google6a3fa170c1192d09.html 100cosecosi 100cosecosi: Furto con scasso a casa nostra,Berlusconi ci stà rapinando,aiuto!

venerdì 30 luglio 2010

Furto con scasso a casa nostra,Berlusconi ci stà rapinando,aiuto!

100cosecosi:Mi chiedo cosa fareste se una volta eletto il vostro amministratore di condominio questo per coprire i buchi nel bilancio della sua insana scriteriata truffaldina gestione decide di mettere in vendita i vostri gioielli di famiglia?
Il popolo elegge i suoi rappresentanti e questi non trovano niente di meglio che vuotargli il "pollaio" in nome del bene pubblico (ammollare alle Regioni in nome del federalismo un malloppo da spartire tra le mafie locali e i soliti noti) !
Ma non la sentite la puzza di ratto morto?!
Fate uno sforzo con l'immaginazione e chiedetevi quanto questo sia giusto,le proprietà dello stato sono patrimonio esclusivo del popolo,della nazione e non credo che ci siano motivi o giustificazioni tali salvo il fallimento finanziario di una nazione per alienare i beni del popolo,i suoi gioielli tramandati da una generazione all'altra e con tanto duro lavoro !
Va da se poi che per quanto sappiamo dell'Italietta questi beni finiscono sempre nelle solite mani (...) 
Volete un esempio?
Guardate quante spiagge del demanio pubblico,gestite dalle capitanerie di porto sono accessibili al popolo,alla gente gratuitamente,in due parole sono le nostre spiagge ma per poterne godere tranne rare spiaggie pubbliche si deve pagare l'ingresso agli stabilimenti balneari gestiti da privati,concessioni etc,
Il delinquente,perchè di un mascalzone si tratta non aveva forse promesso di "...non mettere le mani in tasca agli italiani?" 
Voglio dire,qui le mani in tasca certo no ma rapina con scasso  a notte fonda si,si perche è notte fonda sul piano dell'informazione mediatica intorno a questa spogliazione che inizia alla chetichella! 
Vengono forzati principi secolari,gli stessi che hanno fatto grande il bel paese,la sua bellezza,la sua arte,i suoi monumenti,è la nostra memoria che viene messa in vendita !
Il gioco è chiaro,si inizia con piccole proprietà per poi finire con i pezzi più pregiati della collezzione.
Infine tutto il mondo e persino il terzo mondo ha scoperto da un bel pezzo l'immenso valore che riveste la cultura,il suo patrimonio artistico,i suoi monumenti e la ricchezza con cui gratifica chi investe nella conservazione..
Dovrebbe ben saperlo il ministro al Turismo Brambilla...dovrebbe ma si guarda bene dal proferire,spiaccicare parola tanto è presa estaticamente prona e scosciata,appiattita nell'adulazione della sua inconsistenza e di quella del suo padrone!
Una vergogna,umiliante,per i mascalzoni,per quello che ci fanno certo e per i bifolchi che si fanno spogliare con un entusiasmo da beoti,da chierichetti felici dell'attenzione affettuosa che gli dedica il parroco pedofilo!
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La Grecia non ha voluto, ma l’Italia sì: Berlusconi si vende le isole
(Articolo di Economia salute e ambiente, pubblicato martedì 6 luglio 2010 in Portogallo).

Isole, spiagge, palazzi: l’Italia fa valere quello che possiede di più bello per combattere il debito pubblico

Ci sono più di 9.000 beni a disposizione di chi sia in grado di sborsare alcuni milioni di euro per impossessarsi di un pezzo d’Italia. L’idea è partita dal partito separatista italiano Lega Nord ed è piaciuta al governo Berlusconi, alle prese con il maggior debito pubblico della sua storia, più di 1,8 miliardi di euro (dati del gennaio 2010).

Piccoli e grandi tesori nazionali passeranno dalle mani dell’agenzia del demanio alle autorità locali e regionali, che poi li metteranno in vendita sul mercato internazionale. Il 75% del ricavato sarà utilizzato per pagare i debiti a livello locale e il restante servirà per ridurre il deficit nazionale. La lista provvisoria include importanti edifici storici come l’antico Palazzo Reale di Palermo, che ha più di 900 anni, o Villa Giulia, costruita nel XVI secolo a Roma, città dove sarà possibile comprare anche parte di un mercato e un cinema.


