Firenze 20 marzo 2010 Piazza Santissima Annunziata, ore 15-19
Si può dire che la democrazia in Toscana è democrazia se uno sparuto numero di cacciatori (110.000 su 3.600.000 abitanti) viene ascoltato, accontentato, privilegiato, mentre la stragrande maggioranza della popolazione (80-90% pari a oltre 3.000.000 di abitanti), nonostante manifesti la sua contrarietà alla caccia e ne richieda l’abolizione, resta invece ignorato?
Si può dire con cuore sereno, mente libera e coscienza immacolata che la Legge Regionale Toscana sulla caccia, recentemente approvata, rispetti pienamente il volere di quel “popolo” nel nome del quale è stata emanata? No, non si può dire.
La pratica anacronistica e sanguinosa denominata caccia, oltre che a uccidere animali innocenti, rompere l’equilibrio degli ecosistemi, avvelenare il suolo, introdursi nella proprietà privata, coltiva i peggiori istinti dell’essere umano: la violenza, la brutalità, la prepotenza, l’arroganza, il dispotismo, la spietatezza… lo avvia all’indifferenza verso i diversi, i più deboli, alimenta la sua rapacità.
Spogliata della sua motivazione primordiale (la sopravvivenza) la caccia mostra la sua unica finalità: il divertimento.
L’apoteosi venatoria toscana si traduce nel legittimare pratiche oggi vietate:
• ammettendo l’utilizzo di trappole
• aprendo al commercio degli animali uccisi, di fatto incrementando il bracconaggio
• liberalizzando le strutture di caccia che non hanno più bisogno di autorizzazione
• estendendo il periodo a tutto l’anno trasformando i boschi in feudi inaccessibili
• riducendo i controlli trasformando il controllato in controllore di se stesso
• togliendo funzioni all’Ispra e inventando il suo duplicato “osservatorio” regionale
• finanziando le associazioni venatorie private con denaro pubblico
• autorizzando vere e proprie arene di tiro al bersaglio
L’illegalità, gli abusi, l’ingordigia, i costi morali e materiali sono evidenti nella sintesi elencata e suscettibili di facili approfondimenti.
La società civile protesta, e non solo a Firenze, e chiede conto di questa Legge antidemocratica e illegittima al Governo della Toscana che, in perfetta sintonia con il Governo nazionale, ci riporta il segno di una stessa visione daltonica della politica proprio perché prescinde dai valori e si adegua agli interessi.
AMA - AMICI DELLA TERRA - ANTHROZOOS - ASS.NE VITTIME DELLA CACCIA - L'ARCA - CEDA - LAC - LAV - LAVERABESTIA.ORG - LIDA – LIPU – NO ALLA CACCIA
OIPA - PRO ANIMALS - PROGETTO VIVERE VEGAN - WWF
La licenza di chi spara. L'innocenza di chi spira. La coscienza di chi spera.
NO ALLA CACCIA, ABOLIAMOLA!
Si può dire che la democrazia in Toscana è democrazia se uno sparuto numero di cacciatori (110.000 su 3.600.000 abitanti) viene ascoltato, accontentato, privilegiato, mentre la stragrande maggioranza della popolazione (80-90% pari a oltre 3.000.000 di abitanti), nonostante manifesti la sua contrarietà alla caccia e ne richieda l’abolizione, resta invece ignorato?
Si può dire con cuore sereno, mente libera e coscienza immacolata che la Legge Regionale Toscana sulla caccia, recentemente approvata, rispetti pienamente il volere di quel “popolo” nel nome del quale è stata emanata? No, non si può dire.
La pratica anacronistica e sanguinosa denominata caccia, oltre che a uccidere animali innocenti, rompere l’equilibrio degli ecosistemi, avvelenare il suolo, introdursi nella proprietà privata, coltiva i peggiori istinti dell’essere umano: la violenza, la brutalità, la prepotenza, l’arroganza, il dispotismo, la spietatezza… lo avvia all’indifferenza verso i diversi, i più deboli, alimenta la sua rapacità.
Spogliata della sua motivazione primordiale (la sopravvivenza) la caccia mostra la sua unica finalità: il divertimento.
L’apoteosi venatoria toscana si traduce nel legittimare pratiche oggi vietate:
• ammettendo l’utilizzo di trappole
• aprendo al commercio degli animali uccisi, di fatto incrementando il bracconaggio
• liberalizzando le strutture di caccia che non hanno più bisogno di autorizzazione
• estendendo il periodo a tutto l’anno trasformando i boschi in feudi inaccessibili
• riducendo i controlli trasformando il controllato in controllore di se stesso
• togliendo funzioni all’Ispra e inventando il suo duplicato “osservatorio” regionale
• finanziando le associazioni venatorie private con denaro pubblico
• autorizzando vere e proprie arene di tiro al bersaglio
L’illegalità, gli abusi, l’ingordigia, i costi morali e materiali sono evidenti nella sintesi elencata e suscettibili di facili approfondimenti.
La società civile protesta, e non solo a Firenze, e chiede conto di questa Legge antidemocratica e illegittima al Governo della Toscana che, in perfetta sintonia con il Governo nazionale, ci riporta il segno di una stessa visione daltonica della politica proprio perché prescinde dai valori e si adegua agli interessi.
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NO ALLA CACCIA, ABOLIAMOLA!
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"Rifiutare di avere opinioni è un modo per non averle. Non è vero?" Luigi Pirandello (1867-1936)