C’è  un esercizio di ricerca interessante  che è quello di andare a  spulciare cosa hanno scritto e detto in  passato alcuni personaggi.  Questo per confrontare le loro precedenti  posizioni con quelle attuali  e, molto spesso, le sorprese non mancano.  La cosa – lo ammettiamo –  assume la caratteristica di sottile e gustosa  perfidia laddove il  personaggio oggetto della ricerca è noto, come nel  caso di Vittorio  Feltri, per le sue posizioni settarie e volutamente  disinformative.  Vediamo dunque che cosa l’attuale e strapagato direttore del Giornale scriveva tempo addietro. L’Europeo, 11 agosto 1990 (dopo l’approvazione della legge Mammì)
“Per  quattordici anni, diconsi  quattordici anni, la Fininvest ha scippato  vari privilegi, complici i  partiti: la Dc, il Pri, il Psdi, il Pli e il  Pci con la loro stolida  inerzia; e il Psi con il suo attivismo  furfantesco, cui si deve tra  l’altro la perla denominata ‘decreto  Berlusconi’, cioè la scappatoia che  consente all’intestatario di fare  provvisoriamente i propri comodi in  attesa che possa farseli  definitivamente. Decreto elaborato in fretta e  furia nel 1984 ad opera  di Bettino Craxi in persona, decreto in sospetta  posizione di  fuorigioco costituzionale, decreto che perfino in una  repubblica delle  banane avrebbe suscitato scandalo e sarebbe stato  cancellato dalla  magistratura, in un soprassalto di dignità, e che  invece in Italia è  ancora spudoratamente in vigore senza che i suoi  genitori siano morti  suicidi per la vergogna“.
Sempre sull‘Europeo (dopo la conquista berlusconiana della Mondadori e l’approvazione della legge Mammì).
“Il  dottor Silvio di Milano 2,  l’amico antennuto del Garofano, pretende  tre emittenti, pubblicità  pressoché illimitata, la Mondadori, un  quotidiano e alcuni periodici.  Poca roba. Perché non dargli anche un  paio di stazioni radiofoniche, il  bollettino dei naviganti e la  Gazzetta ufficiale, così almeno le leggi  se le fa sul bancone della  tipografia?“
L’Indipendente, 30 luglio 1992 (riferito a Tangentopoli)
“Sui  70 e passa finiti in galera e  su altrettanti che sono sul punto di  finirci, soltanto tre si sono  ammazzati, gli altri si godono il bottino“.
L’Indipendente, 21 luglio 1993 (sempre riferito a Tangentopoli)
“Ammesso  e non concesso che un  magistrato abbia sbagliato, ecceduto, ciò non  deve autorizzare i ladri e  i tifosi dei ladri [... ] gli avvoltoi del  garantismo [... ]a gettare  anche la più piccola ombra sulla lodevole e  mai sufficientemente  applaudita attività dei Borrelli e dei Di Pietro“.
Corriere della Sera e La Stampa, 10 e 18 dicembre 1993 (in merito ai rumors sul suo passaggio a Il Giornale)
“A  Montanelli invidio tutto tranne  che il Giornale. In fondo  l’Indipendente continua a guadagnar copie, non  c’è motivo perché io lo  debba lasciare… Io a il Giornale? Ma che  cretinata. Berlusconi non m’ha  offerto neppure un posto da correttore di  bozze. M’incazzo all’idea  che io, proprio io, sembro voler fare la  forca a Montanelli. Io qui a  l’Indipendente, mi diverto, guadagno copie,  faccio il padrone e il  politico. Mi spiegate perché devo fare certe  cazzate? A carico di  Montanelli, poi…“.
La prossima è riferita alla tragica morte in Iraq di Enzo Baldoni. La vogliamo riportare per mostrare chi è realmente il “giornalista“ Vittorio Feltri. Le sue parole si commentano da sole.
Libero, 27 agosto 2004
“Già  ieri abbiamo scritto: un uomo  della sua età, moglie e due figli a  carico, avrebbe fatto meglio a farsi  consigliare da Alpitour, anziché  dal Diario, la località dove  trascorrere vacanze sia pure estreme (si  dice così?). Evidentemente, da  buon giornalista della domenica egli ha  preferito cedere all’impulso  delle proprie passioni insane per l’Iraq adattarsi al  senso comune“. Questo articolo è tratto da : http://minitrue.it/09/2009/cosa-scriveva-feltri/


E' proprio vero come fa prostituire il vil denaro.
RispondiElimina