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lunedì 1 marzo 2010

GAZA LA STALINGRADO DEL MEDITERRANEO Reportage fotografico sotto le bombe e poesia

in tema di poesia voglio farvi leggere questa del poeta palestinese  
Mahmud Darwish:

Ultima sera in terra

"Nell'ultima sera in questa terra ci separiamo dai giorni
dagli arbusti, contiamo le coste che portiamo
e quelle che lasciamo. La'. Nell' ultima sera
diremo addio al nulla, ne' troveremo il tempo della nostra fine
restando ogni cosa in quello stato. Rinnova i nostri sogni il luogo
e gli ospiti. D' un tratto siamo incapaci di fare ironia
poichè il luogo è pronto ad accogliere il nulla.
Qui, nell'ultima sera
colmiamo gli  occhi di monti che cingono le nubi. Conquiste e riconquiste
e un tempo antico che a questo tempo nuovo rende le chiavi
delle nostre porte
conquistatori, entrate nelle case, bevete il nostro vino
al ritmo semplice delle muwashshahat
siamo la notte nel suo profondo
e il nulla
alba di un cavaliere giunto nell'ultimo richiamo alla
preghiera
il nostro tè è verde e caldo, bevetelo,
freschi i pistacchi, magiateli,
e i letti verdi del legno di cedro,
cedete al sonno
dopo un lungo assedio, dormite sul piumino dei nostri sogni
le lenzuole sono messe, il profumo alle porte è asperso , e
numerosi specchi
entrate, noi ne usciremo, sino all'ultimo.
E sotto la pelle cercheremo
quel che fu la nostra storia intorno a voi per contrade lontane
e alla fine ci chiederemo:
c'era la Palestina?
Là o laggiù?
sulla terra ... o nella poesia

Gaza

Gaza
Gaza
Gaza
Gaza
Gaza
Gaza
Gaza
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venerdì 12 febbraio 2010

«Per Bertolaso una cosa megagalattica» Video e fotografie...

La notte degli Sciacalli, ....FATE SKIFO!....e voi che li VOTATE ...vi rendete conto chi delegate ad amministrare uno STATO COME L'ITALIA?


 Per Bertolaso una cosa megagalattica»

E il procuratore Toro, indagato: «Vorrei lasciare la magistratura, resisto per mio figlio»

Il Gip: prestazioni sessuali «offerte» da Anemone. L'avvocato del sottosegretario: «C'è un grande equivoco»

E il procuratore Toro, indagato: «Vorrei lasciare la magistratura, resisto per mio figlio»
«Per Bertolaso una cosa megagalattica»
Il Gip: prestazioni sessuali «offerte» da Anemone. L'avvocato del sottosegretario: «C'è un grande equivoco»



ROMA - L'imprenditore romano Diego Anemone, finito in manette perché ritenuto il presunto corruttore del sottosegretario Guido Bertolaso e di altri pubblici ufficiali per favoritismi negli appalti di alcune grandi opere, tra cui il G8 alla Maddalena, si era dato da fare per «organizzare una "cosa megagalattica"» in favore del Bertolaso» a base di sesso. Lo scrive il giudice per le indagini preliminari nella sua ordinanza. Secondo quanto si legge nel provvedimento, infatti, «il tenore delle conversazioni intercettate non pare consentire interpretazioni diverse da quella che trattasi di prestazioni sessuali di cui il Bertolaso dovrebbe usufruire presso il centro benessere riconducibile all'Anemone; peraltro, l'occasione verrà sfruttata dal Bertolaso solo in un momento successivo». In altra parte dell'ordinanza si ribadisce che nel «centro benessere Salaria sport village, riconducibile alla stessa famiglia Anemone», Bertolaso «usufruisce non solo di "massaggi", ma anche di vere e proprie prestazioni sessuali», come proverebbero diverse conversazioni intercettate. «Siamo in presenza di un grande equivoco che sarà quanto prima chiarito» afferma d'altra parte l'avvocato Filippo Dinacci, difensore appena nominato da Bertolaso.
COSTI LIEVITATI - La «cosa megagalattica» Anemone avrebbe deciso di organizzarla subito dopo un incontro avuto con Bertolaso nel settembre 2008 per comunicargli i maggiori costi previsti per l'esecuzione delle opere del G8. L'imprenditore è preoccupato per la reazione che potrebbe avere Bertolaso e, mentre gli manda un sms per fissare l'appuntamento, «si attiva per raccogliere denaro contante anche utilizzando canali insospettabili quali tale don Evaldo Biasini che, dal contenuto delle conversazioni intercettate, risulta occuparsi di opere di beneficenza in Africa». Sempre dalle intercettazioni, risulta che l'incontro tra Anemone e Bertolaso c'è stato e ha avuto «esito positivo», come riferisce l'imprenditore il 21 settembre 2008 alla moglie e a Mauro Della Giovampaola, pure lui arrestato, un funzionario della struttura di missione per il G8.


