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martedì 25 maggio 2010

Gianfranco Micciché e la polvere bianca



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 Falcone-Borsellino, che immagine negativa trasmettiamo subito col nome dell'aeroporto »



L'11 gennaio 1988 Gianfranco Micciché, che all'epoca lavorava presso Publitalia, venne interrogato nell'ambito di un'inchiesta sul traffico di droga a Palermo, in quanto sospettato di essere uno spacciatore. Miccichè rispose: "Non sono uno spacciatore ma solo un assuntore di cocaina". Non comportando il fatto reato, la posizione venne archiviata mentre gli spacciatori vennero arrestati il successivo 14 aprile.[3] L' 8 agosto 2002 venne invece diramata un'informativa dei Carabinieri che sostanzialmente accusava Gianfranco Micciché di farsi recapitare periodicamente della cocaina presso gli uffici del ministero delle Finanze, in cui all'epoca ricopriva il ruolo di vice ministro. L'informativa fu emessa in seguito ad indagini testimonianti, anche tramite supporti audiovisivi, le "visite" che il presunto corriere Alessandro Martello faceva indisturbato presso il ministero, pur non essendo un soggetto accreditato ad entrarvi. Anche le intercettazioni confermerebbero la versione degli organi di polizia. Dal canto suo, Miccichè ha smentito categoricamente, avanzando a sua volta l'ipotesi di un servizio d'ordine deviato[4]. Ma come si dice il lupo perde il pelo ma non il vizio. Ed ecco che un pusher, Stefano Greco, viene intercettato nel mese di dicembre 2008 dalla squadra mobile di Palermo. In tali intercettazioni si scopre che il Greco fornisce droga a Ernesto D'Avola autista del Sottosegretario alla Presidenza Gianfranco Miccichè. L'autista viene fermato dalla squadra mobile che gli sequestra una busta con la scritta On. Gianfranco Miccichè. Contenuto della busta? 5 grammi di cocaina. Arriverà nuovamente la smentita del Sottosegretario?

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