google6a3fa170c1192d09.html 100cosecosi 100cosecosi: Monika Ertl, la donna che vendicò Guevara fu uccisa da Klaus Altmann Barbie

domenica 27 giugno 2010

Monika Ertl, la donna che vendicò Guevara fu uccisa da Klaus Altmann Barbie

1dress.jpg
Monika Ertl, figlia di un tedesco compromesso col nazismo, vendicò Che Guevara sparando e uccidendo l”ufficiale dei servizi segreti boliviani Quintanilla Pereira. L’uomo che aveva ucciso il Che e poi era stato messo al sicuro nell’ambasciata boliviana in Germania. Lì lo trovò la Ertl e gli stampò una V in petto con tre colpi di pistola. Ma la donna, in una inarrestabile nemesi, cadrà poi a sua volta vittima di un nazista: un’imboscata organizzata dall’ex boia di Lione, il criminale nazista Klaus Altmann Barbie.
All’incredibile altalena di assassinii e vendette non manca un’appendice italiana, visto che la pistola che uccise il giustiziere del Che fu fornita alla Ertl da Giangiacomo Feltrinelli, attraverso una rete internazionale della sinistra guerrigliera.
La vicenda è raccontata dal giornalista Juergen Schreiber nel libro “Sie Starb wie Che Guevara – die Geschichte der Monika Ertl” (Morì come Che Guevara – Storia di Monika Ertl).
Nel 1971 Monika, allora trentaquattrenne, si presentò al consolato boliviano di Amburgo per chiedere un visto e per parlare col console. Invece gli sparò tre volte lasciando tre fori nel suo petto a forma di “V” e un biglietto sulla scrivania con su scritto “victoria o muerte”, simbolo dell’Esercito di Liberazione boliviano.
Figlia di un collaboratore di Leni Riefenstahl riparato dopo la guerra in Bolivia, la Ertl aveva sposato un ricco boliviano-tedesco. Nel ‘69 abbandonò il marito per unirsi ai guerriglieri boliviani, diventando l’amante del loro capo, Inti Peredo, il successore del Che.
Quando anche Inti venne ucciso dal torturatore Quintanilla, Monika giurò vendetta.
Tornò in Bolivia al fianco di Regis Debray per organizzare la cattura di Klaus Altmann Barbie, l’ex capo della Gestapo di Lione. L’ex amico non si fece mai prendere, ma con l’aiuto della polizia boliviana uccise la Ertl.

 Storia di amore e guerriglia: Monika Ertl, che vendicò il Che e fu uccisa da Klaus Barbie,continua a leggere....



-----
BERLINO Fu una giovane bavarese, Monika Ertl, l' angelo vendicatore che uccise in un attentato ad Amburgo l' assassino di Che Guevara. Sparò con una pistola procuratagli da Giangiacomo Feltrinelli attraverso la rete internazionale dell' ultrasinistra, poi fuggì in Bolivia e fu tradita e uccisa in un' imboscata organizzata dal criminale nazista Klaus Altmann Barbie. La storia riemerge nel libro del giornalista Juergen Schreiber, Sie starb wie Che Guevara-die Geschichte der Monika Ertl ("Morì come Che Guevara-Storia di Monika Ertl"), pubblicato da Artemis und Winkler. Al tema, Spiegel online ha dedicato ieri un ampio servizio. Si sapeva già che Monika Ertl fu ricercata, sospetta omicida di Roberto Quintanilla Pereira, lo spietato ufficiale della sicurezza boliviana, ma il libro per la prima volta narra ogni dettaglio di questa storia dimenticata. Monika aveva 34 anni quel primo aprile 1971, quando si presentò al consolato boliviano ad Amburgo, dicendo di voler chiedere un visto e parlare col console. Entrò nel suo ufficio, gli puntò contro la pistola, sparò tre volte. Quintanilla cadde ucciso sul colpo. Sul petto, tre fori a forma di V, forse per dire "Vittoria". Sulla scrivania, Monika lasciò un biglietto con scritto "Vittoria o morte", lo slogan dell' Eln, l' Esercito di liberazione nazionale dei guerriglieri boliviani. La moglie di Quintanilla accorse, cercò di fermarla, ma lei la spintonò e riuscì a fuggire. Monika era nata nell' Alta Baviera ma cresciuta in Bolivia, figlia di Hans Ertl, tedesco emigrato compromesso con il nazismo: era stato uno dei più bravi cameramen della regista Leni Riefenstahl. Fin da giovane, era scossa dalle spaventose ingiustizie sociali in Bolivia; il padre, che pure la adorava "come fosse un figlio maschio, lei che sa sparare come un uomo", la invitava a lasciar perdere. Monika sposò un ricco boliviano- tedesco, ma nel 1969 divorziò e lasciò la famiglia. Divenne l' amante di Inti Peredo, l' erede del Che. "E' un Cristo con la pistola", diceva innamorata. Anche Inti cadde, ucciso dal torturatore Quintanilla, che si fece fotografare fiero accanto al suo cadavere. Monika giuròa se stessa di vendicare il Che e Inti. Fuggì in Germania, ebbe alloggio in una comune dell' ultrasinistra in un appartamento nello stesso palazzo del consolato boliviano. Laggiù la dittatura militare aveva messo al sicuro Quintanilla come console. I generali temevano la maledizione di Fidel Castro, che aveva detto "Gli assassini del Che, li voglio tutti morti". Temevano i commandos del Ministerio de la Seguridad cubano, non una giovane bavarese. La pistola di Monika, scrive Schreiber, risultò poi intestata a Feltrinelli. Lei riuscì a tornare in Bolivia, si unì all' Eln. Sulla sua testa, c' era una taglia di 20mila dollari. Contattò Régis Debray, l' amico francese del Che. I due sapevano che laggiù viveva Klaus Altmann Barbie, l' ex capo della Gestapo di Lione. L' uomo che con le sue mani torturò a morte Jean Moulin, leader comunista nella Francia occupata da Hitler e massimo capo militare della Resistance agli ordini di de Gaulle. Monika e Debray progettarono di rapirlo. Ma lui, ex amico di papà Hans, era furbo e protetto. Colonnello onorario del servizio segreto boliviano, organizzò l' imboscata in cui Monika cadde. Invano papà Hans, informato della morte di lei, chiese la consegna della salma. Gliela negarono, forse per non mostrare se era stata torturata prima dell' uccisione. Monika rimase una combattente senza tomba caduta nella giungla. E nonostante riti e miti della guerra fredda, né a Cuba né nell' Urss, né nella Ddr né nell' ultrasinistra occidentale, le furono mai intitolati una scuola, un monumento o un manifesto.
Fonte

0 commenti:

Posta un commento

"Rifiutare di avere opinioni è un modo per non averle. Non è vero?" Luigi Pirandello (1867-1936)