BERSANI: «BERTOLASO SI DEVE DIMETTERE? STA ALLA SUA RESPONSABILITA'» - Bertolaso si deve dimettere? «Franceschini ha detto che lascia al senso di sensibilità di Bertolaso questa decisione e io sono d'accordo» ha detto il segretario del Pd, Pierluigi Bersani. «La magistratura deve fare il suo mestiere e lo farà, per la politica c'è un altro problema» afferma Bersani, che è il dl Protezione civile. Ma allora Bertolaso deve restare o no? «Bertolaso non è condannato, è una questione di sensibilità. Certamente è stato investito di poteri personali che nessun altro ha e di questo deve rispondere alla sua sensibilità».


Dalle carte dell'inchiesta di Firenze spuntano altri festini a luci rosse, viaggi in aerei privati, case messe a disposizione e assunzioni fittizie per assecondare le richieste dei potenti. Nel settembre 2008 «per il trasferimento di Angelo Balducci da Roma a Palermo con sosta a Capri» fu affittato «un idrovolante per due persone al costo di 3.800 euro più Iva». Qualche settimana dopo per Guido Bertolaso fu organizzata una «cosa megagalattica»: serata con «frutta, champagne e due o tre ragazze».


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giovedì 4 febbraio 2010

Shin3 Bondage,kinbaku,Arte Erotica Orientale,100.000 nodi di seta


...fruttivendoli e venditori di galline hanno inventato la cerimonia del The per darsi un tono attraverso una elaborata liturgia rituale priva di senso,e oggi si afferma come prima il Kinbaku Bondage a suo tempo creato da sbirri al servizio di un signore della guerra!                                            par Qzert

"Con centomila nodi ti leghero ai miei occhi ed alla mia anima ",un altro giapponese (ma non finiscono mai?!) 
 Il bondage giapponese o kinbaku cioè magnifico bondage è un tipo di gioco sessuale giapponese nell'ambito del sadomasochismo,implica di bloccare,legare la persona che vi si sottomette utilizando delle figure geometriche predefinite utilizando una corda.
innamorato del Bondage,dopo aver per decenni abitato e documentato l'universo feticista del Bondage questo fotografo si è pienamente investito nella rappresentazione dell'impedimento,della "dolce" inestricabile prigionia giungendo con punte di virtuosismo macchinoso alla Leonardo da Vinci a fabbricarsi da lui gli strumenti di contenzione,è lui stesso a realizare i legamenti,il bondage della fanciulla in ore di estenuante sedute provvedendo poi a documentare la performance con gran deliquio dei suoi collezionisti a cui vende sia l'attrezzatura che le foto della performance feticista (corpo ridotto ad oggetto).
Se le immagini delle performance sono affascinanti per la complessità a ben guardare tutto si esaurisce nel virtuosismo tecnico della seduta,nessuno spazio allo sguardo della modella ne al suo corpo,di lei esiste ed esisterà soltanto la sua prigionia,la sua contenzione.
Nulla a che fare con Araki che evidenzia nella sua opera il desiderio nudo,crudo,poetico nel suo languore sensuale,qui c'è una specie di delirio tecnico geometrico,un esercizio di potenza maniacale,oserei dire alla Heicman.
Non è e non sarà il solo ad aver trovato più che l'arte un modo d'arrangiare gli affari tantopiù che alla fine della documentazione commercializata a lui resta la sostanza,il godimento della pratica feticista sadomasochistica mentre ai suoi collezionisti riserva una specie di cartolina "questa me la sono legata per benino!".
Credo che queste performance quantunque alla moda in Oriente non abbiano molto a che fare con le arti pure se hanno un contenuto tuttosommato  banale (...) in quanto a far bene i conti allo spettatore,al pubblico resta solo lo scheletro del "corpo" dell'Eros .
Shin3 Colleziona anche le macchine piu complesse,raffinate e macchinose che dovranno reggere le sue modelle e il tutto con una grandissima discrezione tant'è che nel web non siamo in tanti ad averlo fatto emergere.
Aggiornamento del post:
Questa pratica in Europa per il momento elitaria,un po snob la si puo ritrovare nelle notti torride di Parigi,in certi Nigt Club,un po più comune nelle realtà anglosassoni specie nei pressi del Parlamento (...) e nel nord Europa,in Italia la pratica è ancora segreta ma state certi che scopiazzando qui e là qualcuno salterà fuori in una delle prossime biennali e proprio ispirandosi al lavoro di questo artista (anche se non condivido la sua opera lo è) se avete assistito ad una di queste liturgie feticiste sapreste che la fanciulla,"la vittima" viene legata con una tale cura e una perfetta ripartizione suddivisione del peso da non riportare il minimo graffio o arrossamento,ovviamente nelle rappresentazioni più "artistiche" e soft perchè ve ne sono alcune addirittura rquiparabili alle pratiche di tortura medioevali o naziste.
E qui veniamo al punto più crudo del post,la pornografia commerciale europea si è imposessata dell'idea,la rimaneggiata un po e portata molto lontano,direi in un luogo in cui la notte torrida, l'urlo senza fine si perde in un silenzio straziante e penoso senza echi abitato da eiezioni,liquidi spermatici e stupro della vittima.
L'annientamento più laido dell'identità,tappeti di carne,la peggiore volontà di potenza,il sadismo più osceno e patologico vengono messi in scena guardacaso in termini di compensazione per la perdita del potere maschile (...)
Al confronto ne converrete curiosando il Bondage orientale è una altissima e raffinata opera d'arte,mai e poi mai rinuncia al rito e al simbolico (una qualità non da poco) mentre a Occidente prevale l'osceno più trasgressivo e la fantasia più laida.








