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martedì 13 luglio 2010

Street art, prosciolto Bros

ESCLUSO IL RISARCIMENTO AL COMUNE
Street art, prosciolto Bros. 


Bros
Il giudice:
«I suoi graffiti non sono punibili»
Per prescrizione e mancanza di querela. Il writer:
«Ma non si è detto se la nostra è arte o vandalismo»


MILANO - Il writer Daniele Nicolosi, in arte Bros, uno dei principali esponenti della «street art» italiana, è stato prosciolto a Milano dall'accusa di aver imbrattato alcuni edifici. Il giudice ha dichiarato la prescrizione per un episodio, un graffito sulle mura del carcere di San Vittore; l'estinzione del reato perché è stata ritirata la querela riguardo ad un edificio privato; mentre in un terzo caso ha giudicato improcedibile la causa per mancanza della querela. In sostanza, il giudice monocratico della VI sezione penale di Milano, Guido Piffer, non ha assolto nel merito delle accuse il writer milanese di 28 anni, ma ha dichiarato o i fatti prescritti o improcedibili per mancanza o remissione della querela. Il Comune di Milano, invece, costituitosi parte civile, aveva chiesto la condanna di Bros - che ha al suo attivo importanti mostre e cataloghi - al pagamento di una provvisionale per un totale di 18 mila euro, anche per danni di immagine, oltre che per le spese sostenute dall'amministrazione per pulire gli edifici dai graffiti, sostenendo che quello praticato da Bros fosse un deturpamento e un imbrattamento di edifici pubblici e privati. La difesa, invece, aveva «puntato» sull'arte del giovane milanese, sostenendo che quelle realizzate dal writer sono forme di espressione artistica e dunque non possono essere punite come reato.
                 
I graffiti contestati - Al vaglio del giudice Guido Piffer della sesta sezione penale c’erano i graffiti realizzati da Bros sul muro del carcere di San Vittore, sulla pensilina del parcheggio delle biciclette alla fermata della metropolitana di piazzale Lodi e sulla sede di un’immobiliare di via De Angeli 4. Quest’ultimo, Bros, 28 anni, lo aveva realizzato nel 2007 insieme a un altro writer, pure denunciato, ma la proprietaria ha rimesso la querela. Di qui il primo non luogo a procedere per remissione di querela, appunto. Invece Bros è stato poi prosciolto per difetto di querela per quando riguarda l’opera realizzata sempre nel 2007 sulla pensilina di piazzale Lodi perché, esclusa dal giudice l’aggravante dell’aver imbrattato un muro nel centro storico della città, il writer sarebbe stato perseguibile non d’ufficio, come è accaduto, ma solo con una querela da parte dell’Atm. Infine, il giudice ha ritenuto prescritto il caso del graffito di San Vittore, perché realizzato nel 2004. Piffer, che ha accolto tutte le richieste del pubblico ministero Ivana Casale, tra trenta giorni depositerà le motivazioni. A carico di Bros resta dunque solo il costo della remissione della querela da parte della proprietaria dell’immobile privato, che ammonta a circa 75 euro.

«ARTE O VANDALISMO: RESTA IL DILEMMA» - Il 28enne milanese, tra i più noti esponenti della «street art» europea, che ha tra l’altro esposto le sue opere al Pac e al Palazzo Reale del capoluogo lombardo, non è stato quindi condannato ma nemmeno assolto nel merito delle accuse, dato che il giudice non ha sancito, come l’artista sperava, che i graffiti sono arte e non imbrattamento, o peggio vandalismo. Uno scontro culturale ancora prima che giudiziario, che ha contrapposto in questo processo accusa e difesa, con quest’ultima che aveva chiesto l’assoluzione con formula piena per Bros, reo solo di aver esercitato la propria arte. L’imbrattamento è un reato che, con la riforma del luglio 2009, ha visto un inasprimento delle pene e il passaggio della competenza dai giudici di pace a quelli dei tribunali ordinari. E il processo a Bros era il primo a venir celebrato con le nuove norme. «Con questa sentenza non si è risolto di certo l'enigma tra arte e vandalismo», ha commentato Bros. Sulla concezione del graffito come opera d'arte, aveva puntato molto la difesa del giovane writer, che aveva chiesto l'assoluzione con formula piena. «Sono contento perché non dovrò pagare tutti questi soldi», ha spiegato il giovane, che ha chiarito inoltre che avrebbe preferito «un'assoluzione nel merito». Per il futuro, ha concluso, «non cambia niente, io continuerò a portare in giro la mia arte».



Deco-ratto
  DE CORATO: «LA LEGGE NON PREVEDE DISTINZIONI» - «La legge non prevede distinzioni tra graffitari di serie A e di serie B. Per Bros, come per gli altri autorevoli o sedicenti esponenti della street art, non si capisce perché si dovrebbero fare delle eccezioni - ha detto Riccardo De Corato, vicesindaco del Comune di Milano, commentando la decisione dei giudici milanesi. De Corato, che si è costituito parte civile nel processo al writer, ha poi aggiunto: «A quanto pare il signor Bros è doppiamente fortunato, perchè già il pm aveva deciso di esercitare l'azione penale solo per due dei 17 episodi contestati dalla polizia locale. Episodi per cui il Comune ha chiesto un risarcimento di 18mila euro. E successivamente, - ha concluso - in virtù della prescrizione e di una querela dei vigili che misteriosamente è stata smarrita in Procura, è finito tutto a tarallucci e vino».

La maratona della Street art al museo 

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Una performance senza interruzione in un importante museo per dialogare di reti e tecnologia con gli artisti della Street art, movimento creativo ormai maturo e non più solo forma espressiva underground. L'evento è in programma fino al 29 agosto al Museo nazionale della scienza e della tecnologia a Milano. L'inaugurazione è coincisa con  una maratona di 24 ore per la realizzazione di un grande graffito su pannelli nel chiostro cinquecentesco del museo. La mostra raccoglie invece una selezione di 40 opere
 

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