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venerdì 14 gennaio 2011

Ben Ali fa un passo indietro: “Basta spari sulla folla”. Festa nelle strade in Tunisia

Una festa anche per noi italiani con un po di vergogna pero,il nostro governo di merda è amico del dittatore,o meglio Silvio Berlusconi ce la mette tutta quando deve accompagnarsi alla feccia,alla schiuma del pianeta purchè possa farci degli affari,"pecunia non olet" (...) e con Ben Ali ne ha parecchi affari in corso (in bella compagnia di altri ticon italiani e non) ovvio sempre televisioni (sua pure quella tunisina! Godetevelo..lo so vi voglio male! A sentirlo delirare nel video allegato...) una amicizia di lunga data grazie ai buoni uffici del latitante Craxi e del gobbo malefico ...Andreotti.
Un po di nostalgia non guasta e cionondimeno non scordiamo i buoni uffici dei nostri servizi sempre pronti alla tresca senza la classe di un De Mattei,una scuola pericolosissima meglio quella mafiosa (...)
Il governo non ha mosso un dito in difesa del popolo tunisino,noi non abbiamo mosso un dito !
Nessuna manifestazione,nessun consolato appena appena fischiato,Maroni è contento non ha dovuto mobilitare ne l'esercito ne i Caramba (poi buoni solo a far la guardia alla spazzatura di Napoli!) Ne i sindacati,ne i partiti,tutti,nessuno ha fatto un cazzo...Mare Nostrum sto cazzo e che siamo tutti diventati svizzeri o Svedesi ?!
Con le pezze al culo !
Abbiamo delegato a Mediaset la politica estera del paese!
Io me lo ricordo bene Silvio alla televisione tunisina fare alcune delle sue roboanti sparate...da suicidio,roba da tagliarsile vene e in un francese maccheronico comico,era sospeso leggero oltre la terra di nessuno li dove il pudore non si sà cosa sia.
500 morti è costata quella sollevazione popolare,l'effetto domino ha letteralmente terrorizzato i paesi dell'area tutti,tutti nella stessa drammatica situazione della Tunisia,ve lo immaginate Ben Ali che riceve telefonate ora ansiose ora angosciate sul tenore del "falla finita che qui simette male !
E infatti puntuale arrivano i passi indietro che sanciscono una sconfitta epocale dei padroni del mondo,non succedeva dalla guerra D'Algeria !
Una vittoria di popolo e una o venti ville residenziali in meno per l'esilio dorato a disposizione del nostro "in-umano" dittatore di una italietta ridicola,impoverita sfilacciata,confusa,divisa e senza un bricciolo di dignità,onore,passione morale,etica,quest'ultima era pure gratis bastava qualche parola mà allungare la mano (la lingua) avrebbe significato meno affari..bella figura abbiamo fatto davanti all'Europa,e di merda soprafina l'ha fatta Frattini...la zoccola scendiletto del nano !



