Stefano Cucchi |
Un giovane immigrato è morto poco dopo l'arresto eseguito dai carabinieri.
Il senegalese, 34 anni, intorno alle 8 di domenica mattina ha accusato problemi respiratori ed è stato chiamato il '118'.
La situazione, nel giro di alcune decine di minuti è degenerata sino alla morte avvenuta alle 8.45.
Tutto è accaduto nella caserma Masotti, sede del comando provinciale dell'arma.
L' immigrato era stato fermato per un controllo venerdì sera e arrestato nelle ore successive per violazione della Bossi-Fini. Il Pm di turno, Francesco Piantoni, ha disposto l'autopsia.
Non è la prima vittima della Bossi Fini mà stavolta il sospetto di forme "inusuali" di violenza applicate ad uno straniero riottoso ai controlli o all'arresto che di li a poco lo avrebbe condotto in un CIE è concreto,specie in una provincia come quella di Brescia funestata da numerosi episodi di xenofobia!
Spero vivamente che i sospetti vengano diradati immediatamente applicando tutta la trasparenza possibile al caso altrimenti si avrà un riaccendersi dei focolai di protesta da parte dell'immigrazione del nostro paese .
In nessun paese si dovrebbe morire poco dopo un arresto o un controllo in una caserma di polizia,lo stato deve garantire l'incolumità dei cittadini,dopo il caso Cucchi,solo l'ultimo legittimo ogni sospetto...Aggiornamento da BsNews.it -Pur avanzando dei sospetti vaghi affermano in un loro articolo che non sono stati rilevati segni di violenza sul corpo del senegalese,per onestà riporto il link della notizia con relativo dettaglio.
APPROFONDIMENTO
dal blog: proletaricomunisti.blogspot.com
domenica 12 dicembre 2010
Brescia: stamattina un nuovo assassinio di stato
Ci è giunta poco fa la notizia, da Radio Popolare Milano, che stamattina, nel comando provinciale dei carabinieri a Brescia, è morto per "cause ancora da accertare" un ragazzo senegalese fermato venerdì sera per presunta violazione della Bossi/Fini.
Un referente della comunità senegalese di Brescia, in una dichiarazione a RP riferisce che il ragazzo, da vent'anni in Italia, era operaio in una fabbrica metalmeccanica ed era in possesso del permesso di soggiorno dal 1996.
Un testimone, anche lui fermato venerdì ma rilasciato sabato pomeriggio, denuncia che il ragazzo ucciso soffriva di asma e che alle sue richieste di assistenza sanitaria le guardie avevano risposto insultandolo pesantemente ("che cazzo ce ne frega...""sei solo un negro...ecc.")
ASSASSINI!L'hanno lasciato morire deliberatamente pur sapendo della malattia, poichè il ragazzo aveva mostrato dei documenti che ne certificavano il precario stato di salute.
Brescia: stamattina un nuovo assassinio di stato
Ci è giunta poco fa la notizia, da Radio Popolare Milano, che stamattina, nel comando provinciale dei carabinieri a Brescia, è morto per "cause ancora da accertare" un ragazzo senegalese fermato venerdì sera per presunta violazione della Bossi/Fini.
Un referente della comunità senegalese di Brescia, in una dichiarazione a RP riferisce che il ragazzo, da vent'anni in Italia, era operaio in una fabbrica metalmeccanica ed era in possesso del permesso di soggiorno dal 1996.
Un testimone, anche lui fermato venerdì ma rilasciato sabato pomeriggio, denuncia che il ragazzo ucciso soffriva di asma e che alle sue richieste di assistenza sanitaria le guardie avevano risposto insultandolo pesantemente ("che cazzo ce ne frega...""sei solo un negro...ecc.")
ASSASSINI!L'hanno lasciato morire deliberatamente pur sapendo della malattia, poichè il ragazzo aveva mostrato dei documenti che ne certificavano il precario stato di salute.
Tre mesi fa a Brescia ha avuto inizio la lotta degli immigrati per il permesso di soggiorno, una lotta dura e determinata, che ha portato all'attenzione del paese lo scandalo della sanatoria truffa. Una lotta che fa paura ai criminali che governano il paese, terrorizzati al pensiero che questa si estenda in tutte le città d'Italia fino a travolgerli.
Per questo motivo a Brescia è stata scatenata la repressione più dura.
Sgomberi, cariche, arresti, deportazioni e ogni giorno fermi a scopo intimidatorio colpiscono decine degli stranieri che animavano il presidio di via San Faustino allo scopo di farli ritornare nell'ombra, schiavi alla mercè dei loro sfruttatori.
Per questo motivo a Brescia è stata scatenata la repressione più dura.
Sgomberi, cariche, arresti, deportazioni e ogni giorno fermi a scopo intimidatorio colpiscono decine degli stranieri che animavano il presidio di via San Faustino allo scopo di farli ritornare nell'ombra, schiavi alla mercè dei loro sfruttatori.
I quotidiani on line bresciani stasera titolavano "Giallo a Brescia muore in caserma un senegalese" giallo che presumibilmente non avrà mai una soluzione, mentre solo pochi giorni fa, è bastata una frase mal tradotta a "condannare" senza processo per un orrendo omicidio un ragazzo originario del marocco sbattuto come mostro sulle prime pagine di tutti i giornali nazionali.
Ma questo nuovo omicidio non può che alimentare la necessità di ribellarsi e di organizzarsi per una risposta ancora più decisa per i proletari immigrati che non hanno nulla da perdere se non le proprie catene.
VERGOGNA PER L'ITALIA VERGOGNA PER COLORO CHE
RispondiEliminaCOME MIO PADRE SONO STATI FERITI DAi NAZIFASCISTI PER LASCIARCI UN MONDO MIGLIORE.
migliore per chi? per quelli che si fanno
acquistare tutti i giorni dal denaro del
Cavaliere, o per quelli che bruciano il tricolore il cosidetto popolo razzista padano?