Palazzo Reale Palermo
Per completare la lista, che tocca i 3.000 milioni di euro, ci sono luoghi e paesaggi emblematici del Paese e sue isole costiere. Nella laguna di Venezia verrà messa in vendita l’isola di Sant’Angelo della Polvere, di 0,53 ettari, e parte di altre isole, come un campo da golf sull’isola di Albarella, i ruderi di un forte nell’isola di Sant’Erasmo e il faro di Spignon che controllava l’entrata delle imbarcazioni nella laguna.

Faro di Spignon

Chi ha sempre sognato di possedere un’isola deserta, puo’ acquistare l’isola di Santo Stefano nel Tirreno. Se si preferisce compagnia c’è la possibilità di comprare una spiaggia sul lago di Como, dove hanno casa star del calibro di Madonna e George Clooney. A questa vendita in grande scala non sfugge la regione Sardegna, dove la paradisiaca spiaggia di Caprera ha anche lei un suo prezzo.

Spiaggia di caprera
Molti di questi luoghi sono importanti riserve naturali dove per legge è impossibile costruire. Gli ambientalisti si preoccupano del fatto che questa legge potrebbe venire scavalcata in nome della valorizzazione dei terreni. “Quando una persona paga più di un milione di euro per una isola, ci vuole costruire una casa” ha detto al “The Sunday Times” Farhad Vladi, un agente immobiliare specializzato in isole private.

L’iniziativa del governo italiano sembra avere avuto origine dalle voci che si sono succedute sulla Grecia. Il governo greco aveva smentito immediatamente la notizia data a giugno dal “The Guardian” sull’ipotesi che il paese vendesse alcune isole per far fronte al debito pubblico.

La possibilità di cui aveva parlato la stampa aveva suscitato l’indignazione dei greci e il portavoce del governo ellenico l’aveva considerata “un insulto”. In ballo c’era il patrimonio naturalistico protetto, come quello che ora è messo in vendita da Berlusconi. Il giornalista greco e opinionista di “I online” Jorge Messias ha sottolineato le questioni legali che la situazione solleva. “Non si puo’ vendere quello che è protetto dalla legge”. Quando questo accade, è importante chiarire che lo Stato continua a mantenere la sovranità, contrattacca il giornalista. “Una cosa è la proprietà e un’altra la sovranità nazionale”, e i territori venduti sono territori nazionali “con tutte le costrizioni giuridiche che ciò implica”.

Nel 2002 Antonio Martino, allora ministro italiano della Difesa, parlò del patrimonio culturale e naturalistico come del “petrolio dell’Italia” da dove sarebbe potuta venire la soluzione dell’allora già alto debito pubblico. Ma garantiva: “Non si tratta di vendere il Colosseo o la Fontana di Trevi, ma di rendere produttivo l’immenso patrimonio immobiliare attualmente improduttivo.” Otto anni dopo il governo porta a termine la maggiore operazione di questo genere nella storia italiana.

[Articolo originale "Grécia não quis mas Itália quer: Berlusconi vende ilhas." di Margarida Videira da Costa]

3 commenti:

  1. Vendere le isole e parte del patrimonio culturale italiano? Certamente si. A chi fosse contrario per becero campanilismo chiedo questo:posto che non abbiamo soldi a sufficienza per mantenere tutto ilo nostro patrimonio, tu cosa preferisci: 1) Che vada tutto in rovina, ma rimanga di proprietà italiana. 2) Che sia tutto restaurato e portato agli antichi splendori, indipendentemente di chi sia la proprietà, anche per il fatto che non puoi spostare le isole o trasferire le chiese e le abbazie altrove? Quindi rimanga comunque patrimonio culturale italiano, poi che sia tuo o mio chi se ne frega.
    Chi votasse al punto 1 non merita di vivere e di dichiararsi italiano dato che per lui tutto potrebbe crollare e marcire, ma si vede che il suo cervello è già marcio.

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  2. Caro mio...i risparmi di famiglia non si svendono!
    Evidentementela mamma non ti ha trasmesso il valore generazionale dell'identità !
    Infine svendere i gioielli di famiglia per pagare le marchette a quella banda di cialtroni che ci governa mi pare quantomeno masochista !

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  3. una bella rivoluzione devono sparire tutti.

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"Rifiutare di avere opinioni è un modo per non averle. Non è vero?" Luigi Pirandello (1867-1936)