Dalle proteste e dagli scontri, dai lacrimogeni e dagli spari alle urla di trionfo. ”Abbiamo vinto”, grida la gente stasera in piazza a Tunisi, sfidando un coprifuoco che nessun agente si sogna ormai di applicare.
Il colpo di scena è arrivato alle 20:00 in serata, quando il presidente Ben Ali’ è apparso in televisione per comunicare alla Nazione di aver chiesto alle forze di sicurezza di non usare piu’ le armi da fuoco contro i manifestanti, e di aver ordinato ”la riduzione del prezzo del pane, del latte e dello zucchero”.
Ben Ali ha anche annunciato di non ricandidarsi nelle elezioni del 2014 ed ha promesso la liberta’ di stampa e la fine della censura sui siti internet. Parole che hanno scatenato la festa: migliaia di persone sono scese nella blindatissima Avenue Burghiba, sventolando le bandiere nazionali e addirittura, qualcuno, inneggiando al presidente. Negli ultimi giorni si contavano scontri e morti, le cifre degli oppositori contro quelle ufficiali. Nelle strade la polizia lanciava lacrimogeni e poi anche pallottole vere, gli agenti uccidevano a pochi passi dalla tv di Stato e dal ministero dell’interno, mentre nei palazzi si ragionava sulla possibile fine di un regime che sembrava tanto vicina.
E invece il presidente ha giocato di sorpresa venendo incontro alle richieste della società civile. Certo le sue parole sono al momento solo promesse, ma apparentemente gli hanno fatto riguadagnare in meno di mezz’ora di discorso, faccia seria e intristita di fronte alle telecamere e alla nazione, tutta la popolarità che aveva perso in questi 23 anni di regime da pugno di ferro, di un sistema segnato da disparita’ sociali e di sviluppo e da tanta, troppa corruzione.
”La gente è felice, ci crede”, dice un ragazzo che segue il corteo dei manifestanti, le macchine scese in strada che suonano il clacson. ” E’ vero, tante cose sembra che le abbiamo ottenute. Ora però vedremo cosa succederà veramente”. Non tutti si lasciano ingannare, forse questa manifestazione era stata organizzata, insinua qualcuno, anche se sembra tanto spontanea. Così come è stata certo studiato fino all’ultimo il discorso del presidente, studiato apposta per ottenere proprio queste reazioni. Ma una manciata di minuti in tv può cancellare cosa è accaduto nel Paese in queste ultime settimane, i suicidi con il fuoco a Sidi Bouzid, i morti di Thala e Kasserine, i tanti morti fantasma di cui si parla ogni giorno senza conferme ufficiali – dai 58 contati oggi dalla Lega per i diritti umani ai 29 contabilizzati dal ministro degli Esteri con gli ambasciatori? Si possono dimenticare i saccheggi, le devastazioni, gli assalti della gente – anche oggi tra Gafsa e Nabeul, tra Biserta e Gabes – ai supermercati Carrefour, Casino e altri ancora con nome francese, ma che sarebbero legati – come comunque credono i distruttori – ai vertici del potere? Potere che in Tunisia in larga parte vuol dire, alla famiglia del presidente e soprattutto della moglie, Leila Trabelsi.
“E’ stato un discorso importante e inaspettato che viene incontro alle aspettative della società civile – valuta a caldo il principale leader dell’opposizione tunisina, Najib Chebbi – Il presidente ha toccato il cuore del problema, ovvero la richiesta di riforme”.

Tunisia. Niente più censura per i siti web, gli internauti “brindano”


E’ festa non solo nelle piazze ma anche su Internet: subito dopo il discorso televisivo del presidente tunisino Ben Ali, sono stati sbloccati – come promesso dal Capo dello Stato – diversi siti, inaccessibili da anni.
La notizia della rimozione della censura è apparsa su Facebook e si è subito sparsa tra il popolo degli internauti. Ora per i tunisini è possibile navigare in acque finore proibite, come tra le news online o i video di Al Jazeera, Flickr, Youtube, Wat.tv, Daily Motion, del sito della radio di opposizione Kalima ed di altri ancora.
In molti hanno brindato, a loro modo, alla fine della censura del Ministero degli Interni, che veniva chiamata ”Ammar 404”. ”Ammar 404 è in sciopero”, ”by bye Ammar 404”, si rincorrevano i messaggi sul web.
Nel Paese l’uso di Internet e’ molto diffuso. Basti dire che i membri di Facebook costituiscono il 18.6 per cento della popolazione, secondo una recente ricerca di mercato: una quota altissima, seconda solo alla Germania. Stasera in molti si sono buttati a scaricarsi un libro finora severamente vietato in Tunisia: ”La reggente di Cartagine”, scritto dai giornalisti francesi Nicolas Beau e Catherine Graciet sul ruolo che svolge la moglie di Ben Ali, la signora Leila Trabelsi.
A gioire per la nuova libertà di stampa e di espressione sono ovviamente gli oppositori politici. Quello di Ben Ali ”è stato un discorso importante e inaspettato che viene incontro alle aspettative della societa’ civile”: ha commentato senza esitazioni il principale leader dell’opposizione tunisina, Najib Chebbi.
”Il presidente ha toccato il cuore del problema, ovvero la richiesta di riforme. Francamente non mi aspettavo che affrontasse tali questioni”. Per l’opposizione sarà più facile adesso farsi sentire: Chebbi ha chiesto che venga ora creata una coalizione di governo per gestire il processo di riforma. Najib Chebbi è l’unico politico dell’opposizione visto dai diplomatici occidentali come un potenziale partner. Il piccolo partito da lui fondato, il Pdp, ha boicottato le ultime elezioni presidenziali, e agenti in borghese hanno, almeno fino ad oggi, vigilato sul quartiere generale dell’organizzazione politica. ”Tocca a noi dell’opposizione e a quelli al potere trovare una pacifica e graduale uscita da questa crisi”, ha aggiunto.
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