direi centinaia di immagini e performances d'Arte sempre in tema,buona visione

martedì 2 febbraio 2010

SEMBRA UN QUADRO MA E UNA FOTOGRAFIA

clic sulla foto per accedere alla Galleria fotografica.



Sembra un quadro ma è una foto
Come nuove tecniche, strumenti e materiali cambiano il modo in cui la fotografia contemporanea racconta il mondo. 'The new art experience' è la mostra alla galleria online Artistocratic allo spazio Frassinagodiciotto di Bologna fino al 5 febbraio

lunedì 1 febbraio 2010

the mistery of Vivian Maier L'occhio di Vivian, la bambinaia rivela la triste America di strada

100cosecosi

La storia di una donna francese che ha deciso di vivere e interpretare la sua vita nell'ottica della filosofia,alla Michel Montaigne, se cosi si puo dire un filosofo di cui non poteva certo ignorare l'esistenza,un monumento della scienza umanista , parlerà a lungo delle sue caratteristiche fisiche, del suo temperamento, dei suoi sentimenti, delle sue idee e degli avvenimenti della sua vita. Il suo fine è quello di conoscersi e di conquistare la saggezza.
Il sentimento di una vita pienamente accettata e quindi goduta, la serena attesa della morte, considerata un evento naturale da attendere senza timore, rendono questo libro di Michel Montaigne: "Les essais" estremamente umano,la giovane fotografa più che puntare l'obiettivo su se stessa lo punta sull'uomo e sulla vita del suo tempo,con umiltà e segreta modestia sfruttando una peculiarità speciale dell'occhio del fotografo:tutto quello che fotografa si fissa nella sua memoria per sempre e personalmente ho immensamente gioito di questa magia,di questo doppio registro atto a catturare per sempre l'emozione,il sentimento innalzando il presente,l'attimo fuggente alle vette del sublime...Vivian sapeva di questa peculiarità della memoria e dello sguardo tant'è che la stragrande parte dei negativi non li ha mai sviluppati,erano le immagini ancora nell'ombra e non ancora domate dagli acidi di sviluppo già sue e per sempre!
Il mondo ha nutrito Vivian sino al suo ultimo sospiro ed è per un puro miracolo che oggi abbiamo la sua opera tra noi a indicarci un cammino segreto e universale,impiegabile in qualsiasi campo delle arti,dalla poesia alla letteratura sino alla pittura o alla scultura e via dicendo,il suo mondo è oggi scomparso come avviene e avverrà ogni tante generazioni,impercettibilmente scompare alla memoria dell'uomo,si inabissa se non fosse per lei di quel mondo in parte il suo mondo,non avremmo più traccia,ricostruire le assolate emozioni,gli incontri casuali delle sue passeggiate americane un microcosmo che si fà universo (...) capace di assurgere alla dimensione di una Supernova...Impossibile ricostruile se non ci fosse la sua straordinaria ossessiva,metodica testimonianza,il suo sguardo timido,sensibile,curioso e profondo;distaccato e rispettoso.
Possiamo riviverle le sue immagini solo se il nostro occhio vive desidera intensamente carpire l'autenticità impercettibile,sfuggente,sublime dell'attimo,del presente per dilatarlo,catturarlo sino a condividerlo dopo averlo fissato su carta fotografica,esso solo allora potrà appartenerci.


