martedì 7 aprile 2009
"Quando la montagna và da Maometto"
Il corpo di un cavallo, un grande baio dal pelo scuro, lacerato e abbattuto. L´opera è esposta tra le sculture di cavalli e cavalieri di Marino Marini. Quasi un controcanto, o meglio «un coro di voci» come spiega il curatore Alberto Salvadori, tra le opere del Museo Marini e il lavoro dell´artista belga Berlinde de Bruyckere, che con una vera pelle di cavallo ha realizzato una metafora della morte. L'articolo di Mara Amorevoli
DIAPORAMA galleria
COMMENTO"...il caso di un curatore di mostre che non capisce un cazzo,il sospetto è forte, che ci siano in campo interessi nascosti e di mercato di una o piu gallerie che detengono i diritti sull'opera dell'artista belga! Marino Marini proprio non ha nulla a vedere con certe manifestazioni provocatorie e maccabre dell'Arte Contemporanea ( e a cui si interessano per colmare i bilanci in deficit piccoli musei e "curatori all'avventura",un vero peccato che artista belga Berlinde de Bruyckere si lasci andare a metafore cosi banali utilizando il bagaglio visuale e terroristico degli animalisti piu radicali....Il suo è autoritarismo bello e buono,ne piu ne meno e con tutte le buone intenzioni come nel caso Guillermo Habacuc)
L'Arte credo che sia un po come a scuola qualche volta,un buon voto lo ottiene che ha svolto al meglio e con originalità il tema in classe... e non chi ammazza il gatto e lo mette sulla scrivania della proffessoressa!
Se continuiamo cosi finirà che qualcuno mette la pelle squaiata di Naomi Campbell la "venere nera" in bella mostra cercando di cavarsela con la scusa piu alla moda :la metafora!"
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"Rifiutare di avere opinioni è un modo per non averle. Non è vero?" Luigi Pirandello (1867-1936)