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giovedì 20 agosto 2009

Bossi Maroni e Calderoli presto imputati di crimini contro l'umanità!

Migranti morti, la Chiesa accusa:
"Occhi chiusi come con la Shoah"

Parla il medico che ha soccorso i cinque migranti sopravvissuti ai venti giorni in mare senza cibo
ROMA - "L'Occidente a occhi chiusi" non ha voluto vedere il barcone degli eritrei dispersi in mare, come durante il nazismo nessuno vedeva i convogli piombati pieni di ebrei. Duro il commento del gionale dei vescovi sull'ennesima strage dei migranti. E durissime le parole di monsignor Bruno Schettino, presidente della Commissione episcopale per le migrazioni e arcivescovo di Capua: "Una grave offesa all'umanità e al senso cristiano della vita".

"Siamo stati alla deriva per più di venti giorni, abbiamo incrociato almeno dieci imbarcazioni, ma solamente un pescatore si è fermato per darci cibo e acqua. Eravamo partiti in 78, siamo arrivati in cinque. Gli altri sono morti e abbiamo gettato i corpi in mare".

Laura Boldrini:qualcuno dovrà rispondere dell'accaduto (alto commissariato dell'ONU unhcr

{B}Lampedusa, i primi soccorsi ai sopravvissuti eritrei{/B}
Migranti, si teme una nuova tragedia
"Settantrè morti e nessun soccorso"


"I medici prestano le prime cure ai cinque eritrei soccorsi mentre erano alla deriva a 12 chilometri da Lampedusa. I migranti, due uomini, due minorenni e una donna, non sono in pericolo di vita, ma necessitano di cure e di sostegno psicologico. Sotto shock hanno raccontato di essere gli unici sopravvissuti di un viaggio della speranza durato più di venti giorni. Durante la traversata 73 loro compagni sarebbero morti di stenti."
Il reportage fotografico
Il "Viminale" cioè il governo liberticida che ha consolidato quello che sino a ieri erano solo i sintomi della Barbarie e dell'inumanità si mostra scettico...sul resoconto dei soppravissuti.
Sappia che noi siamo fortemente scettici nei suoi riguardi e lo riteniamo responsabile della legislazione che ha impedito a molti carghi di prestare soccorso ai naufraghi.
rammento ai lettori del Blog che non è la prima volta che cio avviene ed è gia storia l'insabbiamento totale di un altro naufragio con centinaia di vittime,ne furono protagonisti i pescatori siciliani (affinche non fosse interdetta alla pesca un ampio tratto di mare durante il recupero dei cadaveri....) e la nostra Marina Militare,ne venne tratto un libro e i fatti si svolsero nel canale di Sicilia.
Bossi Maroni e Calderoli con la complicità di Berlusconi sono corresponsabili dei frutti della loro legislazione sulla "sicurezza" che tradisce sotto ogni punto di vista la legge del mare e i vincoli di solidarietà millenari che ne sono l'anima!
Verrà il momento che sarà mossa contro di loro l'accusa di crimini contro l'umanità e lo sappiano è una accusa che non cade in prescrizione!
Già l'ONU e la Comunità Europea hanno avanzato forti critiche all'operato della compagine governativa...la croce Rossa si è già ampiamente pronunciata e non manca giorno che non lo faccia.
Se non la farà un giudice italiano... la prima denuncia per Crimini contro l'Umanità lo farà il Belgio o la Spagna,la Svizzera o forse l'Olanda (è già accaduto rammentate Carson? O il procuratore svizzero Carla Dal Ponte? Gente che non molla l'osso facilmente caro Maroni) non mancano nella nuova Europa figure etiche che amano la legge e che sono animate da una profonda passione morale!

Ma sul sito della Lega impazza
il gioco "Rimbalza il clandestino"


A meno di una settimana dal mio post sulla mostra in cui apparivano le cartoline americane che celebravano il linciaggio dei "negri"' sembra che il figlio di Bossi abbia immesso in Facebook un gioco che ne ripercorre le dinamiche...si vuole instaurare un clima di barbarie e ci si stà servendo di tutti i mezzi ivi compresa l'istigazione alla caccia all'uomo!
"Rimbalza il clandestino". "Abbiamo deciso di puntare molto sull'interattività e sulla Rete - aveva spiegato, introducendo l'applicazione interattiva - cercando di coinvolgere, scherzosamente, i giovani, e di sensibilizzarli su quello che, in reatà, è un fenomeno reale che affligge le nostre coste".
Non aggiungo altro,vomito,sono disgustato e ho voglia di possedere un arma...

