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mercoledì 30 giugno 2010

Lettera aperta ai giornalisti ed ai direttori di pubblicazioni dei giornali italiani!


Lettera aperta ai giornalisti ed ai direttori di pubblicazioni dei giornali italiani!

di JIVIS TEGNO editorialista di Informare per Resistere
Gentili signori/ e
Il giorno 1 luglio si terrà in molte città italiane, una manifestazione di protesta contro il nuovo disegno della legge Alfano sulle intercettazioni. Legge che viola e limita drasticamente la libertà dei giornalisti e il diritto dei cittadini ad essere informati come sancito dall’articolo 21 della costituzione italiana. L’iniziativa della manifestazione voluta dal “Popolo Viola”, ha subito avuto l’adesione di tutte le associazioni di categoria dei giornalisti italiani, ma anche di tantissime altre sigle tra cui Federconsumatori e associazione Articolo 21. Una mobilitazione che vedrà lo schieramento dei mass media italiani senza alcuna distinzione politica.

Il lavoro di giornalista non sempre è un mestiere facile. Siamo consapevoli dei rischi che molti di voi devono affrontare quotidianamente nel desiderio di riportare alla luce verità che in molti casi non sono gradite. Purtroppo, alcuni di voi ci hanno lasciato la vita, ad esempio Ilaria Alpi giornalista del Tg3, assassinata nel 1994 a Mogadiscio in Somalia insieme con il suo operatore Miran Hrovatin, oppure del giornalista Walter Tobagi del “Corriere della Sera”, ucciso il 28 marzo 1980 dai terroristi della Brigata XXVIII marzo. Per tutti questi giornalisti, che tutti noi portiamo nel cuore, porteremo avanti le “battaglie” sulla ricerca continua della verità e sul diritto alla libertà di informazione a qualunque costo. Ecco perché noi popolo civile, vi sosterremo e saremo con voi in piazza il 1 luglio.

Tuttavia, non dobbiamo pensare che il male che colpisce oggi la liberta di informazione in Italia risieda esclusivamente in questa “legge – bavaglio”, oppure che il suo annullamento ridarebbe automaticamente ai giornalisti italiani la libertà di informazione! Approfittiamo adesso che il tema è di estrema attualità, per affrontare le altre cause che impediscono a voi giornalisti, di esercitare liberamente il vostro mestiere con dignità e professionalità, compromettendo cosi la libertà di informazione.

Il giornalismo italiano per fornire un informazione libera, dovrebbe sbarazzarsi di cinque grandi piaghe che non facilitano l’attività dei suoi addetti. Queste piaghe sono: la Precarietà, il Mobbing
giornalistico, la strumentalizzatone e la criminalizzazione delle notizie, il silenzio delle notizie e il finanziamento ai giornali.

• La precarietà : sono più di 20.000 tra giornalisti pubblicisti e professionisti che lavorano per un stipendio da fame ( circa 200/300 euro al mese). Fenomeno diffusissimo soprattutto nella stampa locle e
meno in quella nazionale. Difficile per un giornalista che ha anche i suoi sogni da realizzare ( famiglia, casa ecc) lavorare liberamente in questa situazione di miseria che per qualcuno dura da molti anni!
Sarebbe ora che gli editori, principali responsabili della situazione, risolvessero questa triste condizione che non onora il mestiere di giornalista, che richiede rispetto e dignità. Ma per porre fine al
problema, ci vuole anche la reale volontà e la determinazione delle varie associazioni sindacali giornalistiche di combattere il caso.

• Il Mobing Giornalistico: molti sono i giornalisti che vivono quest’incubo in redazione. Articoli tagliati o semplicemente eliminati per verità scomode! Giornalisti soffocati dalle restrizioni, dai divieti, o costretti a seguire un etica poca professionale. Qualcuno sopporta, qualcun altro invece si dimette semplicemente. Lo sa bene Maria Luisa Busi, conduttrice del Tg1 delle 20. La giornalista si è dimessa dal telegiornale dopo essere entrata in contrasto con la nuova linea editoriale imposta dal suo direttore Augusto Minzolini.

• Strumentalizzazione e Criminalizzazione delle notizie: dovendo rispondere in molti casi ad editori “impuri” ( perché non si occupano solo della stampa), molte testate sono “costrette” a seguire una linea
editoriale che le allontana dell’informazione imparziale. Condotta che favorisce solo gli interessi degli editori. Non c’è la verità dell’informazione, ma la criminalizzazione e la strumentalizzazione
delle notizie per raggiungere un scopo ben preciso. Cosi, si colpisce l’avversario o la comunità di turno! Alcuni giornalisti stanno alla volontà degli editori, altri invece sono costretti purtroppo a lavorare
in quella condizione. Chi non lo fa, perde semplicemente il suo lavoro, cosa non gradevole in questi tempi di crisi!