 L'occhio di Vivian, la bambinaia rivela la triste America di strada

Fonte: Corriere della sera.it
ANZIANE impellicciate che guardano stizzite l'obiettivo, uomini con i cappelli che fumano sigari, bambini che piangono accuditi da mammine eleganti. Venti anni di storia americana, fotografata per le strade di Chicago rigorosamente in bianco e nero con una macchina Rolleiflex medio formato, tornano alla luce, online, grazie a un collezionista fortunato. L'autrice di questi mirabili scatti, esempi preziosi di street photography, è la francese Vivian Maier: arrivata negli Stati Uniti negli anni '30, impiegata prima come commessa e poi come bambinaia, morta in disgrazia nel 2009 e solo oggi celebrata come una fotografa di successo. Ha scattato ininterrottamente fino agli anni '90 per poi conservare migliaia di negativi mai stampati tutti per sé, senza mostrarli mai a nessuno. Ma nel 2007, a causa di alcuni pagamenti insoluti, parte della  produzione di Vivian viene ceduta, insieme ad altri mobili d'epoca, chiusa in un armadietto di archiviazione.


I mobili vengono messi all'asta e 40mila negativi, dei quali circa 15mila ancora all'interno di rullini non sviluppati, vengono acquistati per poche centinaia di dollari da John Maloof, fotografo per passione e agente immobiliare per professione, in cerca di materiale fotografico per la scrittura di un libro sui quartieri di Chicago. È lui a decidere di far conoscere al mondo l'opera di Vivian pubblicando parte delle immagini acquisite sul blog Vivian Maier - Her discovered work. Sboccia così, a metà tra la leggenda e la virtualità, il mito di Vivian Maier, la fotografa del mistero della quale si conoscono rare notizie biografiche e il cui viso si intravede solo in alcuni autoscatti.


Nata in Francia il 1 febbraio 1926, la ragazza arriva negli Stati Uniti negli anni '30 e vive per alcuni anni a New York lavorando come commessa in un negozio di caramelle. Dagli anni '40 in poi si trasferisce a Chicago, dove viene assunta come bambinaia in una famiglia del North Side. Appassionata di cinema europeo, impara l'inglese andando a teatro, veste abiti e scarpe da uomo e indossa grandi cappelli. Una donna che non amava parlare, così la ricordano gli impiegati nello storico negozio di apparecchiature fotografiche di Chicago Central Camera, e i suoi ultimi giorni li ha trascorsi in una casa pagata dai tre ragazzi che aveva accudito fino agli anni '60. Sono loro, raggiunti da Maloof in un tentativo di ricostruire la biografia della fotografa, a raccontare di una donna misteriosa, socialista, femminista e anti-cattolica, che scattava fotografie in continuazione.


Maloof aveva cercato di contattarla circa un anno dopo l'acquisizione della collezione, dopo aver scoperto il suo nome, scritto a penna con una accurata grafia di altri tempi, a margine di una busta porta negativi. Digitando le parole Vivian Maier su Google aveva trovato però solo un annuncio mortuario. "Vivian Maier, nata in Francia e residente a Chicago negli ultimi 50 anni è morta serenamente lo scorso lunedì  -  recitava così il necrologio apparso su un quotidiano locale - Seconda madre di John, Lane e Matthew. Uno spirito libero che ha magicamente toccato le vite di chi la conosceva. Critica cinematografica e straordinaria fotografa".
L'occhio di Vivian, la bambinaia rivela la triste America di strada


Paradossalmente la donna era morta il giorno prima dell'inizio delle ricerche di Maloff. La storia di Vivian, dei suoi soggetti che a tratti ricordano l'asperità dei personaggi di Diane Arbus, dei suoi rullini non sviluppati e della sua tecnica unica, diventa per lui quasi un'ossessione. L'agente decide di comprare una Rolleiflex come quella di Vivian e di scendere per le vie di Chicago per ripercorrere le sue tracce. Capisce così il valore di quegli scatti, la difficoltà di cogliere quelle espressioni, e decide di pubblicare l'opera online. In attesa di scrivere un libro sulla fotografa del mistero.