14 commenti:

  1. E' un vero orrore, il mondo è uno e tutti abbiamo il diritto di abitarlo. Mi dispiace io non so cosa posso fare,ma la mia coscienza stride. Tanti denari dati a gheddafi avremmo potuto iniziare un piccolo processo economico in questi paesi, dove i giovani non hanno più niente e rischiano la vita sperando in un futuro. Come possiamo continuare in questo modo, occorre fare qualche cosa, mettiamoci insieme, muoviamoci, sono nostri fratelli e ci chiedono aiuto. Io posso donare il mio tempo, le mie conoscenze , le mie vacanze, ma non so come e a chi rivolgermi.

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  2. Fate qualche cosa.La Comunità Europea ci deve aiutare.
    Maroni, Bossi e Calderoli insieme a Berlusconi vanno processati per crimini contro l'umanità. Questi poveri Cristi vengono schiacciati come insetti, sotto i camion se attraversano dalla Grecia, rimangono in mare se tentano di attraversarlo con i barconi. E hanno anche pagato per comprare una speranza.
    Gabriella Olivieri Ancona

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  3. Una cosa possiamo farla subito,guardare storto tutti quelli che si azzardano con leggerezza a speculare sulle vite di questi poveri disgraziati,farli vergognare della loro insensibilità,emarginarli,ricacciarli nelle fogne e poi parlarne,parlarne tanto,inviare articoli che ci colpiscono per mail,immagini,ogni documento capace di informare e là dove è possibile adottare una delle vittime di questa politica xenofoba diffondendo la sua storia,nessuna storia deve perdersi e ognuno di noi deve farsi memoria e canzone di libertà e tolleranza.

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  4. Siete scandalosi Bossi Calderoli e Maroni non possono essere accusati di nulla . Il vostro buonismo stà portando l'Italia alla rovina. Le famiglie italiane a spasso e i stranieri vengono coccolati e protetti. La Lega Nord non deve mollare e la legge deve essere applicata. La Chiesa questa volta deve capire che il troppo rovina. Mi vergogno di essere italiano quando parlo con gente che ancora dicono poverini. Niente razzismo , i veri razzisti siete voi contro l'Italiani e in cerca dei voti stranieri.

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  5. Ecco un Troll che invito a leggersi il diario segreto di Renzo Bossi,
    tanto nervosismo testimonia l'imminenza della fine di un epoca per la Lega.
    Buona lettura

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  6. Niente nervosismo tanto il Pd è arrivato alla fine e solo a prendere i voti dei stranieri può contare. Stupri, rapine e altro ma ancora si difende chi uccide nel nostro territorio . Siete una vergogna.

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  7. Fini è solo una vergogna dopo le sue dichiarazioni . Potrebbe essere il nuovo segretario Nazionale del Pd .Fate una riflessione. Berlusconi deve levare dal Pdl il primo nemico all'interno. Basta con l'ultima parola della Chiesa , questa volta la Lega è l'unica con coraggio

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  8. Bravo sono daccordo basta con il buonismo

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  9. Troll - nel gergo di Internet, e in particolare delle comunità virtuali come newsgroup, forum, mailing list, chatroom o nei commenti dei blog - è detto un individuo che interagisce con la comunità tramite messaggi provocatori, irritanti, fuori tema o semplicemente stupidi, allo scopo di disturbare gli scambi normali e appropriati. Spesso l'obiettivo specifico di un troll è causare una catena di insulti (flame war); una tecnica comune consiste nel prendere posizione in modo plateale, superficiale e arrogante su una questione già lungamente (e molto più approfonditamente) dibattuta, specie laddove la questione sia già tale da suscitare facilmente tensioni sociali (come un'annosa religion war). In altri casi, il troll interviene in modo semplicemente stupido (per esempio volutamente ingenuo), con lo scopo di mettere in ridicolo quegli utenti che, non capendo la natura del messaggio del troll, si sforzano di rispondere a tono. Dal sostantivo troll si derivano, sia in inglese che in italiano, forme come il termine trollismo (inteso come il verificarsi di tale fenomeno nelle web-community), il verbo trollare ("comportarsi come un troll") o essere trollato ("cadere nella trappola di un troll" rispondendo a tono alle sue provocazioni).

    Un troll particolarmente tenace e fastidioso può effettivamente scoraggiare gli altri utenti e causare la fine di una comunità virtuale. Se un troll viene invece ignorato (in genere la contromisura più efficace), solitamente inizia a produrre messaggi sempre più irritanti ed offensivi cercando di provocare una reazione, per poi abbandonare il gruppo.

    Oltre all'indifferenza, in molti contesti esistono anche strumenti tecnici utili per combattere i troll; un approccio generale consiste nel predisporre opportuni filtri che rendono automaticamente invisibili i messaggi inviati dagli utenti segnalati al sistema come disturbatori (per esempio i killfile nel caso dei newsgroup).

