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sabato 31 ottobre 2009

Jungle Woman,Rochom P'ngieng La ragazza scimmia, vuole tornare nella giungla

La galleria fotografica

Se ce n'era bisogno ecco qui un altro tassello a sostegno della cultura,del bisogno dell'arte,della comunicazione per l'essere umano e come esso è preminentemente il prodotto di una cultura,di cio che sente,di cio che vede,di cio che piu gli è stato accanto in un momento cruciale dela esistenza:nell'infanzia ...non sono uno specialista nelle scienze antropologiche pero ho in mente la consapevolezza dell'immenso bisogno d'arte che costella il macrocosmo del desiderio umano e nella sua esistenza.
Riguardo al caso mi chiedo se non sia il caso di restituire la libertà a questo essere umano a fronte del fatto che il suo percorso di crescita pare irreversibile,le immagini sono penose a vedersi,sia la sua famiglia,sia la giovane turbano l'animo profondamente.
(Questo è un aggiornamento)
Una constatazione quasi naturale,i vincoli sociali di solidarietà sviluppati dalla bambina indiana nella giungla verso chi si è preso cura di lei sembrano essere piu forti delle nuove relazioni famigliari interpretate come un rapimento (...) alla sua precedente famiglia (le scimmie).
Il che ce la dice lunga sulle dinamiche potentissime della riconoscenza,leggasi amore,affetto,dinamiche scaturite  da una interelazione con momenti di scambio e reciproco riconoscimento di identità (...) da supporre che se si vuole giungere ad un recupero della sua identità in termini "umani" cio non possa prescindere dal gruppo di scimmie che l'ha avuta in cura (...) forse è impensabile,non so,quello che è certo che mai si ha notizia di un recupero perfettamente compiuto nei casi precedenti.
Ulteriore constatazione:la capacità delle scimmie di intereagire con l'affettività umana è altissima quasi che le emozioni e la loro intensità siano le stesse (...) al che si puo supporre che tra le specie diverga soltanto la misura dell'intelligenza,la capacità di possedere e dominare l'ambiente circostante.
Pure vero che sono l'umana e quella delle scimmie due culture profondamente differenti se non all'opposto per via dell'impiego dell'intelligenza (...) ma paradossalmente due culture  hanno lo stesso valore,pregio,dignità.
Infine,sono sorpreso dall'assenza di specialisti,ricercatori,antropologi e mezzi destinati allo studio del caso,sono sicuro che si sarebbe potuto giungere a delle scoperte interessanti anche solo adibendo per bambina,alla giovane uno spazio adeguato di giungla in cui lentamente sviluppare dinamiche di dialogo intessute sulle scambio,il dono,l'aiuto al fine di generare momenti di riconoscenza,affetto suscettibile di schiudere la sua coscienza a nuove consapevolezze se non a progressi evidenti in termini di linguaggio.
Sono quasi sicuro che nei suoi confronti vengono mossi "inconsapevoli" atti,momenti di tortura,la precipiteranno in un grave stato di depressione e forse nella follia che è lo sappiamo una delle caratteristiche che piu evidenziano la "razza"umana!
Un modo come un altro forse di riportarla a casa!

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{B}La ragazza scimmia vuole tornare nella giungla{/B}
Per diciotto anni, ha vissuto in una foresta al confine tra Cambogia e Vietnam, insieme alle scimmie. Il suo nome è Rochom P'ngieng, ma tutti la conoscono come "Jungle Woman", la donna della giungla. Scomparsa a 8 anni nel 1989, Rochom è stata poi ritrovava due anni fa. Da allora, la giovane, ormai 28enne, non si è mai riabituata alla vita in società. Genitori e parenti non sanno più come fare: Rochom continua a dimagrire, si rifiuta di mangiare, si toglie i vestiti in pubblico e tenta regolarmente la fuga. Non parla, limitandosi a emettere suoni disarticolati simili a quelli delle scimmie. I suoi occhi, spesso assenti, si riaccendono solo di fronte alla giungla: è lì che sogna di tornare, tra quella natura che l'ha vista crescere per gran parte della sua vita

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