Una storia in continua evoluzione che non smette di affascinare i centinaia di blogger che visitano il sito dedicato alla Maier Lì, una sezione speciale dal titolo Unfolding the mistery of Vivian Maier, ovvero svelare il segreto di Vivian Maier, raccoglie le poche informazioni e invita i visitatori a contattare l'autore in caso di altre notizie sulla donna. E mentre tutti i negativi sono stati scansionati ci sono ancora circa 600 rullini che attendono di essere sviluppati. Nella collezione acquisita da John solo un paio di immagini sono state stampate in piccolo formato da Vivian, quanto basta per  pensare che nelle volontà della fotografa non ci fosse l'idea della divulgazione e dell'esposizione di questi incredibili scatti.


DIAPORAMA



domenica 31 gennaio 2010

Da ABC a Nobuyoshi Araki l'Erotismo nella fotografia,il desiderio nudo



Tutto incomincio in Italia con ABC un giornale in bianco e nero formato tabloid con non poche foto scollacciate,il servizio,lo scoop di quegli anni (correvano gli anni 60) più eclatante fù quello che pubblicava le foto seminude di Tamara Baroni uno scandalo di cronaca che segno una epoca, lo si trovava volentieri dal barbiere e passava di mano in mano,primi esempio di educazione al desiderio nell'italietta di allora,poi venne Playboy e segui a ruota Playmen infine dilago la pornografia su carta e virtuale nel cinema e nel web.
Oggi io memore dei "bei tempi" che furono ripropongo nel blog di tanto in tanto l'Eros e stavolta presentando la più completa raccolta di immagini intorno al desiderio di Araki Nobuyoshi un esploratore non sempre compreso ma che riscuote un successo incredibile con innumerevoli mostre nei musei d'Arte Contemporanea.
Esploratore nel senso che da un lato prende atto delle pulsioni profonde che muovono il desiderio nell'Eros umano e dall'altro le fà emergere ai nostri occhi per spazzare via con sfrontatezza trasgressiva inaudita ogni residua mistica moralista o idealista,nella sua opera "le desir" viene privato di ogni sentimento e con una tecnica compositiva raffinatissima riesce a produrre immagini capaci di turbare l'animo,l'inconscio molto più della banalità cruda della pornografia. 
Non lasciatevi trarre in inganno dall'apparenza,non si tratta del culto del Bondage che peraltro sappiamo in Giappone assunto quasi a religione nella cultura Samurai.
Con bondage (in inglese schiavitù, soggezione) si indicano un insieme di attività sessuali basate sulle costrizioni fisiche realizzate con legature, corsetti, cappucci, bavagli o più in generale sull'impedimento consenziente alla libertà fisica, di muoversi, di vedere, di parlare, di sentire,per Araki non si tratta di questo pur restando il Bondage il mezzo principe nella sua arte per potenziare il significato profondo del mistero che emerge dalla sua opera.
Nulla di torrido nelle immagini,l' atmosfera non è grave,oscura,misteriosa,nera come si suppone dovrebbe essere se si trattasse di una rappresentazione sadomasochistica (...)
Aggiungo una nota,purtroppo questo genere di immagini puo essere apprezzata quasi escusivamente da un pubblico maschile non esistendo una proposta al femminile dell'Eros e del desiderio equivalente come impatto alle immagini di Araki,quando le trovero non manchero di pubblicarle per il diletto visivo,estetico del pubblico femminile del blog.
Continuando a questo post ne seguirà un'altro con quasi l'intiera produzione di Araki,una faticaccia credetemi,sarei felice se contribuiste nei commenti alla discussione intorno ad un tema estremamente serio (niente batture cretine per favore) malgrado sono sicuro di poter contare sull'apprezzamento quasi esclusivamente visivo della sua opera più che per il contenuto intelletuale,i significati e il senso più profondo del suo lavoro.
Se vi affiora alla mente qualcosa del Manga,della cultura Manga non credo che Araki se ne occupi più di tanto,solo citazioni di sfuggita e semmai è il Manga Porno-Dark che lo saccheggia esistendo l'opera di Araki da ben prima che il Manga si popolarizzi,divenga un fenomeno di massa (...)
Potremmo parlare per ore di Araki,ad esempio dello splendido rapporto che tesse con le sue modelle,del suo carattere,degli innumerevoli arresti che ha subito in Giappone con l'accusa di oscenità (...) il pelo pubico in Giappone è tabù,intangibile,infrangibile,inossidabile,subi l'arresto anche il direttore di un museo per aver organizzato una sua mostra,il che è tutto dire.
Infine,verso il centro dell'album fotografico la foto che in Belgio subi un attentato,ve la segnala il commento.











Questa fotografia in Belgio è stata oggetto di un attentato al cocktail molotov,sembra che abbia acceso ferocemente il desiderio di un puritano teocratico ed è la controprova dell'immenso talento di Araki nell'accendere il desiderio.














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