google6a3fa170c1192d09.html 100cosecosi 100cosecosi: Cascasse il cielo mai fare quel nome ! Quando si arrabbiano gli angeli.

martedì 7 luglio 2009

Cascasse il cielo mai fare quel nome ! Quando si arrabbiano gli angeli.



LATINA
- "Lo sfoggio di un "libertinaggio gaio e irresponsabile" a cui oggi si assiste, non deve far pensare che "non ci sia gravità di comportamenti o che si tratti di affari privati, soprattutto quando sono implicati minori": lo ha detto il segretario generale della Conferenza episcopale italiana, monsignor Mariano Crociata, in una omelia pronunciata a Le Ferriere di Latina in occasione di una celebrazione in memoria di Santa Maria Goretti. "Assistiamo - lamenta il segretario della Cei - ad un disprezzo esibito nei confronti di tutto ciò che dice pudore, sobrietà, autocontrollo e allo sfoggio di un libertinaggio gaio e irresponsabile che invera la parola lussuria salvo poi, alla prima occasione, servirsi del richiamo alla moralità, prima tanto dileggiata a parole e con i fatti, per altri scopi, di tipo politico, economico o di altro genere". Secondo monsignor Crociata, con un riferimento che appare in tutta evidenza diretto alle polemiche degli ultimi mesi che hanno coinvolto il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, "nessuno deve pensare che in questo campo non ci sia gravità di comportamenti o che si tratti di affari privati; soprattutto quando sono implicati minori, cosa la cui gravità grida vendetta al cospetto di Dio. Dobbiamo interrogarci tutti sul danno causato e sulle conseguenze prodotte dall'aver tolto l'innocenza a intere nuove generazioni. E innocenza vuol dire diritto a entrare nella vita con la gradualità che la maturazione umana verso una vita buona richiede senza dover subire e conoscere anzitempo la malizia e la malvagità. Per questa via - osserva il presule - non c'è liberazione, come da qualcuno si va blaterando, ma solo schiavizzazione da cui diventa ancora più difficile emanciparsi". In proposito, mons. Crociata ha citato anche quanto detto di recente dal presidente della Cei, card. Angelo Bagnasco: 'Le responsabilità sono di ciascuno ma conosciamo l'influsso che la cultura diffusa, gli stili di vita, i comportamenti conclamati hanno sul modo di pensare e di agire di tutti, in particolare dei più giovani che hanno diritto di vedersi presentare ideali alti e nobili, come di vedere modelli di comportamento coerenti".

Ho riportato l'articolo di La Repubblica per intero perchè è una chicca rara,rarissima di ipocrisia ecclesiastica,essa rasenta la piu fine diplomazia,tanti giri di parole,bellissime,di una misurata brillante dialettica letteraria, invidiabile per chiarezza,concisione,limpidezza e mai,dico mai lasciarsi sfuggire sia mai che arrivi un fulmine dal "cielo" un nome,quello,quello del "califfo" in persona,il corruttore stando a queste parole.
Il corruttore che non bisogna adirare perchè con lui ci sono in ballo degli affari e forse si potrà scambiare il giudizio morale pesantissimo con qualche ulteriore concessione al privilegio ecclesiastico!
Si puo dirlo perchè la constatazione è obbligata,Berlusconi fà forse paura,o forse hanno paura del dopo o forse hanno paura di passare per compiacenti,zelanti alleati di un personaggio ormai squalificatissimo.
Da settimane sentiamo sermoni da tutti i pulpiti delle istituzioni ecclesiasti e regolarmente il vaticano,la curia che precisa che non intendeva muovere nessun appunto al governo ed al capo del governo?!
Da mesi l'unica seria concreta opposizione al governo è la stampa cattolica (Famiglia Cristiana) e da mesi gli alleati permalosi minacciano carognate a non finire alla "pia istituzione" cui subito dopo segue a ruota la precisazione della Curia e del Segretario di Stato "...non intendevamo..." bla bla bla bla,un tentativo isterico di tenere i piedi non in due ma in tre scarpe!
La prima a "sinistra" (...ma si al centro ) la seconda a destra(...) e la terza per riguardo alla sua base di devoti cristicoli (...) sia mai che prendano un cattivo esempio...
Cose mai viste,cose dall'altro mondo!

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"Rifiutare di avere opinioni è un modo per non averle. Non è vero?" Luigi Pirandello (1867-1936)