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venerdì 16 luglio 2010

" la santità della prostituzione "



Eros installazione
 Barbara Alberti
 
Rispondo a chi mi ha scritto per commentare le poche righe in difesa della D'Addario, offesa a piazza Navona da donne indignate della sua presenza. Piazza Navona è un racconto di Maupassant: Patrizia è "Boule de suif". 1870. I Prussiani vincitori invadono la Francia. Da Rouen occupata, una carrozza parte per Le Havre. A bordo ricchi borghesi con le mogli, due suore, un conte, indignati che con loro viaggi anche Boule de Suif, la prostituta. Nessuno le rivolge la parola. Ma è l'unica che ha portato le provviste.
Per fame diventano un po' meno villani, e gliele finiscono. Vengono bloccati dai Prussiani. Per liberarli, il comandante chiede una notte con Boule de suif. Lei rifiuta: è un'ardente patriota, mai andrà col nemico. Allora gentiluomini e signore per convincerla la trattano come una figlia, le suore sono le più accanite nel dimostrarle che è grato a Dio il darla a fin di bene, al prussiano, a chiunque. E lei, credendosi accolta da chi la disprezzava, cede.
Li ha salvati, si aspetta gratitudine. Ma una volta ripartiti la trattano come un'appestata. Stavolta Boule de suif non ha provviste. Gli altri tirano fuori ogni ben di Dio e non le offrono niente. Il pianto di Boule de suif chiude il racconto, mentre un passeggero, l'unico con un po' di senso morale, fischia minacciosamente la marsigliese.
Che l'ipocrisia il bigottismo l'opportunismo la spocchia del rango dei borghesi di Rouen si ritrovino intatti 140 anni dopo, in una piazza della sinistra, è parecchio brutto.
C'è una frase chiave " Non si potevano mangiare le provviste di quella donna senza rivolgerle la parola".
E noi ce le siamo mangiate le provviste della D'Addario, eccome. E sono state molto importanti. E rischia di pagarla cara. I ducetti hanno memoria, aspettano solo che esca di scena, intanto sua madre è stata pestata da ignoti. A Piazza Navona Patrizia non cercava solo pubblicità. Credeva di essere stata accolta, come Boule de suif.
Alla radio sento una voce sguaiata da orchessa, che grida "Escort di merda! Escort di merda!", non sapevo chi stesse parlando e di chi, ma ho riconosciuto lo stile, ho pensato "è la Santanché". Invece era una signora di sinistra, che inveiva contro la D'Addario. "Se non ci fosse una sinistra di merda non avremmo questa destra di merda, e non saremmo ridotti a sperare in Fini" (Stefano Coppini). Viene proprio voglia di fischiare la Marsigliese. La Santanché di sinistra urlava anche "Vattene! Noi siamo qui a difendere la cultura!". Se questa è la cultura preferisco tornare scimmia.
(Da: Il Fatto Quotidiano)

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