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mercoledì 7 ottobre 2009

La Corte Costituzionale ha deciso il lodo Alfano è "illegittimo" e adesso?


Caro Presidente,
Le avevo già chiesto perchè avesse firmato subito il lodo Alfano, chiaramente incostituzionale.
Ora torno a chiederle perchè ha firmato subito lo Scudo Fiscale, che premia i furbi e umilia i contribuenti onesti.

So bene che dopo 30 giorni, se il Parlamento vota nuovamente la stessa legge Lei è comunque obbligato a firmarla, ma comunque il rinviarla alle Camere sarebbe stato un segnale forte del suo dissenso e avrebbe per lo meno potuto tentare di far modificare le norme più scandalose.

Sono convinta che al suo posto nè Pertini nè Scalfaro avrebbero firmato.

Una cittadina che crede ancora che la legge sia uguale per tutti, e che chi non paga le tasse è un ladro che ruba ai più poveri.


Margherita Hack

Adesso tutti in piazza per vedere sino a che punto sono vere le sbruffonate della Lega e della piu scabrosa compagine govenativa che ha mai governato l'Italia,tutti in piazza per farsi due risate,ah davvero siamo tutti dei farabutti! 
E per quanto riguarda "morto di sonno" Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano solo un pietoso silenzio,auguriamoli una precoce definitiva pensione.


La pronuncia a maggioranza dei giudici della Consulta sulla legge che sospende i processi
per le prime quattro cariche dello Stato. "Violati gli articoli 3 e 138 della Carta"
La Corte Costituzionale ha deciso
il lodo Alfano è "illegittimo"
Una sentenza che di fatto sblocca i due procedimenti giudiziari a carico del premier


Palazzo della Consulta, sede della Corte costituzionale
ROMA -
Il lodo Alfano è illegittimo. Lo hanno stabilito, a maggioranza, i giudici della Corte costituzionale, riuniti in seduta plenaria per deliberare sulla legittimità - rispetto ai principi della nostra Carta fondamentale - della legge che sospende i processi per le prime quattro cariche dello Stato.

Una bocciatura a tutto campo, dunque, per il provvedimento fortemente voluto da Silvio Berlusconi: secondo i magistrati, il lodo viola ben due norme della Costituzione: l'articolo 138, vale a dire l'obbligo di far ricorso a una legge costituzionale (e non ordinaria come questa); e l'articolo 3, quello che stabilisce il prinicipio di uguaglianza di tutti i cittadini.

E questa presa oggi dalla Consulta è forse la decisione più attesa, più importante sul piano delle ricadute politiche, degli ultimi anni. Anche perché, sul piano pratico, sblocca i due processi a carico del premier (per corruzione in atti giudiziari dell'avvocato Mills, e per reati societari nella compravendita dei diritti tv Mediaset), congelati proprio a causa del lodo.

I magistrati sono entrati in Camera di consiglio ieri, ma la giornata si è conclusa con una fumata nera. Da qui la seconda riunione, quella odierna: mattinata ancora con un nulla di fatto, e poi, nel pomeriggio, la pronuncia è arrivata. Una scelta non facile, quella dei giudici. Anche perché tra i membri della Corte si è consumato uno scontro tra i favorevoli e i contrari. Fino alla decisione finale.

Ancora stamattina, il ministro della Giustizia Angelino Alfano aveva difeso con forza la legge: un provvedimento - queste le sue parole - "in cui noi abbiamo confidato, ritenendo di avere applicato tutti i precetti della precedente sentenza della Consulta". Ma ora la Corte gli ha dato torto.

Quanto a Berlusconi, ha atteso la pronuncia dei giudici costituzionali nella sua residenza di Palazzo Grazioli. In compagnia, tra gli altri, di Gianni Letta, dello stesso Alfano e di Umberto Bossi, giunto col figlio Renzo.

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"Rifiutare di avere opinioni è un modo per non averle. Non è vero?" Luigi Pirandello (1867-1936)