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sabato 10 luglio 2010

Uno scandalo Fascista,meglio Rachele a Claretta Petacci

A oltre mezzo secolo della sua tragica fine Claretta Petacci subisce l'ennesimo affronto,e da parte di quelli che si ritengono ancora oggi ispirati da Benito Mussolini e dal fascismo (...)
Protagonista dell'affronto post mortem  il movimento sociale-fiamma tricolore della Basilicata !
Oltre che discriminatoria la faccenda ha del grottesco e del surreale.
la comicità grottesca della cosa tocca i vertici dell'isteria ridens,di una ipocrisia bigotta inaudita,o una delle forme inusitate del Cannibalismo,alla faccia del noto " me ne frego " di D'Annunziana memoria, vorrebbe corregere la storia e le sue divagazioni, "trasgressioni" erotiche,per rimetterla sui binari di un non "comune sentimento del pudore" talmente impolverato da passare innoservato persino agli occhi del parroco;come diceva André Malraux:" in ogni minoranza c'è sempre una maggioranza di imbecilli ! "
Non avrebbe mai pensato che sarebbe finita così.
Le braccia penzoloni, le caviglie strette da corde, appesa al tetto di un chiosco di benzina, il volto tumefatto e gli occhi vitrei che ormai nulla più vedevano.
Esposta all’odio e al pubblico ludibrio della folla.
Non pensava che la prima notte passata con il suo uomo, sarebbe stata anche l’ultima, dopo non ci sarebbe stata una passeggiata, ma soltanto urla impotenti nel tentativo di salvare il suo compagno e una sventagliata di mitra a mettere fine alla sua vita.
Tutto questo non si immaginava Claretta Petacci quando si innamorò di Benito Mussolini.
Claretta nacque a Roma il 28 Febbraio 1945, appassionata di pittura e con velleità cinematografiche, pare fosse innamorata del Duce fin da giovanissima.
Era primavera, il 24 aprile 1932 e la speranza di Claretta fu esaudita. L’incontro avvenne alla rotonda di Ostia, Claretta ha vent’anni nel pieno della sua giovinezza e della sua bellezza, il Duce ne ha cinquantuno ed è al massimo consenso popolare.
  Il movimento sociale-fiamma tricolore della Basilicata darà 1.500 euro ai genitori dei bambini che nasceranno in cinque comuni potentini dove risiedono poche centinaia di abitanti, ma a due condizioni: che il neonato si chiami Benito o Rachele e che il contributo sia utilizzato per l'acquisto della culla, affini e alimenti per il nascituro, mentre in un comune del trevigiano l'assessore al sociale propone di elargire 2.000 euro alle famiglie straniere indigenti, basta che emigrino altrove data l'impossibilità di sussistere coloro che avendo perso il lavoro, ma avendo ancora il permesso di soggiorno, non possono essere allontanati.
Se è pur vero che in certe disposizioni a ben vedere qualche leggerissima discriminazione si potrebbe eccepire -ad esempio è intollerabile che a Benito e Rachele non si sia aggiunto pure Claretta- altrettanto vero è che siffatte iniziative potrebbero dar corso a veri e propri scambi di favori regionali del tipo "A.A.A. cedesi famiglia incinta, ma disoccupata, in cambio di famiglia lavoratrice senza figli -che i contributi per gli asili costano.

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