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lunedì 26 aprile 2010

Cortigiani, vil razza padana


Cortigiani, vil razza padana
Se c'è una nazione le cui antenate ne hanno visti e presi di tutti i colori e in tutti i buchi è l'Italia, paese di bastardi per definizione.
La bastardaggine genetica é evolutivamente un vantaggio, come si sforzano di spiegarci da decenni i genetisti seri, non quelli che ogni tanto firmano i manifesti per la difesa della razza. Il meticciato è cosa buona. La mescolanza sai è come il vento, spinge tratti genetici autoctoni a socializzare con altri forestieri e si creano combinazioni felicissime.
Non solo in termini di intelligenza*, esattamente come nel cane, ma di prestanza fisica e urge in questo caso ricordare ai razzisti che ce l'hanno con i negher e che poi sbavano dietro ai figoni brasiliani in tanga interchiappale, che queste/i sono quasi sempre il frutto di incroci tra bianchi, neri, indios e tutte le combinazioni possibili tra i vari meticci.

Tornando all'Italia ed al rigurgito di razzismo che ultimamente le soffoca la gola, ricordo che le nostre ascendenze longobarde, normanne, barbare, greche, romane, etrusche, germaniche, turche, arabe, fenicie, ebraiche, eccetera, eccetera, ci hanno forgiate nei secoli delle personcine particolarmente vispe e intelligenti. Dotate di grande capacità di adattamento, creatività e abilità nel problem solving. Abilità anche delinquenziale, va detto, e dato che la genialità è spesso follia, come spiacevole effetto collaterale risulta quasi impossibile per chiunque riuscire a governarci. Si, magari ci innamoriamo del cialtrone che ci abbindola e ci fa sentire bene per un po' ma di solito dura poco, circa vent'anni, poi ci stufiamo e diventiamo molto cattivi. Di solito li appendiamo ai distributori.

Ricapitolando, essendo noi italiani un popolo di bastardi congeniti ed irrimediabili, dalla Val D'Aosta a Lampedusa, è sempre destabilizzante sentire i leghisti, questi alieni ultrapirla che ci hanno invasi vent'anni fa circa, atterrando con i loro carrocci volanti sul prato di Pontida, parlare di nazione e addirittura di razza Padana, cioè di qualcosa che esiste solo nei fumi dell'alcool di chi si è fatto troppe ombrine. La Padania non è neppure un'espressione geografica, come avrebbe detto Metternich, è una fantasia, un'invenzione. E' fantascienza, appunto. Un brutto B-movie con attori scadenti ed effetti da quattro soldi.

Detto che nessuno potrebbe trovare molte similitudini tra un cuneese e un trevigiano e che se metti un bergamasco a parlare con un furlan nei reciproci dialetti ci vuole la traduzione simultanea, lasciando stare le minchiate della "razza" e della "nazione", del Nord e del Po, si può interpretare la smania leghista di farsi i cazzi propri lasciando affogare gli altri italiani guardando in un'altra direzione.

La secessione o libertà del Nord è una fantasia che nasce non da esigenze di nazionalità o peggio razziali, visto che queste sono inesistenti, ma da un sentimento molto banale, l'egoismo, come afferma giustamente Daniele Sensi, un osservatore attento del fenomeno leghista.
L'egoismo è un sentimento umano molto comune nell'individuo ma può essere coltivato con profitto su larga scala a livello collettivo utilizzando sofisticate armi propagandistiche di massa che puntano essenzialmente ad accrescere la paura e l'insicurezza fino ad ottenere persone molto malleabili ormai in preda al delirio di persecuzione paranoideo. Perchè si coltiva l'egoismo individuale nei popoli? Per permettere alle caste socioeconomiche di prosperare sulla credulità dei babbioni che se ne fanno abbindolare.

C'è un esempio clamoroso al mondo di paese dove queste armi sono state impiegate con grande successo: gli Stati Uniti. La guerra fredda, gli alieni, gli UFO, il pericolo rosso e più recentemente Bin Laden e il terrorismo islamico hanno forgiato una nazione ad altissimo tasso di paranoia. Un paese che vive con l'M16 sotto il cuscino mentre il vicino canadese lascia addirittura la porta di casa aperta.
Il paranoico, tra l'altro, è disposto a credere a qualunque assurdità se è convinto che essa minacci la sua incolumità. Pensiamo, giusto per fare un esempio, alle scie chimiche. E' un delirio paranoico-schizoide in piena regola copiato dalle "reti" di controllo del pensiero immaginate dagli schizofrenici ma non sapremo mai se sono un pericolo reale o una costruzione propagandistica. L'incertezza è un altro formidabile fertilizzante della paranoia collettiva. Gli americani, terrorizzati da decenni di propaganda, sono ormai disposti a mandare i propri figli a morire in ogni remoto buco del culo del mondo senza ottenerne nulla in cambio e per combattere guerre dalle quali ci guadagnerà solo una ristretta cerchia di miliardari.
Questo di terrorizzare il popolo per sfruttarlo meglio è un modello che si può facilmente esportare in altri paesi.

L'Italia sotto l'influenza della Lega, quella che emerge da trasmissioni come l'ultima puntata di Annozero, quella che ha sconvolto il povero Ruotolo, con le erinni scatenate contro la cuoca della mensa che tentava di difendere il diritto di tutti i bambini a mangiare, è quella che maggiormente ha assorbito la propaganda, pompata dai cannoni mediatici delle televisioni del nano malefico e ritrasmessa in linguaggio basso-intestinale dalla classe politica leghista, di cui parleremo poi.

