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lunedì 29 marzo 2010

Nienke Klunder performace antirazzista

Ultima ora: "  La Performance di Nienke è visitatissima,un gran numero di accessi si verifica al suo sito e ai siti o blog che la rilanciano,soppratutto in Italia e non è difficile immaginare perchè..."

Credit Nienke Klunder

Nienke è straordinariamente pratica oltre che sensibile,umana,và direttamente al nocciolo della questione e lo fà con questa performance Realista,drammatica,armata semplicemente dell'obbiettivo fotografico e di una trousse à maquillage minima e uno sgualcito pullover,con una mimica da consumata drammaturga,calca la scena con una essenzialità disarmante,estremamente interrogativa interpella lo spettatore con una violenza contenuta ma famigliare,a chi non è accaduto un incontro "disperato",marginale,border line?
Convincente vero? 
Certo occorre un po di pratica per leggere queste opere di una profondità immensa e capaci di radicarsi nella Storia ed io voglio aiutarvi certo al contempo di schiudervi nuove possibilità espressive,non è da oggi che si dice che il teatro riflette ed amplifica la vita e il vissuto in ogni suo remoto angolo.


Se avete per frammenti quello che accadde nel Ghetto di Varsavia durante la seconda Guerra Mondiale ricorderete certo a quale punto di disperazione,di miserie di fame vennero ridotti gli Ebrei,culminerà tutto nella triste memoria rimandataci dall'Olocausto o dalla Shoah.
Dicevo gli ebrei,o gli Zingari,i Room e tanti altri gruppi umani, vennero talmente affamati,marginalizati,fatti oggetto di ogni violenza,disumanizati,privati di ogni umana dignità che per soppravvivere vennero costretti a comportamenti vicini alla bestialità (...) puzzavano,furono costretti a cibarsi di escrementi di cane,talvolta al cannibalismo,un orrore indicibile,ebbene i giovani tedeschi della Werhrmacht non ebbero eccessive difficoltà o scrupoli a trattarli come se fossero bestie,essi evidenziavano sui loro visi tutto l'orrore di una esistenza al di sotto del limite della soppravivenza (morirono a decine e decine di migliaia di stenti).


L'artista vuole ricordarci,rievocare qui una delle armi più eccellenti del razzismo,della xenofobia,o di quei gruppi politici che creano strumentalmente dei colpevoli da dare in pasto a folle aizzate a comportamenti a dir poco primitivi (...)  quella che vuole individuato il gruppo umano da marginalizare,privarlo del minimo neccessario all'esistenza,lavoro,diritti civili,istruzione,sanità,mezzi di sostentamento per giungere ad una trasformazione di essi tale da spingere il resto della società al loro rigetto alimentando cosi il sentimento del disprezzo,della paura,dell'odio verso il diverso (...)

Questa tecnica è stata abbondantemente impiegata nella Storia da tutta una serie di individui senza scrupoli,non serve che ve ne faccia una lista. 
Qui l'artista smascherà una dinamica e ci dice che in fondo la persona che ad un certo punto suscita la nostra diffidenza o paura o il nostro disprezzo non è propriamente come appare ma è stata condotta artificiosamente ad essere tale,ci invita ad una riflessione drammatica e ci spinge a prendere coscienza dei meccanismi che portano alla disumanizazione.

Volendo possiamo continuare a lungo ad approfondire il senso della sua performance,essa si puo dire,và in profondità e restituisce all'arte un altisssimo valore pedagogico un poco diradatosi in questi tempi per cosi dire individualisti e passabilmente consumabili,tempi Pop insomma.



























































































































































































How do I know the past is not a fiction, conceived to reconcile the difference between my state of mind and the present?
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