    La figura del troll è per molti aspetti simile a quella del fake (che "disturba" una comunità fingendosi qualcun altro), sebbene i due concetti non siano del tutto sovrapposti: un "fake" potrebbe partecipare in modo disciplinato e costruttivo alla conversazione, e un "troll" non necessariamente nasconde o falsifica la propria identità.

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  10. Troll - nel gergo di Internet, e in particolare delle comunità virtuali come newsgroup, forum, mailing list, chatroom o nei commenti dei blog - è detto un individuo che interagisce con la comunità tramite messaggi provocatori, irritanti, fuori tema o semplicemente stupidi, allo scopo di disturbare gli scambi normali e appropriati. Spesso l'obiettivo specifico di un troll è causare una catena di insulti (flame war); una tecnica comune consiste nel prendere posizione in modo plateale, superficiale e arrogante su una questione già lungamente (e molto più approfonditamente) dibattuta, specie laddove la questione sia già tale da suscitare facilmente tensioni sociali (come un'annosa religion war). In altri casi, il troll interviene in modo semplicemente stupido (per esempio volutamente ingenuo), con lo scopo di mettere in ridicolo quegli utenti che, non capendo la natura del messaggio del troll, si sforzano di rispondere a tono. Dal sostantivo troll si derivano, sia in inglese che in italiano, forme come il termine trollismo (inteso come il verificarsi di tale fenomeno nelle web-community), il verbo trollare ("comportarsi come un troll") o essere trollato ("cadere nella trappola di un troll" rispondendo a tono alle sue provocazioni).

    Un troll particolarmente tenace e fastidioso può effettivamente scoraggiare gli altri utenti e causare la fine di una comunità virtuale. Se un troll viene invece ignorato (in genere la contromisura più efficace), solitamente inizia a produrre messaggi sempre più irritanti ed offensivi cercando di provocare una reazione, per poi abbandonare il gruppo.

    Oltre all'indifferenza, in molti contesti esistono anche strumenti tecnici utili per combattere i troll; un approccio generale consiste nel predisporre opportuni filtri che rendono automaticamente invisibili i messaggi inviati dagli utenti segnalati al sistema come disturbatori (per esempio i killfile nel caso dei newsgroup).

    La figura del troll è per molti aspetti simile a quella del fake (che "disturba" una comunità fingendosi qualcun altro), sebbene i due concetti non siano del tutto sovrapposti: un "fake" potrebbe partecipare in modo disciplinato e costruttivo alla conversazione, e un "troll" non necessariamente nasconde o falsifica la propria identità.

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  11. Troll - nel gergo di Internet, e in particolare delle comunità virtuali come newsgroup, forum, mailing list, chatroom o nei commenti dei blog - è detto un individuo che interagisce con la comunità tramite messaggi provocatori, irritanti, fuori tema o semplicemente stupidi, allo scopo di disturbare gli scambi normali e appropriati. Spesso l'obiettivo specifico di un troll è causare una catena di insulti (flame war); una tecnica comune consiste nel prendere posizione in modo plateale, superficiale e arrogante su una questione già lungamente (e molto più approfonditamente) dibattuta, specie laddove la questione sia già tale da suscitare facilmente tensioni sociali (come un'annosa religion war). In altri casi, il troll interviene in modo semplicemente stupido (per esempio volutamente ingenuo), con lo scopo di mettere in ridicolo quegli utenti che, non capendo la natura del messaggio del troll, si sforzano di rispondere a tono. Dal sostantivo troll si derivano, sia in inglese che in italiano, forme come il termine trollismo (inteso come il verificarsi di tale fenomeno nelle web-community), il verbo trollare ("comportarsi come un troll") o essere trollato ("cadere nella trappola di un troll" rispondendo a tono alle sue provocazioni).

    Un troll particolarmente tenace e fastidioso può effettivamente scoraggiare gli altri utenti e causare la fine di una comunità virtuale. Se un troll viene invece ignorato (in genere la contromisura più efficace), solitamente inizia a produrre messaggi sempre più irritanti ed offensivi cercando di provocare una reazione, per poi abbandonare il gruppo.

    Oltre all'indifferenza, in molti contesti esistono anche strumenti tecnici utili per combattere i troll; un approccio generale consiste nel predisporre opportuni filtri che rendono automaticamente invisibili i messaggi inviati dagli utenti segnalati al sistema come disturbatori (per esempio i killfile nel caso dei newsgroup).

    La figura del troll è per molti aspetti simile a quella del fake (che "disturba" una comunità fingendosi qualcun altro), sebbene i due concetti non siano del tutto sovrapposti: un "fake" potrebbe partecipare in modo disciplinato e costruttivo alla conversazione, e un "troll" non necessariamente nasconde o falsifica la propria identità.

