Un tempo gli incontri del lunedì ad Arcore erano dedicati agli appuntamenti istituzionali e politici, con il senatùr Umberto Bossi e il ministro dell’Economia Giulio Tremonti. Ma in questi tempi dominati dallo scandalo Ruby, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha deciso di dedicare il pranzo e il pomeriggio del 17 gennaio 2011 a un problema più contingente e personale: come affrontare l’assalto mediatico sulle ragazze bunga bunga e sulle feste di villa San Martino ad Arcore.
LA STRATEGIA DI DIFESA . I proiettili di Repubblica e lo spettro di Michele Santoro giovedì 20 gennaio su Annozero «devono essere arginati», è la parola d’ordine tra i corridoi di Cologno Monzese e Segrate, sedi dei colossi della comunicazione berlusconiana, Mediaset, Fininvest e Mondadori.
Per questo motivo lunedì scorso il Cavaliere, dopo il consueto pranzo con Fedele Confalonieri, presidente di Mediaset, in compagnia del fidato Pasquale Cannatelli e dei figli Piersilvio, Marina e Luigi, ha invitato per il caffè i massimi calibri dell’informazione di famiglia.
Tra questi, Alfonso Signorini, direttore di Chi e conduttore della trasmissione tivù Kalispera; Alessandro Sallusti, direttore de Il Giornale; Giorgio Mulè, direttore di Panorama, Mauro Crippa, direttore generale dell’informazione Mediaset, e Franco Currò direttore delle relazioni esterne di Fininvest.
IL METODO MESIANO . L’obiettivo è comune: i generali e i colonnelli di Mediaset e Mondadori tenteranno di disinnescare la bomba del bunga bunga spingendo da un lato sulla satira, dall’altro sulla messa all’indice dei pm della procura di Milano.
Una strategia che i critici definiscono non molto diversa dal cosiddetto ‘metodo Boffo’, la campagna del Giornale contro l’allora direttore di Avvenire. Ma che quando viene applicata ai magistrati si modifica leggermente e sembra più simile al caso di Raimondo Mesiano, il giudice dai calzini blu, come lo definì Studio Aperto nel pubblicare un servizio sul magistrato che aveva firmato l’indigesta sentenza sul lodo Mondadori.
Il fuoco mediatico berlusconiano ha cominciato così a mobilitare tutte le proprie forze per incrociare informazioni con prese di posizione che ammortizzino agli occhi dell’opinione pubblica la cosiddetta «satiriasi del Sultano».
E i primi effetti di questa complessa e articolata operazione si sono già visti.
LA STRATEGIA DI DIFESA . I proiettili di Repubblica e lo spettro di Michele Santoro giovedì 20 gennaio su Annozero «devono essere arginati», è la parola d’ordine tra i corridoi di Cologno Monzese e Segrate, sedi dei colossi della comunicazione berlusconiana, Mediaset, Fininvest e Mondadori.
Per questo motivo lunedì scorso il Cavaliere, dopo il consueto pranzo con Fedele Confalonieri, presidente di Mediaset, in compagnia del fidato Pasquale Cannatelli e dei figli Piersilvio, Marina e Luigi, ha invitato per il caffè i massimi calibri dell’informazione di famiglia.
Tra questi, Alfonso Signorini, direttore di Chi e conduttore della trasmissione tivù Kalispera; Alessandro Sallusti, direttore de Il Giornale; Giorgio Mulè, direttore di Panorama, Mauro Crippa, direttore generale dell’informazione Mediaset, e Franco Currò direttore delle relazioni esterne di Fininvest.
IL METODO MESIANO . L’obiettivo è comune: i generali e i colonnelli di Mediaset e Mondadori tenteranno di disinnescare la bomba del bunga bunga spingendo da un lato sulla satira, dall’altro sulla messa all’indice dei pm della procura di Milano.
Una strategia che i critici definiscono non molto diversa dal cosiddetto ‘metodo Boffo’, la campagna del Giornale contro l’allora direttore di Avvenire. Ma che quando viene applicata ai magistrati si modifica leggermente e sembra più simile al caso di Raimondo Mesiano, il giudice dai calzini blu, come lo definì Studio Aperto nel pubblicare un servizio sul magistrato che aveva firmato l’indigesta sentenza sul lodo Mondadori.
