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sabato 3 ottobre 2009

Sonia Richelma D'Elia una scultura che viene dal mare

Ecco l'ultima scultura di Sonia Richelma D'Elia,plastica,sensuale,misteriosa con ancora una traccia di vita,forse una muffa parassita segno che la scultura si è arenata su una spiaggia dopo la tempesta cosi metto da parte sin da ora l'ipotesi piu banale,quella vegetale....
Porta su di se la carezza del tempo,un tempo immemorabile la smussata sino a risparmiarne solo il tronco,potrebbe essere un albero o  parte di uno scheletro,un essere vivente di cui ignoriamo tutto.
Dunque un eco che vallica il tempo per giungere sino a noi,ancora Natura ma una natura immobile,interrogativa stupendamente misteriosa,le forme sensuali,allungate,curvilinee ci danno solo approssimativamente l'idea della natura di questa forma di vita.
Presumibilmente Sonia ha voluto rappresentare la carezza del tempo,la sua costante usura sulle cose,sugli esseri viventi.
Una sensazione mi dice che questa scultura emerge dagli abissi marini,metafora della femminilità,dell'inconscio,della fertilità,se è cosi perchè di solito Sonia non mi fornisce molte tracce per ripercorrere il suo cammino abbiamo a che fare con un Anemone marino,potrete riconoscere ancora abbozzate nella scultura le caratteristiche protuberanze da cui fuoriescono come un fiore i petali che si abbandonano al flusso delle correnti.
Una forma di vita poetica,solo all'apparenza immobile ma in realtà in costante ascolto del presente che è il suo nutrimento.
E qui ritorniamo all'idea di tempo,per fare un ritratto al tempo per cosi dire si deve rappresentare qualcosa di usurato,di smussato,di lavato dal tempo...
Un'altro aspetto che mi colpisce in questa scultura è che è come se fosse ripiegata su se stessa,deformata dal dolore,da un accadimento tragico e incommensurabile,inimmaginabile in termini di intensità...
Un dolore allo stesso tempo sublimato e attutito dal tempo che ha potuto compiere la sua opera liberattrice.
Ovviamente questione di punti di vista,da una certa angolazione viene ancora rievocata l'immagine del mare,di una creatura marina,goffa,pacifica in un dinamismo che abbiamo incontrato nelle illustrazioni di Darwin quando ci parla del pesce che muove per la prima volta i suoi goffi,penosi passi sulla terra,è ancora creatura marina ed allo stesso tempo stà per cambiare la sua natura per farsi creatura terrestre.
Infine,forse proprio questa indecifrabilità oltre all'origine marina è il senso ultimo di questa opera,la testimonianza non di un essere ma della molteplicità di forme che assume la vita o che si approssimava ad assumere poichè l'opera sembra l'istantanea di un momento nella preistoria della vita immensamente creativo ed al contempo immensamente folle perchè sappiamo a quanto dolore,disperazione,solitudine ha condotto questa dinamica,questo movimento.
L'istantanea è il sovvrapporsi d'innumevoli immagini ognuna di esse in relazione a diverse epoche,tutte lontanissime da noi,questo è chiaro ma ancora sedimentate,presenti nel nostro inconscio,come potremmo altrimenti riconoscerla?!
Queste e molte altre cose stratificate,in termini di echi ci pervengono dal talento istintivo,  ma solo all'apparenza di Sonia,una sensibilità al femminile in arte che ha ancora moltissime cose da dire.


Anemone di mare



 
 
 

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