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  12. Troll - nel gergo di Internet, e in particolare delle comunità virtuali come newsgroup, forum, mailing list, chatroom o nei commenti dei blog - è detto un individuo che interagisce con la comunità tramite messaggi provocatori, irritanti, fuori tema o semplicemente stupidi, allo scopo di disturbare gli scambi normali e appropriati. Spesso l'obiettivo specifico di un troll è causare una catena di insulti (flame war); una tecnica comune consiste nel prendere posizione in modo plateale, superficiale e arrogante su una questione già lungamente (e molto più approfonditamente) dibattuta, specie laddove la questione sia già tale da suscitare facilmente tensioni sociali (come un'annosa religion war). In altri casi, il troll interviene in modo semplicemente stupido (per esempio volutamente ingenuo), con lo scopo di mettere in ridicolo quegli utenti che, non capendo la natura del messaggio del troll, si sforzano di rispondere a tono. Dal sostantivo troll si derivano, sia in inglese che in italiano, forme come il termine trollismo (inteso come il verificarsi di tale fenomeno nelle web-community), il verbo trollare ("comportarsi come un troll") o essere trollato ("cadere nella trappola di un troll" rispondendo a tono alle sue provocazioni).

    Un troll particolarmente tenace e fastidioso può effettivamente scoraggiare gli altri utenti e causare la fine di una comunità virtuale. Se un troll viene invece ignorato (in genere la contromisura più efficace), solitamente inizia a produrre messaggi sempre più irritanti ed offensivi cercando di provocare una reazione, per poi abbandonare il gruppo.

    Oltre all'indifferenza, in molti contesti esistono anche strumenti tecnici utili per combattere i troll; un approccio generale consiste nel predisporre opportuni filtri che rendono automaticamente invisibili i messaggi inviati dagli utenti segnalati al sistema come disturbatori (per esempio i killfile nel caso dei newsgroup).

    La figura del troll è per molti aspetti simile a quella del fake (che "disturba" una comunità fingendosi qualcun altro), sebbene i due concetti non siano del tutto sovrapposti: un "fake" potrebbe partecipare in modo disciplinato e costruttivo alla conversazione, e un "troll" non necessariamente nasconde o falsifica la propria identità.

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  13. Troll - nel gergo di Internet, e in particolare delle comunità virtuali come newsgroup, forum, mailing list, chatroom o nei commenti dei blog - è detto un individuo che interagisce con la comunità tramite messaggi provocatori, irritanti, fuori tema o semplicemente stupidi, allo scopo di disturbare gli scambi normali e appropriati. Spesso l'obiettivo specifico di un troll è causare una catena di insulti (flame war); una tecnica comune consiste nel prendere posizione in modo plateale, superficiale e arrogante su una questione già lungamente (e molto più approfonditamente) dibattuta, specie laddove la questione sia già tale da suscitare facilmente tensioni sociali (come un'annosa religion war). In altri casi, il troll interviene in modo semplicemente stupido (per esempio volutamente ingenuo), con lo scopo di mettere in ridicolo quegli utenti che, non capendo la natura del messaggio del troll, si sforzano di rispondere a tono. Dal sostantivo troll si derivano, sia in inglese che in italiano, forme come il termine trollismo (inteso come il verificarsi di tale fenomeno nelle web-community), il verbo trollare ("comportarsi come un troll") o essere trollato ("cadere nella trappola di un troll" rispondendo a tono alle sue provocazioni).

    Un troll particolarmente tenace e fastidioso può effettivamente scoraggiare gli altri utenti e causare la fine di una comunità virtuale. Se un troll viene invece ignorato (in genere la contromisura più efficace), solitamente inizia a produrre messaggi sempre più irritanti ed offensivi cercando di provocare una reazione, per poi abbandonare il gruppo.

    Oltre all'indifferenza, in molti contesti esistono anche strumenti tecnici utili per combattere i troll; un approccio generale consiste nel predisporre opportuni filtri che rendono automaticamente invisibili i messaggi inviati dagli utenti segnalati al sistema come disturbatori (per esempio i killfile nel caso dei newsgroup).

    La figura del troll è per molti aspetti simile a quella del fake (che "disturba" una comunità fingendosi qualcun altro), sebbene i due concetti non siano del tutto sovrapposti: un "fake" potrebbe partecipare in modo disciplinato e costruttivo alla conversazione, e un "troll" non necessariamente nasconde o falsifica la propria identità.

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"Rifiutare di avere opinioni è un modo per non averle. Non è vero?" Luigi Pirandello (1867-1936)