Non c'è da vantarsene se il nostro Nord, la riedizione nostalgica del Lombardoveneto fuori tempo massimo sta diventando una brutta copia dell'America peggiore, quella dei linciaggi, del KuKluxKlan, della N.R.A., del White Power e del più deteriore Far West dove vige la legge del più forte.
In fondo i milanesi d'alto bordo hanno sempre avuto il complesso dell'America da portare a Milano.
Eccoli accontentati. Per aver visto troppi E.R. i nordisti hanno ormai gli ospedali che respingono gli stranieri che non hanno la tessera sanitaria (che non è la tessera dell'assicurazione yankee ma sarebbe troppo complicato spiegarglielo) e che lasciano morire i bambini di colore troppo scuro per un'eccesso di indifferenza verso i diversi.
Cominciano ad avere i serial killer, gli spree killers (quelli che sparacchiano a caso sui passanti dalla finestra o nei parcheggi) e le coppie assassine alla Olindo e Rosa.
Hanno i morti per strada con l'indifferenza dei passanti come a New York.
Loro non sono razzisti però odiano gli extracomunitari. Odiano gli extracomunitari ma affittano loro a peso d'oro delle catapecchie.
Inutile dire che credono ciecamente alla storia di Al Qaeda e degli iman che allevano terroristi pronti a far esplodere le Esselunga e le fermate di Molino Dorino e Inganni. Hanno un terrore fottuto dei poveracci islamici e non vedono le camorre e le 'ndrine in Ferrari che gli stanno occupando il territorio, le mafie cinesi che gli comprano gli esercizi in contanti. L'importante è ribadire che "il Nord è stufo".

Non vedono l'insopportabile ed idiota incoerenza tra il loro razzismo verso gli stranieri e il disperato bisogno egoistico che hanno di far fare a loro i lavori più sporchi e degradanti perchè loro non vogliono farli.
Sono personalmente convinta che colui che ti ringhia contro in continuazione"vai a lavorare!" sia uno che odia profondamente lavorare, che vorrebbe solo dormire, chiavare e mangiare ma è costretto a darsi da fare nella società. Io adoro lavorare anche se mi schianto la schiena e "vai a lavorare" lo considererei un augurio, magari rivolto a qualcuno che il lavoro non ce l'ha o l'ha perduto. Per loro invece "va a laurà" è come mandarti affanculo.
Che siano egoisti lo vediamo anche quando rivendicano aiuti di stato anche quando non ne avrebbero bisogno. Lo fanno per principio. Perchè prima vengono loro e poi loro. Dategli una crisi economica e tireranno fuori il meglio del loro peggio.
Non mi fanno pena. A volte sembrano quel popolaccio tedesco trascinato per le orecchie dagli alleati nei lager a sentire il tanfo dei milioni di cadaveri. Se ci fosse da aprire dei campi di sterminio in Padania per gli inservienti non ci sarebbe problema. Sto esagerando? A sentire quanto odio vomitano quando li intervistano, il dubbio ti viene.

Un accenno a parte merita la loro classe dirigente leghista. E' dimostrato che in molti casi, dove hanno governato: enti, banche, istituzioni, perfino la loro spocchiosa Malpensa, si sono dimostrati degli incapaci, bravi solo a creare buchi di bilancio grossi come crateri vulcanici. Incapaci, corrotti e in alcuni casi ladri esattamente come quelli di prima.
E' normale, visto che parliamo di italiani con quel gene delinquenziale sempre pronto a venir fuori se gli si offre la mazzetta.
Visto però che in Italia c'è un nano da circo che deve farla franca ed ha un sacco di soldi, da vent'anni le sue televisioni ci raccontano di quanto sono bravi i leghisti a governare. E i padani per forza li votano, perchè basta sventolar loro sotto il naso un burqa, attizzargli l'odio razzista verso lo straniero e li votano in massa. Perfino i figli dei leghisti, quelli somari e mezzo siciliani (a volte il meticciato s'inceppa e fa flop) ai quali sono disposti a dare stipendi da 12mila euro al mese pur che non governino i "comunisti". Un'altra storiella che si bevono come quella degli iman. Se lo sentissero biascicare in lombardo crederebbero anche al Diavolo in persona.

Non sanno, i meschini, che con la cazzata del federalismo toccherà loro pagare e mantenere a filetto, sogliola e babà una classe amministrativa locale ancor più rapace di quella romana. Che le tasse aumenteranno invece di diminuire. Non mi fanno pena anzi, attendo con ansia la loro reazione all'arrivo delle prime cartelle esattoriali.
Fosse solo un problema del Lombardoveneto, chi se ne frega, il problema è che i leghisti governano ahimè anche il resto d'Italia, perchè Berlusconi li ha assunti tutti come eunuchi al suo servizio. Come voracità a livello centrale sono perfino peggio e pare si trovino perfettamente e a loro agio nella grassa e felliniana Roma Ladrona da loro tanto odiata quando stanno a Busto Arsizio.

Quando parlo della Lega mi rimproverano di dimenticare che al Nord c'è tanta brava gente che non è razzista, non è egoista e non vota Lega. Peccato che la sua voce non si senta come si dovrebbe. Magari dovrebbe urlare un po' più forte.


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