• Il silenzio delle notizie: chi grida alla liberta dell’informazione dovrebbe essere il primo a non censurare le notizie. Una delle tante notizie ignorate dai media è per esempio quella riguardante le disgrazie degli abitanti delle zone colpite dal terremoto in Abruzzo. Osannati ieri come eroi da tutta la stampa italiana per il loro coraggio e la forza con la quale affrontavano il terremoto, oggi le loro proteste per l’abbandono e la solitudine da parte delle istituzioni vengono semplicemente ignorate da una buona parte di quella stampa che ieri li elogiava e che probabilmente manifesterà il 1 luglio per richiedere la
liberta di informazione ! Che paradosso!!!

• Il Finanziamento ai giornali: Il finanziamento ai giornali non aiuta la competenza, anzi favorisce la cattiva informazione. Non si fa più informazione, ma propaganda e non importa se le copie di giornali sono vendute o no, tanto arriveranno i soldi. È una pratica da abolire totalmente in un sistema di libero mercato dove si dovrebbe lasciare il mercato regolarsi da solo. I mezzi di informazioni competenti, cioè con giornalisti bravi e con il trattamento imparziale dell’informazione avranno certamente più lettori e telespettatori. Guadagneranno in notorietà e prestigio! Invece, chi non si adeguerà a tutti questi
criteri di competenze, sarà semplicemente costretto a chiudere. Una possibile soluzione sarebbe quella di accordare più agevolazioni fiscali ai mezzi di informazioni ed all’editoria.

Ecco a mio modesto avviso, i mali che compromettono in molti casi, il diritto di informazione in Italia. Qualcuno potrà logicamente obiettare, qualcun altro troverà le soluzioni a tutte queste utopie. Tuttavia,
molte sono le cose che si possono fare per rimediare e, per farlo ci vuole la determinazione di tutti, come si vede oggi per le proteste alla soppressione di questa “legge – bavaglio”. Non ci illudiamo! Ci saranno
comunque altri ostacoli già menzionati ai vostri diritti. Inoltre, prima di questa legge, il modo di fare informazione in Italia era già sotto l’occhio di quasi tutti i cittadini. I giornalisti venivano apprezzati o disprezzati come tuttora, da singolo individui, secondo l’appartenenza a tale giornale, tale rete o programma televisivo.

Oggi, noi popolo civile, vogliamo non solo la liberta dell’informazione, ma la verità dell’informazione. Per giungere a questo obbiettivo, voi
giornalisti, direttori di pubblicazioni con la collaborazione delle associazioni sindacali giornalistiche, dovete richiedere ad alta voce ai vostri editori, principali responsabili della cattiva informazione in Italia, più autonomia. Ecco il perché la vostra battaglia è anche la nostra per la libertà dell’informazione e, saremo pronti a scendere un'altra volta con voi in piazza se domani organizzerete una mobilitazione di sensibilizzazione generale. Abbiate il coraggio e la volontà di programmarlo e vedrete che non sarete soli anzi….

Distinti saluti!
Jivis Tegno

Jivis Tegno è editorialista sulla prima pagina di informazione su Facebook Italia INFORMARE PER RESISTERE con circa 249.000 iscritti.
Inoltre Jivis è editore, scrittore e documentarista. Ha conseguito due lauree all’Università di Perugia in Comunicazione di massa e in Comunicazione Multimediale. È diplomato in regia cinematografica alla
scuola internazionale di cinema “Maldoro” a Roma.

N.B. Questo testo è stato inviato alla Federazione nazionale della stampa Italiana (FNSI), all’associazione stampa romana, all’associazione della stampa estera in Italia, all’istituto Nazionale di previdenza dei Giornalisti italiani ((INPGI), al Fondo nazionale di previdenza dei giornalisti italiani, all’ordine dei giornalisti nazionali, all’ordine dei giornalisti regionali, all’associazione stampa parlamentare,
all’Unione cronisti italiani, all’associazione articolo 21, alla Federazione italiana degli editori dei giornali (FIEG), all’Unione dei giornalisti italiani scientifici (UGIS), ai Giornalisti italiani nel mondo, all’associazione della stampa estera in Italia sezione alta Italia, all’associazione Lombarda giornalisti (Alg), all’associazione giornalisti di scuola di Perugia, all'associazione dei giornalisti europei, alle imprese radiofoniche e televisive, all'associazione nazionale della stampa online, all'associazione produttori televisivi, al sindacato autonoma nazionale stampa italiana, lettere 22 associazione indipendente di giornalisti, MicroMega, Federconsumatori, Il popolo Viola, Arci, a tutte le redazioni dei giornali e televisioni italiane.

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"Rifiutare di avere opinioni è un modo per non averle. Non è vero?" Luigi Pirandello (1867-1936)