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giovedì 5 agosto 2010

La Gelmini intercettata mentre telefona all'università di Varese: «Diamo una laurea a Bossi in comunicazione»

Gelmini telefona all'università di Varese: «Diamo una laurea a Bossi in comunicazione»

Una laurea honoris causa in Scienze della Comunicazione a Umberto Bossi, per chiara fama da parte dell’università dell’Insubria, nella “sua” Varese. Sponsor autorevole dell’iniziativa – secondo la Prealpina, il quotidiano varesino che ne ha dato notizia lo scorso 30 luglio – è addirittura il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Mariestella Gelmini. Che avrebbe telefonato direttamente al rettore dell’Insubria, il professor Renzo Dionigi.
Dell’idea e dell’autorevole sponsorizzazione si è parlato in una cena informale che lo steso rettore ha avuto con il prorettore, i presidi di facoltà, i dirigenti di rango più elevato circa un mese fa in un ristorante di Azzarate. La notizia non è mai stata smentita. Anzi, il 31 luglio la Prealpina ha pubblicato una lettera del Presidente della Provincia di Varese, Dario Galli, che rilancia l’idea e ricorda, un po’ spazientito, che sono almeno quattro anni che la Provincia chiede all’università dell’Insubria di conferire finalmente l’«indispensabile riconoscimento accademico all'uomo politico.. più significativo degli ultimi 30 anni» che, con la sua «incredibile capacità di comunicazione di massa» ha reso possibile il «miracolo leghista».
A queste reiterate richieste il Rettore non è del tutto insensibile: «La laurea a Umberto Bossi? Se una facoltà la propone ...» aveva pubblicamente dichiarato già due anni fa. D’altra parte il Rettore era stato molto attento, lo scorso 15 marzo, a inaugurare, alla presenza proprio di Bossi, il Centro Internazionale Insubrico “Carlo Cattaneo” e “Giulio Preti” per la Filosofia, l’Epistemologia, le Scienze cognitive e la Storia della Scienza e delle Tecniche dell’Università degli Studi dell’Insubria, con sede nell’edificio centrale dell’Università, in via Ravasi a Varese.
Certo non è frequente trovare città in Europa in cui ci sia un così stretto “idem sentire”, direbbe Bossi, tra cultura accademica e cultura politica dominante. E non si ha notizia, in Europa, di Ministri dell’università che perorino presso un rettore il conferimento della laurea ad honorem a un collega di governo.
Tanto più presso un’università che non è esattamente un esempio di efficienza padana. Dove, secondo dati forniti dalla Cgil, si sforerà a breve il tetto del 90% nel rapporto tra stipendi e Fondo di Finanziamento Ordinario, avendo l’università dell’Insubria circa 380 e quasi altrettante unità di personale tecnico-amministrativo.
Dove proliferano le sedi decentrate. L'ateneo ha due sedi istituzionali, Varese e Como, cui nel tempo si sono aggiunti corsi di laurea anche a Busto Arsizio e Saronno. Dove il figlio del rettore è professore associato nella stessa facoltà del padre (medicina). E il figlio del rettore vicario è ricercatore nella stessa facoltà del padre (giurisprudenza). In cui il rettore (70 anni) è in carica da 12 e lo sarà sicuramente per altri due. Dove non sempre i fondi vengono spesi bene. Talvolta non vengono spesi affatto: nonostante molti stanziamenti per l'edilizia, l'università dell’Insubria non dispone di sedi adatte, mentre non sono neppure iniziati i lavori di ristrutturazione della sede di via Ravasi a Varese, pianificati e finanziati fin dal 1998. È dunque in questo ateneo che sembra godere di molti dei mali attribuiti alle università del Sud che verrà laureato honoris causa il leader della Lega Nord?



Il curriculum della ministra
 Finora le fabbriche sono state silenziose. Perfino i magistrati sono spaccati. Lei, Mariastella Gelmini, ha portato in piazza tutti: professori, genitori, precari, studenti. La sua riforma è la vera sconfitta del terzo governo Berlusconi.

È signorina. Ma di quelle Signorsì. Tremonti vuole tagli a scuola e università e il via alla privatizzazione strisciante: lei esegue, e lancia l'idea di trasformare istituti e atenei in Fondazioni in concorrenza fra loro. Il Vaticano vuole l'ora di religione cattolica come materia piena di insegnamento: per lei è subito una "posizione condivisibile". La tattica è elementare, se vuoi far carriera, non ti puoi fare troppi nemici. Se ne hai (le è capitato quando nel 2000 i suoi di Forza Italia la fecero fuori con una mozione di sfiducia dalla carica di presidente del consiglio comunale di Desenzano del Garda, e poi nel 2005 quando Berlusconi la nominò coordinatrice regionale tra i malumori della nomenklatura), meglio star buona, aspettare, prima o poi non mancherà l'occasione di farseli di nuovo amici. Lei, Mariastella Gelmini, in questo è bravissima. L'ha anche spiegato: "Non è mica un delitto andare d'accordo con tutti",continua a leggere....

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