Lui potremmo chiamarlo Don Felice,la sua Diocesi qualche anno avanti era una delle piu ricche donatrici in quello che Si chiama Obolo di San Pietro l'aiuto economico che i fedeli offrono al Santo Padre, come segno di adesione alla sollecitudine del successore di Pietro per le molteplici necessità della Chiesa universale e per le opere di carità in favore dei più bisognosi,si parla di non meno di sette milioni di euriiiiiiiiiiiii sonanti all'anno.
Migliaia di fedeli di un ricco quartiere benestante non mancavano occasione di stringersi intorno a lui per la straordinaria testimonianza di fede e di umanità che Don Felice sapeva esprimere talvolta tra la feroce gelosia dei confratelli usi piu a complottare per sottrargli il bottino,cioè la diocesi,la gestione del suo patrimonio,dell'ospedale e delle opere caritative da lui fondate...che darsi a momenti di sollecita collaborazione con la miriade di attività promosse dal suo infaticabile slancio.
Don Felice dice di se stesso:"....la mia fede non ha mai vacillato,è solida ancora oggi,un giorno chiesi a me stesso se potevo considerarmi felice,se ero soddisfatto del mio operato e se sarei stato capace di rendere felice il mondo...ebbene una risposta sali dal mio cuore a sorprendermi come mai mi era accaduto in tutta la mia vita...non sapevo cos'era la felicità al di fuori della catechesi,della solidarietà che distribuivo a piene mani,intendo umana felicità e giunsi alla conclusione che per poter far dono,spartire,condividere la felicità dovevo viverla in prima persona e come nei vasi comunicanti quanto io sarei stato felice essa avrebbe debordato fuori di me come una sorgente a fertilizare il mondo,ecco questa constatazione mi apparve come una rivelazione,ne fui immensamente turbato....voglio parlare al mondo di quella felicità che si prova quando si è innamorati,si è gentili con tutti non è vero? Ebbene mi parve buona e santa cosa acquisire questo stato e imparare a condividerlo il piu a lungo che è possibile...."
Qualche settimana piu tardi tra la sorpresa generale Don felice abbandona la tonaca e si ritira in una catapecchia ben distante dal quartiere,lo fà con una grande discrezione e le illazioni,i sospetti od ogni possibile pettegolezzo corrono nella grande parrocchia tanto piu che nessuno sà dove sia finito,si sà soltanto che da Roma è giunto qualcun altro con un mandato provvisorio e con la bocca ben cucita,la successione quasi innesca una guerra civile all'interno del clero,amen.
Lara conosce Felice in quella catapecchia,prende a frequentarlo e se ne innamora,vivono del poco che riescono a procurarsi lei come assistente in un asilo e lui come lavapiatti in un localino di periferia.
Qualche mese dopo una delegazione proveniente dalla sua ex diocesi li raggiunge,sono uomini,donne e qualche bambino,qualche persona anziana,tutti gli si avvicinano premurosi,con calore e discrezione quasi avessero timore d'infrangere il silenzio di una cattedrale.
manifestano a Felice il loro affetto e gli dicono quanto loro manchi la sua presenza,non sembrano farsi molte illusioni sul supposto ritorno al ricco ovile e inoltre sembrano conoscere tutto quanto è accaduto negli ultimi mesi,gli consegnano una busta dicendogli "abbiamo amato immensamente la vostra testimonianza evangelica ma oggi con questo gesto vogliamo esternare quanto amiamo l'uomo e insistiamo affinche lei accetti il segno tangibile dell'affetto fraterno che tutta la comunità le porta ".
Si trattava di un assegno con molti zeri e l'atto di proprietà di una autovettura e della villetta che avete modo di vedere nelle foto del post .
Felice accetto come poco tempo dopo accetto di condividere la sua felicità con il mondo attraverso questo reportage.Mi pare che sia un cammino che và nel senso opposto del Budda che volle rinunciare a tutti i piaceri della vita per consacrarsi alla meditazione,Felice in un momento in cui l'età della ragione sembra accettare con fatalità e rassegnazione il peso del tempo ha scelto di essere felice e chissà se è al corrente di quello che disse un giorno Gabriele Dannunzio :"chi ha molto sofferto non ha nulla da insegnare! "Credit: Robert Mac Hurley
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