla minaccia di sequestro della merce, Noureddine si è sentito solo e in preda al panico, ha preso la benzina, se l’è versata addosso, e s’è dato fuoco. Il vigile urbano che stava redigendo il verbale cerca di coprire le fiamme col giubbotto, mentre gli avventori di un bar tentano di spegnere con l’acqua delle bottiglie quella torcia umana. Il corpo di Noureddine è tutto ustionato, e viene ricoverato d’urgenza all’ospedale Civico dove
sta lottando contro la morte.

Questo è il prodotto dell’esasperazione che nasce dalla repressione dilagante nei confronti degli immigrati, dei poveri, dei senza-carte, anche a Palermo.

L’anno scorso le forze dell’ordine si sono scatenate più volte a piazzale Giotto: pistole spianate ed elicottero che volteggiava sul mercatino settimanale. Un incredibile spiegamento di uomini e mezzi per dar la caccia a chi vende cinture o borse a buon mercato. Per non parlare della persecuzione nei confronti dei lavavetri ai semafori, con retate in grande stile contro “pericolosi clandestini” armati di secchio e tergicristallo.

A Palermo è in vigore dall’anno scorso la famigerata ordinanza per il “decoro urbano”, uno dei tanti provvedimenti con cui – in tutta Italia – i sindaci hanno applicato le direttive del pacchetto-sicurezza. La legalità si svela per ciò che è realmente: l’esercizio del potere per schiacciare i più deboli.

Nella Sicilia vessata dal potere mafioso e dal malaffare politico, la “sicurezza” viene garantita perseguitando i soggetti più vulnerabili, come se in questa terra il problema fossero i lavavetri ai semafori o gli ambulanti che vendono la roba sui marciapiedi.

Noureddine voleva solo lavorare in pace e il suo gesto è un urlo assordante contro l’ingiustizia e la criminalità del potere.

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