Prima o poi tutti abbiamo ammirato l'Orientalismo,quel genere di pittura ricco di esotismo molto in voga dal 1800 in poi,ad esempio con Delacroix oppure più tardi con certe opere di Matisse,l'Harem fu un mito,una fantasia,un sogno ad occhi aperti per gli artisti dell'epoca e i viaggiatori,un fantasma per i collezionisti,la moda dilago nelle cartoline postali ed ancora oggi le sue immagini le ritroviamo sfruttate commercialmente in tutta una serie di prodotti,io vi presento qui un reportage fotografico di Tamer Yilmaz sull'harem certo di fare un immenso piacere a molti miei colleghi.
Il fotografo pare sia stato chiamato a realizzare un reportage privato dentro un vero harem,una commissione lautamente ricompensata,ha avuto la buona idea di ricostruire nel suo studio la scenografia e l'ambientazione dell'harem per restituircelo come esso abita il nostro immaginario e a suo dire non molto distante dalla realtà che ha fotografato,il "padrone" dell'harem opto per una fedelissima ricostruzione dello stesso ispirandosi ad opere d'arte dell"800 francese;esso pone nella rappresentazione-ricostruzione fotografica invariabilmente l'accento sul fantasma sessuale dell'harem,l'Eros,l'abbandono nell'ombra fresca e profumata di una soleggiata costa mediterranea più che sulla fierezza e la ricchezza delle personalità femminili che lo popolano;lo rammento una" fauna" allevata con un destino promesso sin dalla più giovane età ed estremamente colta,raffinata (...) nel mito l'harem è per eccellenza il luogo delle trame e dei misteri,di una guerra accanita per il predominio,nella realtà il Serraglio (...) è governato da leggi secolari tramandate segretamente da pochi iniziati che ne regolano la vita.Qui sotto aggiungo qualche informazione in più tratta da wikipedia,l'argomento è sterminato e volutamente ho posto da parte l'aspetto letteratura e filosofia....
Dalla parola araba Ḥarīm (ﺣﺮﻳﻢ), l'Harem indica il gineceo: il "luogo riservato" destinato alla vita privata delle donne.
Le disposizioni relative alle donne, frutto di una tradizione antica precedente l'Islam e talvolta di una contaminazione derivante dall'acculturazione con i costumi bizantini, hanno presto comportato nell'ambito della cultura islamica che le donne vivessero, all'interno della casa, in uno spazio loro riservato, cui aveva diritto d'accesso solo l'uomo che, per età o grado di parentela, non potesse aver lecitamente rapporti sessuali con la donna.
Luoghi riservati alle donne erano anche identificati negli edifici pubblici, cosicché alle donne era ad esempio destinato, se possibile, uno spazio soprastante il luogo di preghiera (musalla) nella moschea, ovvero era loro ritagliato un orario differenziato di accesso rispetto agli uomini che dovevano assolvere l'obbligo canonico della Ṣalāt.
Del pari, nei bagni pubblici (ḥammām), le donne potevano accedere in orari diversi da quelli degli uomini (sovente il pomeriggio), oppure in giorni alterni rispetto al sesso maschile.
Gli Harem diventarono un'istituzione dagli accentuati riflessi sociali e politici quando erano costituiti dai sovrani dei vari Stati musulmani. Costoro — che avevano l'obbligo di mantenimento dei ginecei dei loro predecessori — amarono ingrandire il più possibile i loro Harem, non solo come ostentazione della loro ricchezza e potenza o della propria personale soddisfazione sensuale, ma anche per poter più facilmente scegliere, fra i tanti figli che le tante concubine gli generavano, quello che a loro arbitrio appariva il più dotato e il più meritevole della successione.
A sorvegliare gli Harem erano destinati gli eunuchi che, per il loro altissimo valore pecuniario, costituivano un altro simbolo di ricchezza e di potere. Essi garantivano un controllo dei luoghi senza che ciò comportasse alcun rischio per i loro gelosi padroni.
Il ricorso agli eunuchi è praticamente scomparso nelle aree di cultura islamica, sopravvivendo solo nel servizio di sorveglianza e di cura della Ka'ba di Mecca. Anche l'ampiezza dei ginecei si è drasticamente ridotto, permanendo di fatto quasi solo nelle aree dei Emirati del Golfo Persico e dell'Insulindia, anche in considerazione del fatto che in non pochi paesi musulmani la poligamia, nella forma della poliginia, è stata interdetta dalle leggi civili, malgrado essa nel Corano sia invece autorizzata, pur con qualche limite.
Le disposizioni relative alle donne, frutto di una tradizione antica precedente l'Islam e talvolta di una contaminazione derivante dall'acculturazione con i costumi bizantini, hanno presto comportato nell'ambito della cultura islamica che le donne vivessero, all'interno della casa, in uno spazio loro riservato, cui aveva diritto d'accesso solo l'uomo che, per età o grado di parentela, non potesse aver lecitamente rapporti sessuali con la donna.
Luoghi riservati alle donne erano anche identificati negli edifici pubblici, cosicché alle donne era ad esempio destinato, se possibile, uno spazio soprastante il luogo di preghiera (musalla) nella moschea, ovvero era loro ritagliato un orario differenziato di accesso rispetto agli uomini che dovevano assolvere l'obbligo canonico della Ṣalāt.
Del pari, nei bagni pubblici (ḥammām), le donne potevano accedere in orari diversi da quelli degli uomini (sovente il pomeriggio), oppure in giorni alterni rispetto al sesso maschile.
Gli Harem diventarono un'istituzione dagli accentuati riflessi sociali e politici quando erano costituiti dai sovrani dei vari Stati musulmani. Costoro — che avevano l'obbligo di mantenimento dei ginecei dei loro predecessori — amarono ingrandire il più possibile i loro Harem, non solo come ostentazione della loro ricchezza e potenza o della propria personale soddisfazione sensuale, ma anche per poter più facilmente scegliere, fra i tanti figli che le tante concubine gli generavano, quello che a loro arbitrio appariva il più dotato e il più meritevole della successione.
A sorvegliare gli Harem erano destinati gli eunuchi che, per il loro altissimo valore pecuniario, costituivano un altro simbolo di ricchezza e di potere. Essi garantivano un controllo dei luoghi senza che ciò comportasse alcun rischio per i loro gelosi padroni.
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je suis toujours passionnée des qu'il s'agit d'ambiance orientale, d'harem ...ce reportage est magnifique dommage pour les poses ....trop effet mannequin , manque de veritable jeux...mais l'ensemble efface cela et permet malgre tout de voyager.
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