Il fuoco mediatico berlusconiano ha cominciato così a mobilitare tutte le proprie forze per incrociare informazioni con prese di posizione che ammortizzino agli occhi dell’opinione pubblica la cosiddetta «satiriasi del Sultano».
E i primi effetti di questa complessa e articolata operazione si sono già visti.
Marina arriva prima
L’offensiva mediatica di Berlusconi ha avuto inizio domenica 16 gennaio 2011, quando su consiglio della figlia Marina, da sempre la più ascoltata nei momenti di difficoltà, il Cavaliere ha deciso il discorso a reti unificate per spiegare le sue ragioni sul Rubygate. Facendo leva su tre punti principali: la fidanzata, l’amicizia con Emilio Fede e Lele Mora e l’accusa alla magistratura di non aver tollerato il voto di fiducia al governo il 14 dicembre 2010 e la salomonica decisione della Consulta sul legittimo impedimento.
Tre questioni che s’intrecciano con le carte e con la strategia mediatica di villa San Martino.
LA FIGLIA PREOCCUPATA . D’altra parte, la presidente di Fininvest era stata la prima a reagire all’indomani della notizia che il padre era indagato dalla procura di Milano per concussione e prostituzione minorile.
In un virgolettato concesso al Corriere della sera della stessa domenica 16 gennaio, Marina, che è solita rilasciare le proprie dichiarazioni nei momenti delicati al quotidiano di via Solferino, spiegava «di essere preoccupata per il preoccupante stato della democrazie, del rispetto e delle libertà individuali». In serata il padre ha pensato al resto.
Tre questioni che s’intrecciano con le carte e con la strategia mediatica di villa San Martino.
LA FIGLIA PREOCCUPATA . D’altra parte, la presidente di Fininvest era stata la prima a reagire all’indomani della notizia che il padre era indagato dalla procura di Milano per concussione e prostituzione minorile.
In un virgolettato concesso al Corriere della sera della stessa domenica 16 gennaio, Marina, che è solita rilasciare le proprie dichiarazioni nei momenti delicati al quotidiano di via Solferino, spiegava «di essere preoccupata per il preoccupante stato della democrazie, del rispetto e delle libertà individuali». In serata il padre ha pensato al resto.
Il Tapiro a Emilio Fede
Individuata la strategia comunicativa, a Mediaset sono già partiti in grande, con il programma di punta Striscia la notizia, di Antonio Ricci, che martedì 18 gennaio ha inviato Valerio Staffelli negli uffici del direttore del Tg4 Emillio Fede. Con molte risate di sottofondo.
«I soldi spartiti con Mora?», ha domandato l’uomo del Tapiro riferendosi a un prestito di 1,2 milioni di euro erogato dal premier e del quale al giornalista ne sarebbero arrivati 400 mila: «Non avevo i soldi per la pizzeria», rispondeva Fede, tra le finte risate caratteristiche dei programmi del Biscione.
Fede ha spiegato e ha fatto il simpatico con diverse battute. Striscia è uno dei programmi più visti. E lo ha confermato quella sera con il 26,3 % di share: più di 6 milioni di spettatori incollati al televisore per capire se veramente l’ex direttore di Studio Aperto è un traditore, un vero amico o un procacciatore di ragazze facili.
LIBERO CONTROCORRENTE . Il quotidiano Libero, di Maurizio Belpietro e Vittorio Feltri, lontano dalle cene del lunedì ad Arcore, sulla faccenda Ruby sta invece tenendo tutta un’altra linea. Pubblicazione integrale degli atti e accuse spietate nei confronti di Fede, sbattuto in prima pagina sotto il titolo: «Amici e amiche, tutti lo hanno tradito».
«I soldi spartiti con Mora?», ha domandato l’uomo del Tapiro riferendosi a un prestito di 1,2 milioni di euro erogato dal premier e del quale al giornalista ne sarebbero arrivati 400 mila: «Non avevo i soldi per la pizzeria», rispondeva Fede, tra le finte risate caratteristiche dei programmi del Biscione.
