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sabato 1 maggio 2010

5 LUMINARI AL CAPEZZALE DI "CELODURO"


Citati vs Bossi: è scontro tra lo scrittore e la Lega
Di Leopoldo Onorato (del 30/04/2010 @ 11:17:02, in Eventi e Parole
Succede che uno scrittore di lungo corso come Pietro Citati, critico letterario ed uomo di immensa cultura, dalle pagine di “la Repubblica” parla di Umberto Bossi e del suo rapporto con il viagra. Quanto basta a scatenare l’inferno tra il popolo leghista. Un misto tra racconto e provocazione che suscita l’ira del Senatur, dei suoi fedelissimi e del suo popolo.
L’articolo. Lo scorso martedì, con un articolo dal titolo: “Le bretelle della Repubblica ai tempi del viagra”, il quotidiano “la Repubblica” contiene in prima pagina il racconto, sottoforma di dialogo, di Citati. L’ottantenne scrittore, argomenta così: «Come tutti sanno, anni fa Umberto Bossi disse che la Lega “CELHADURO”. E allora – dice questa tradizione – una sera per provare i suoi doni sessuali, Bossi andò con una ragazza in uno degli innumerevoli alberghi che decorano i paesotti e le cittadine della Pianura Padana. Per accrescere la propria forza, ingoiò non una ma due pasticche di viagra. Gli venne un colpo, e di notte, segretamente, venne portato in una clinica svizzera. Ora, se lo vedi alla televisione, balbetta, biascica, sbrodola». Lo scrittore conclude il suo racconto, ipotizzando un futuro invaso da uno scenario leghista. «Il ministro della Pubblica Istruzione pubblicherà gratuitamente tutti i poeti e i romanzieri dialettali: decine di migliaia. E le bandiere, le camicie, i foulards, le bretelle della Lega sventoleranno sinistramente sopra i disastri d’Italia».
Le reazioni leghiste. Dalle pagine del “Corriere della Sera”, gli risponde il neo governatore del Veneto, Luca Zaia. «È venuta meno qualsiasi regola della normale decenza. Bossi è stato male davvero e non certo per le pasticche di cui parla Citati. Ma qui siamo oltre: manca il rispetto per la persona, per i suoi familiari, per chiunque. A che cosa giova spingersi a questi livelli? Non c’è politica, non c’è astio, non c’è vendetta che giustifichino una caduta di stile di questo genere». Il governatore padano invita lo scrittore fiorentino a “fare pubblica ammenda, a chiedere scusa. Perché quel che ha scritto è vergognoso”.
Gli fa eco l’ex ministro della Giustizia, Roberto Castelli. «Vi sono una serie di giornalisti ed intellettuali che, passati gli ottant’anni, sono sempre più incavolati perché nessuno gli dà più retta. E così finiscono con il perdere anche l’umanità. Penso sia questione di invidia, invidiano gli altri per la loro vita attiva. E uno come Bossi – conclude l’esponente padano – che ha dato una prova di forza incredibile, in indispone questi vecchi».
La risposta di Citati. Se gli si chiede di rivedere la sua posizione e di moderare la critica, la risposta è negativa. Non ci pensa nemmeno, Pietro Citati, a chiedere scusa alla Lega ed al suo leader indiscusso. «Umberto Bossi è uno dei colpevoli, anzi, il massimo colpevole del degrado della vita politica italiana».    

2 commenti:

  1. Bene il grande Citati ha sistemato tutti.

    an m

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  2. Sapendo con chi era... a chi non sarebbe venuto un colpo.. viagra o no ;)

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"Rifiutare di avere opinioni è un modo per non averle. Non è vero?" Luigi Pirandello (1867-1936)