100cosecosi-Ospito questo articolo con un certo entusiasmo,non tanto perchè mi definisca un Comunista,anzi tutt'altro,paradossalmente sarei più prossimo a Bakunin con qualche simpatia per il Trotskismo ma non è questo l'argomento del "contendere" quanto piuttosto delle curiose coincidenze (...) e cioè che leggi che criminalizzano il Comunismo e il Socialismo proibendone persino i simboli esordiscono in paesi in cui scorazzano in piena impunità bande di neonazisti e movimenti di estrema destra (talvolta finanziati anche dalla Comunita Europea) con il pieno avvallo delle politiche governative e delle chiese locali (capirai dov'è la novità!) desiderose di piegare le popolazioni alla nuova schiavitù deliberata dal Liberismo più selvaggio che si sia visto da mezzo secolo a questa parte.
Presa di Berlino II° Guerra Mondiale |
La polonia,l'Ungheria,la Romania,l'Ucraina e via dicendo dell'ex Patto di Varsavia debbono ancora fare ammenda del loro antisemitismo provvidenzialmente scaricato sulle ampie spalle del Nazismo (...) e virulento ancora ai nostri giorni (...) in fondo i "Pogrom" hanno un marchio di fabbrica indellebile ed oggi eccoli di nuovo pronti a cavalcare una reazione e oscura e criminale,un "nuovo ordine" nazistoide ovvio e guarda un po,la coincidenza,identificano come sempre nel Comunismo il loro nemico,quella che pare sia l'unica forza storicamente capace di contenere certi salti nel buio o almeno contenere un valore ancora pericolosissimo per certe politiche:"la lotta di classe",la definizione di classe operaia o i diritti d'autore su certe parole affatto demodé come:padrone,padronato,sfruttatore,capitalista !
I comunisti polacchi manifestano contro l’interdizione dei simboli comunisti
Presenti delegazioni di altri partiti comunisti europei. Manifestazioni si sono svolte di fronte alle ambasciate di numerosi paesi di tutto il mondo. Comunicato del Partito Comunista di Polonia
L’8 giugno, giorno dell’entrata in vigore della legislazione anticomunista che proibisce i simboli comunisti (art.256 del codice penale), si è sviluppata una campagna di protesta internazionale, a partire dalla Polonia stessa.
A Varsavia si è svolta una conferenza stampa a margine di una manifestazione che ha visto la partecipazione di delegazioni di partiti comunisti – Partito Comunista di Grecia (KKE), Partito Comunista Portoghese, Partito Comunista di Irlanda – e di organizzazioni giovanili – Federazione Mondiale della Gioventù Democratica e Gioventù Comunista della Repubblica Ceca.
Nel corso della conferenza stampa, i compagni Giorgios Toussas, deputato europeo del Partito Comunista di Grecia, Joao Ferreira, deputato europeo del Partito Comunista Portoghese, Yogendra Shahi, vicepresidente della Federazione Mondiale della Gioventù Democratica, hanno denunciato queste nuove leggi ed espresso il loro sostegno al Partito Comunista di Polonia. Dopo la conferenza, una manifestazione ha avuto luogo nel centro di Varsavia.
Le catene di informazione e i siti internet polacchi che hanno informato su questo avvenimento, hanno sottolineato l’assurdità del nuovo articolo repressivo del codice penale.
Anche in molti altri paesi, manifestazioni si sono svolte di fronte alle ambasciate della Polonia e lettere di protesta sono state indirizzate ai diplomatici polacchi. Al momento, ci risulta che manifestazioni di questo tipo sono state organizzate ad Atene, Budapest, Lisbona, Londra, Città del Messico, Mosca e Nicosia. Il Partito Comunista di Polonia ha ricevuto lettere di sostegno da numerosi partiti comunisti.
Ci preme ringraziare tutti coloro che hanno partecipato a questa campagna e chiedere che venga proseguita. Dobbiamo intensificare la nostra lotta contro l’adozione di misure discriminatorie verso i simboli comunisti e di misure repressive che vengono attuate sia in Polonia che in altri paesi dell’Europa dell’Est. In questi giorni nuove leggi anticomuniste sono state adottate in Ungheria.
L’8 giugno, giorno dell’entrata in vigore della legislazione anticomunista che proibisce i simboli comunisti (art.256 del codice penale), si è sviluppata una campagna di protesta internazionale, a partire dalla Polonia stessa.
A Varsavia si è svolta una conferenza stampa a margine di una manifestazione che ha visto la partecipazione di delegazioni di partiti comunisti – Partito Comunista di Grecia (KKE), Partito Comunista Portoghese, Partito Comunista di Irlanda – e di organizzazioni giovanili – Federazione Mondiale della Gioventù Democratica e Gioventù Comunista della Repubblica Ceca.
Nel corso della conferenza stampa, i compagni Giorgios Toussas, deputato europeo del Partito Comunista di Grecia, Joao Ferreira, deputato europeo del Partito Comunista Portoghese, Yogendra Shahi, vicepresidente della Federazione Mondiale della Gioventù Democratica, hanno denunciato queste nuove leggi ed espresso il loro sostegno al Partito Comunista di Polonia. Dopo la conferenza, una manifestazione ha avuto luogo nel centro di Varsavia.
Le catene di informazione e i siti internet polacchi che hanno informato su questo avvenimento, hanno sottolineato l’assurdità del nuovo articolo repressivo del codice penale.
Anche in molti altri paesi, manifestazioni si sono svolte di fronte alle ambasciate della Polonia e lettere di protesta sono state indirizzate ai diplomatici polacchi. Al momento, ci risulta che manifestazioni di questo tipo sono state organizzate ad Atene, Budapest, Lisbona, Londra, Città del Messico, Mosca e Nicosia. Il Partito Comunista di Polonia ha ricevuto lettere di sostegno da numerosi partiti comunisti.
Ci preme ringraziare tutti coloro che hanno partecipato a questa campagna e chiedere che venga proseguita. Dobbiamo intensificare la nostra lotta contro l’adozione di misure discriminatorie verso i simboli comunisti e di misure repressive che vengono attuate sia in Polonia che in altri paesi dell’Europa dell’Est. In questi giorni nuove leggi anticomuniste sono state adottate in Ungheria.
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"Rifiutare di avere opinioni è un modo per non averle. Non è vero?" Luigi Pirandello (1867-1936)