Fede ha spiegato e ha fatto il simpatico con diverse battute. Striscia è uno dei programmi più visti. E lo ha confermato quella sera con il 26,3 % di share: più di 6 milioni di spettatori incollati al televisore per capire se veramente l’ex direttore di Studio Aperto è un traditore, un vero amico o un procacciatore di ragazze facili.
LIBERO CONTROCORRENTE . Il quotidiano Libero, di Maurizio Belpietro e Vittorio Feltri, lontano dalle cene del lunedì ad Arcore, sulla faccenda Ruby sta invece tenendo tutta un’altra linea. Pubblicazione integrale degli atti e accuse spietate nei confronti di Fede, sbattuto in prima pagina sotto il titolo: «Amici e amiche, tutti lo hanno tradito».
L’ape regina: sono io bunga bunga
Di diverso avviso il Giornale del duo Sallusti-Daniela Santanchè, che ha puntato su «Gli italiani non ci cascano» snocciolando un sondaggio che darebbe Berlusconi ancora nelle grazie degli elettori di centrodestra.
Ma il pezzo forte sul quotidiano di via Negri è stato un altro. La coppia d’assalto Gian Marco Chiocchi e Massimo Malpica, celebre per avere indagato sull’appartamento di Montecarlo di Gianfranco Fini, mercoledì 19 gennaio ha prodotto un articolo su un giudice milanese che fu beccato in intimità in un cinema con un 14enne e poi fu assolto «perchè aveva battuto la testa».
PARLA SABINA BEGAN. Nello stesso pomeriggio, si è presentata davanti alle telecamere di SkyNews24 la cosiddetta ‘ape regina’, cioè l’attrice Sabina Began, grande protagonista delle serate ad Arcore. Con un toccante e sommesso intervento, ha preso le difese di Berlusconi dicendo di amarlo, di essere l’organizzatrice di alcune delle feste di cui si parla e negando che si sia mai trattoto di orge.
Began, ha anche detto che ‘bunga bunga’ non è altro che il suo soprannome, un codice intimo fra lei e il Cavaliere, escludendo poi rapporti sessuali fra il presidente del consiglio e le minorenni Ruby e Noemi.
Ma il pezzo forte sul quotidiano di via Negri è stato un altro. La coppia d’assalto Gian Marco Chiocchi e Massimo Malpica, celebre per avere indagato sull’appartamento di Montecarlo di Gianfranco Fini, mercoledì 19 gennaio ha prodotto un articolo su un giudice milanese che fu beccato in intimità in un cinema con un 14enne e poi fu assolto «perchè aveva battuto la testa».
PARLA SABINA BEGAN. Nello stesso pomeriggio, si è presentata davanti alle telecamere di SkyNews24 la cosiddetta ‘ape regina’, cioè l’attrice Sabina Began, grande protagonista delle serate ad Arcore. Con un toccante e sommesso intervento, ha preso le difese di Berlusconi dicendo di amarlo, di essere l’organizzatrice di alcune delle feste di cui si parla e negando che si sia mai trattoto di orge.
Began, ha anche detto che ‘bunga bunga’ non è altro che il suo soprannome, un codice intimo fra lei e il Cavaliere, escludendo poi rapporti sessuali fra il presidente del consiglio e le minorenni Ruby e Noemi.
Il pink tank di Signorini
Mentre sul sito internet di Panorama non si fa alcun riferimento alla vicenda Ruby, Signorini, gran consigliere amato da Marina e stimato da Silvio, mercoledì 19 gennaio ha fatto il colpo con un’ospite d’eccezione: Ruby Rubacuori, al secolo Karima El Mahroug.
Il direttore di Chi è da sempre l’arma in più della comunicazione Fininvest, chiamato nei momenti più difficili in soccorso alla famiglia quando di mezzo ci sono vicende sgradite.
Non solo. Signorini, oltre a essere l’addetto al rilancio dell’immagine di Berlusconi, è diventato anche uno spin doctor sul fronte politico, grazie all’invito in trasmissione di persone talvolta sgradite al Pdl come Italo Bocchino (leggi l’articolo).
