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martedì 11 gennaio 2011

Blu, il murale imbiancato d'autorità Censura e arte negli States

 Da non credere ai propri occhi il direttoree di un museo che censura un murales !?
E di che paese poteva essere se non degli Statti Uniti ? Abbiamo cosi quasi completato la collezione di criminali ac-cult-urati.
Abbiamo avuto il direttore di museo giapponese che fà venire un artista indiano di fama internazionale e gli toglie il passaporto per obbligarlo a lavorare,finita la commissione non glielo rstituisce e finisce che l'artista si suicida !
Abbiamo avuto non il direttore di un museo criminale o imbecille,abbiamo avuto un ministro alla cultura truffatore e scopiazzatore con Sgarbi ora alla Biennale e un angelico budino con le estasi mistiche ogni volta che vede "dio" o legge una sua poesia (...) un tal don Ab-Bondi-o !
Grazie BLu per questa bella pagina carogna,gli americani resteranno sempre degli Amerikani !

Mi sarebbe piaciuto affrontare le opere murarie di Blu in maniera differente da come lo farò ma avremo modo di approfondire cosa ha fatto Blu per la strada.
2232436876.jpgOra tratterò di un caso che ha avuto molta risonanza in America. Spiegherò velocemente cosa è successo a Blu con l’aiuto della lettera scritta dall’artista stesso al fotografo Henry Chalfant.
-Blu viene invitato da Jeffrey Deitch direttore del Moca -museo d’arte contemporanea di Los Angeles- a dipingere una grande murata del Museo, in occasione della futura mostra “Arts in the Streets”, aprile 2011.
-A Blu non è stato richiesto alcun bozzetto e lui per primo è restio a concedere bozzetti prima della realizzazione di un opera, il committente che lo chiama dovrebbe conoscere quanto basta come lavora l’artista e che tipi di tematiche tratta.
-Blu arriva a Los Angeles durante la fiera di Miami, il direttore è alla fiera. Dopo sei giorni Jeffrey Deitch torna a Los Angeles e vede l’opera di Blu quasi finita (l’immagine in foto). Il direttore trova offensivo il pezzo, in quanto, nei pressi del museo, vi è un ospedale per veterani di guerra e un monumento ai caduti nippo-americani.
BLU
-Blu va a cena dal direttore che gli propone di realizzare un nuovo pezzo che “invita le persone ad entrare al museo”. Blu rifiuta ed il giorno dopo viene informato, da un blogger, che il suo muro sta per essere cancellato. Il muro viene cancellato.
-Tornato in Italia, Deitch, via mail, gli chiede di sottoscrivere un comunicato stampa per calmare le accuse di censura. Blu si rifiuta, non ha intenzione di scendere a compromessi.
BLU
Ora giusto per essere chiari, ecco l'ultima parte della lettera scritta da Blu a Henry Chalfant:
" …Ora, giusto per essere chiari:
Il mio pezzo non è stato fatto per offendere nessuno, né il Moca, né Deitch o qualsiasi altro veterano di guerra. Stavo sinceramente cercando di fare uno dei miei pezzi migliori e sarei stato felice di trascorrere un giorno in più su quel muro, per il ritocco e la rifinitura di tutti i restanti dettagli, per renderla migliore.
Mi capita spesso di dipingere soggetti forti, ma lascio sempre l’interpretazione aperta allo spettatore e questo può generare discussioni. La reazione delle persone è la cosa più interessante per me. Vedere questo pezzo come ‘offensivo’, era la sua personale interpretazione, non l’unica interpretazione possibile. Deitch l’ha visto così e ha preso la decisione di cancellarlo, senza aver ricevuto alcun reclamo ufficiale.
Adesso io non sono arrabbiato con nessuno, ma questo non significa che io appoggio la censura del mio pezzo e io non voglio far parte di tale decisione: farlo significherebbe negare l’intera idea del mio lavoro.
Posso anche dire che durante la mia breve esperienza su quel pezzo, ho parlato con molte persone, inclusi alcuni veterani di guerra, che hanno capito il pezzo in modo completamente opposto. Con mia grande sorpresa, hanno gradito il murale, trovandolo veritiero.
Questa, come molte altre interpretazioni diverse, è apparso in diversi siti internet subito dopo la cancellazione. Ho trovato questa discussione molto interessante. Detto questo, non ho alcun problema che giustifichi il mio lavoro, ma adesso non c’è più un murale a parlare, e la mia posizione personale è solo quello di fare un passo indietro e guardare le reazioni (della gente n.d.).
Una nota finale:
Come ho detto io non sono arrabbiato, ma mi piace chiamare le cose con il loro nome esatto.
Ora, alcune persone (per lo più persone connesse con al Moca o Jeffrey Deitch) sostengono che questa non è censura, ma una “scelta curatoriale”.
La definizione di questa parola che riporta Wikipedia:
La censura è la soppressione di parola o di altre comunicazioni che possono essere considerate sgradevoli, nocive, sensibile, o non conveniente per la massa delle persone, come determinato da un governo, organo di stampa, o altro organo di controllo”
Ecco, questo mi suona familiare
e questo è tutto. 
grazie
ciao
Blu"
Il direttore del Moca conosceva molto bene i lavori di Blu, non era la prima volta che collaboravano.
Non è la prima volta che Blu collabora con le istituzioni, il dipinto che Blu fece sulla facciata della Tate Modern trattava in modo altrettanto cinico le conseguenze della guerra eppure non fu censurato.
Io e Lex prendiamo le difese di Blu. Quante opere d’arte, quanti film, quanti romanzi ed articoli di giornale sono stati scritti contro la guerra nell’ultimo decennio dagli americani senza essere stati censurati o addirittura premiati. Avrei forse compreso meglio la storia se i veterani avessero pubblicamente espresso il loro malcontento ma da un direttore di museo questo è inaccettabile.
4 gennaio 2011
unita.it

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"Rifiutare di avere opinioni è un modo per non averle. Non è vero?" Luigi Pirandello (1867-1936)