Durante la registrazione a Canale 5 del programma Kalispera, la giovane marocchina ha tirato fuori il massimo del proprio repertorio di povera giovane dalla vita devastata, aiutata dal potente e disinteressato amico.
LA VERSIONE DI RUBY. «Sono stata violentata da due zii quando avevo nove anni», ha raccontato la ragazza al microfono commosso del direttore di Chi. «È accaduto quando vivevo ancora in Marocco. Non ho mai rivelato a nessuno questo episodio».
Solo la madre, a suo dire, era a conoscenza del terribile segreto mantenuto per dieci anni, per nasconderlo al padre. «La mamma mi diceva: non sei più vergine, papà ti ammazzerà. Ho fatto tanti sbagli nella mia vita, dopo questa vicenda ho cominciato a raccontare cavolate per costruire una vita parallela», ha insistito la giovamissima tra le lacrime, negando però di essere una prostituta.
Ha anche smentito di aver chiesto i famosi 5 milioni di euro al presidente del Consiglio contenuti nelle intercettazioni e ha sostenuto ancora una volta di non aver mai fatto sesso con il premier.
Il direttore di Chi è da sempre l’arma in più della comunicazione Fininvest, chiamato nei momenti più difficili in soccorso alla famiglia quando di mezzo ci sono vicende sgradite.
Non solo. Signorini, oltre a essere l’addetto al rilancio dell’immagine di Berlusconi, è diventato anche uno spin doctor sul fronte politico, grazie all’invito in trasmissione di persone talvolta sgradite al Pdl come Italo Bocchino (leggi l’articolo).
Durante la registrazione a Canale 5 del programma Kalispera, la giovane marocchina ha tirato fuori il massimo del proprio repertorio di povera giovane dalla vita devastata, aiutata dal potente e disinteressato amico.
LA VERSIONE DI RUBY. «Sono stata violentata da due zii quando avevo nove anni», ha raccontato la ragazza al microfono commosso del direttore di Chi. «È accaduto quando vivevo ancora in Marocco. Non ho mai rivelato a nessuno questo episodio».
Solo la madre, a suo dire, era a conoscenza del terribile segreto mantenuto per dieci anni, per nasconderlo al padre. «La mamma mi diceva: non sei più vergine, papà ti ammazzerà. Ho fatto tanti sbagli nella mia vita, dopo questa vicenda ho cominciato a raccontare cavolate per costruire una vita parallela», ha insistito la giovamissima tra le lacrime, negando però di essere una prostituta.
Ha anche smentito di aver chiesto i famosi 5 milioni di euro al presidente del Consiglio contenuti nelle intercettazioni e ha sostenuto ancora una volta di non aver mai fatto sesso con il premier.
Le foto della famiglia a Natale
Signorini aveva già suonato la grancassa in un recente numero di Chi, con la fotografia del pranzo di Natale di famiglia in casa Berlusconi e aggiungendo il virgolettato: «Per la prima volta dopo la separazione di Veronica Lario il premier posa in queste immagini eccezionali con tutti i figli e i nipoti. Tra loro Lorenzo Mattia, il bambino di Pier Silvio e di Silvia Toffanin, che nessuno aveva ancora mai visto».
Del resto, se Striscia la Notizia intercetta quasi 7 milioni di telespettatori, Signorini con Kalispera nell’ultima puntata è arrivato a quasi 3 milioni. E i due settimanali Sorrisi e Chi, insieme raggiungono quasi 1,3 milioni di copie diffuse secondo gli ultimi dati Ads. (di Alessandro Da Rold – lettera43.it)
Del resto, se Striscia la Notizia intercetta quasi 7 milioni di telespettatori, Signorini con Kalispera nell’ultima puntata è arrivato a quasi 3 milioni. E i due settimanali Sorrisi e Chi, insieme raggiungono quasi 1,3 milioni di copie diffuse secondo gli ultimi dati Ads. (di Alessandro Da Rold – lettera43.it)
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"Rifiutare di avere opinioni è un modo per non averle. Non è vero?" Luigi Pirandello (1867-1936)